Essenza trascendente della santità/Maimonide e la natura della santità: differenze tra le versioni

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# pulizia/nettezza fisica;
# purezza rituale.
Rispetto alla prima e seconda, è prontamente evidente che qui non c'è in ballo nulla di "essenzialista" o "ontologico". Quando uno obbedisce alla Torah, quando uno mantiene le opinioni giuste, uno ha ottenuto uno stato di santità. Quando uno è fisicamente pulito, uno può essere chiamato santo. Rispetto al terzo significato, Maimonide insegna esplicitamente che questioni di purezza e impurità sono istituzionali, non ontologiche:
 
{{q|È chiaro e manifesto che le leggi sull'impurità e sulla purezza rituali sono decreti stabiliti dalla Scrittura<ref>''Gezerat hakatuv''. Su questa espressione si veda la discussione in J. Stern, ''Problems and Parables'', 49-66.</ref> e non questioni su quale la comprensione umana sia in grado di formare un giudizio; poiché, ecco, sono incluse tra gli statuti divini [''ḥukim''].<ref>Questa affermazione è interessante alla luce dell'asserzione fatta da Maimonide nella ''Guida'' che gli statuti divini (''ḥukim'') possono essere compresi. Sull'intero problema si veda J. Stern, ''Problems and Parables''.</ref> Così anche l'immersione come mezzo per liberarsi dall'impurità rituale viene inclusa tra gli statuti divini. ''Ora "impurità rituale" non è fango o lordura che l'acqua può lavar via, ma è una materia di decreto scritturale e dipendente dall'intenzione del cuore.'' Pertanto i Saggi hanno detto, Se un uomo si immerge, ma senza intenzione speciale, è come se non si fosse immerso per niente. Ciononostante, possiamo trovare una qualche indicazione di tutto ciò: proprio come uno che si propone con cuore di diventare ritualmente puro, lo diventa appena si è immerso, ''sebbene niente di nuovo sia accaduto al suo corpo'', così anche colui che si propone di cuore a purificarsi dall'impurità che affligge le anime degli uomini – vale a dire, pensieri malvagi e qualità morali inique<ref>''De’ot raot''. Per svariate ragioni preferirei seguire Herbert Danby e tradurre questa espressione con "convinzioni false", ma temo sia errato. Sull'espressione ''de’ah'' come "qualità morale" in Maimonide, si veda ''Guida'' iii.35 (p. 535). Per una discussione, cfr. Septimus, "What Did Maimonides Mean by ''Madda''?".</ref> – diventa puro appena col cuore consente di evitare tali tendenze e porta la propria anima nella acque della ragion pura. Ecco, la Scrittura dice, "Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli" (Ezechiele {{passo biblico|Ezechiele|36:25}}). Possa Dio, nella Sua grande misericordia, purificarci da ogni peccato, iniquità e colpa. Amen.<ref>''[[Mishneh Torah]]'' "Leggi delle Vasche d'Immersione", II:12. Cito traducendo a mia volta dalla traduzione {{en}} di Danby, ''Book of Cleanness'', 535, con emendamenti e corsivi aggiunti.</ref>}}
Non potrebbe esserci dichiarazione più chiara. Questioni di purezza e impurità rituali sono decreti della Torah, senza correlazione oggettiva nel mondo "reale". Queste leggi non riflettono una realtà oggettiva, a nessun livello e in nessuna dimensione; creano invece una realtà sociale/halakhica.
 
==Note==