Essenza trascendente della santità/Persone sante: differenze tra le versioni

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==Persone sante==
Il termine "santità" potrebbe non avere un vero referente in una qualsiasi dimensione del mondo reale, ma la tradizione ebraica non esita affatto ad attribuire il tyerminetermine a persone, luoghi, tempi o oggetti, e Maimonide fa certamente parte di tale tradizione. Sarà prima utile concentrare la nostra attenzione sul modo in cui Maimonide descrive la santità raggiungibile dalle persone.
 
Il quinto dei quattordici volumi della ''[[Mishneh Torah]]'' è ''Sefer kedushah'', il ''Libro della Santità''. Questo volume contiene tre sezioni: "Leggi del Rapporto Proibito", "Leggi dei Cibi Proibiti" e "Leggi della Macellazione [Kosher]". Cosa hanno in comune queste tre problematiche? Maimonide lo spiega in ''Guida'' iii.35. Lo scopo delle leggi sui cibi proibiti, ci dice lì, "come abbiamo spiegato nel Commentario alla [[w:Mishnah|Mishnah]] nell'Introduzione a ''Aboth'',<ref>Si veda il quarto degli ''Otto Capitoli'' di Maimonide.</ref> è di far finire le concupiscenze e dissolutezze manifestate nel cercare ciò che provoca piacere e avere come ambito il desiderio di cibo e bevande [alcoliche]" (p. 537). Le leggi che riguardano iki rapporti proibiti, spiega inoltre, sono designati "a provocare una diminuzione del rapporto sessuale e diminuire il più possibile il desiderio di accoppiarsi, cosicché non venga preso come fine ultimo, come vien fatto dagli ignoranti, secondo quanto abbiamo spiegato nel Commentario al Trattato ''Aboth''". Maimonide non espone qui espressamente lo scopo delle leggi che riguardano la macellazione rituale (a dir i lil vero, non le menziona affatto in questo passo della ''Guida''), ma non è difficile vedere come si adatterebbero alla rubrica dei cibi proibiti.
 
In realtà, Maimonide rende ciò abbastanza chiaro nella sua introduzione alla ''[[Mishneh Torah]]'', dove descrive il ''Libro della Santità'' come segue:
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Si ottiene la santità astenendosi dai cibi proibiti e dalle attività sessuali illecite.<ref>Ulteriormente su tale connessione, si veda ''[[Mishneh Torah]]'' "Leggi della Qualità Morali", 5:4, e ''Guida'' iii.33 (p. 533), citato ''supra''. Pertinente è anche ''[[Mishneh Torah]]'' "Leggi del Rapporto Proibito", 22:20.</ref> Ecco perché le leggi riguardanti i cibi proibiti e le leggi sulla macellazione rituale (che trasformano certe classi di edibili da proibite a permesse) sono classificate insieme nel ''Libro della Santità''.
 
Maimonide deriva questa connessione tra santità e astensione da attività proibite da un passo [[w:Midrash|midrashico]] citato nel quarto principio introduttivo del suo ''Libro dei Comandamenti'':
{{q|Non dobbiamo includere doveri che coprano l'intero corpo dei comandamenti della Torah. Ci sono ingiunzioni e proibizioni nella Torah che non riguardano compiti specifici, ma includono tutti i comandamenti... Rispetto a questo principio altri studiosi si sono sbagliati, contando "Tu sarai santo" (Lev. 19:2) come uno dei comandamenti positivi — non sapendo che i versi "Tu sarai santo" (Lev. 19:2) [e] "Santificatevi e siate santi" (Lev. 11:44) sono dov eri di adempiere a tutta la Torah, come se Egli dicesse: "Siate santi adempiendo tutto ciò che vi ho comandato di fare, e guardatevi da tutte le cose che vi ho ammonito dal fare." ''Sifra'' dice: "Tu sarai santo: tieniti da parte"; cioè, tieniti in disparte da tutte le abominazioni contro cui Io ti ho ammonito. Nella ''Mekhilta'' i Saggi dicono: "Voi sarete per me uomini santi" (Esodo 22:30) — Issi figlio di Yehudah dice: Con ogni nuovo comandamento che il Santo, che Egli sia benedetto, dà a Israele Egli vi aggiunge sentità." Vale a dire, questo dovere non è indipendente, ma è connesso ai comandamenti in cui sono stati lì ingiunti, poiché chiunque adempia quel dovere è chiamato santo. Ora, stando così le cose, non c'è allora nessuna differenza tra il Suo dire: "Siate santi" e "Obbedite i Miei comandamenti"... ''Sifrei'' dice: "E sarete santi" (Num. {{passo biblico|Num|15:40}}), ciò si riferisce alla santità dei comandamenti."<ref>Si veda la traduzione {{en}} di Chavel, ii.380-1 (emandata)></ref>}}