Valore della storia/Parte III: differenze tra le versioni

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Questo equilibrio tra scambi economici/tecnologici e culturali/biologici cambiò dopo il 1000 e.v. circa, quando il sistema ecumenico mondiale iniziò a rispondere alle innovazioni in Cina che avevano ampliato il ruolo del comportamento del mercato portando i contadini poveri e le classi lavoratrici urbane nel suo campo di azione per la prima volta. Ciò che rese possibile tutto ciò fu il trasporto economico e affidabile all'interno della Cina, derivante dalla diffusa costruzione dei canali. La maggior parte della canalizzazione era stata inizialmente intrapresa per regolare le forniture idriche dei tappeti di risaie in espansione da cui dipendeva sempre più il cibo cinese. Quindi con la costruzione del [[w:Gran Canale|Gran Canale]] nel 605, che collegava lo spartiacque dello [[w:Fiume Azzurro|Chang Jiang]] con il sistema del [[w:Fiume Giallo|Fiume Giallo]], accompagnato e seguito da altri lavori di ingegneria progettati per facilitare la navigazione attraverso le gole dello Chang Jiang e altri colli di bottiglia critici, le parti più fertili della Cina furono collegate da canali navigabili facilmente accessibili e facilmente percorribili. Sotto la lontana sovranità dell'Imperatore, le imbarcazioni fluviali potevano trasportare carichi relativamente ingombranti su centinaia di chilometri con il minimo rischio di naufragio o rapina. Questo, a sua volta, significava che per i barcaioli valeva la pena, anche per piccole differenze di prezzo relative a merci di consumo comune, trasportare tali merci da dove erano a buon mercato a dove erano care.<ref>Peter Allan Lorge, ''War, Politics and Society in Early Modern China, 900–1795'', Routledge, 2005, p. 147 e segg.</ref>
 
Poi, quando, poco dopo il 1000, il governo [[w:Dinastia Song|Song]] trovò più conveniente riscuotere le tasse in contanti anziché in natura, come era sempre stato fatto in precedenza, le persone comuni, compresi i contadini più poveri, furono costrette a entrare nul mercato per poter per pagare le tasse. Ciò accelerò enormemente la diffusione del comportamento mercante in tutta la Cina. Di conseguenza, con grande sorpresa della burocrazia ufficiale, la cui formazione confuciana classificava i commercianti come deplorevoli parassiti sociali, i vantaggi della produzione specializzata, che [[w:Adam Smith|Adam Smith]] avrebbe successivamente analizzato in modo così convincente, iniziarono a diffondersi nei vari paesaggi della Cina. Ricchezza e produttività aumentarono. Si svilupparono nuove competenze che resero la Cina la meraviglia del resto del mondo, come ben presto si resero conto [[w:Marco Polo|Marco Polo]] e altri visitatori da lontano. Tra le nuove competenze cinesi, alcune si rivelarono rivoluzionarie: in particolare, per l'Europa, la trinità della polvere da sparo, della stampa e della bussola, che raggiunsero l'Europa dalla Cina tra il XIII e il XV secolo.<ref>Peter Allan George, ''War, Politics and Society, cit.'', pp. 151 e segg.; vedi anche Elvin, Mark & Liu Cuirong (curr.), ''Studies in Environment and History: Sediments of Time: Environment and Society in Chinese History'', pp. 554 segg., Cambridge University Press, 1998, ''ad hoc''.</ref>
 
L'importanza della Cina in occidente ovest venne rafforzata dallo sviluppo di navi transoceaniche per tutte le stagioni, in grado di contrastare il vento e sopravvivere alla maggior parte delle tempeste. Tali navi, ancorate principalmente lungo la costa meridionale della Cina, dove la costruzione del canale interno era controllata dall'interno montuoso, permise ai commercianti intraprendenti di estendere una nuova (o forse solo intensificata ed estesa) rete commerciale attraverso il mare della Cina meridionale e nell'oceano Indiano. Lì le navi cinesi costruite in modo imponente e solido, dovevano competere con le imbarcazioni leggere e concorrere con una popolazione mercantile indigena di quelle acque. Come accadde in seguito, quando le navi europee penetrarono nell'Oceano Indiano circumnavigando l'Africa, le reti marittime e commerciali locali si dimostrarono in grado di controbattere i costi più elevati sostenuti dagli intrusi di grandi dimensioni. Tuttavia, un'infusione relativamente massiccia di materie prime cinesi e la domanda cinese di spezie e altri prodotti dell'Oceano Indiano diedero stimolo ai mercati dei mari del sud che presto si riversarono nel Mediterraneo e contribuirono a incentivare il notevole rilancio del commercio europeo dell'undicesimo secolo e successivi, che gli storici ben conoscono.
 
Le esigenze dei commercianti, a loro volta, provocarono gli europei a sviluppare navi per tutte le stagioni che fossero in grado di attraversare i mari in tempesta e afflitti da maree del Nord Atlantico e avessero ragionevoli possibilità di tornare sane e salve ai porti di origine. Le invenzioni introdotte tra il 1000 e il 1400, come il doppio tavolato inchiodato a un pesante telaio a chiglia e costole, i potenti timoni di poppa, prese a ponte e più alberi e vele, lo resero possibile. La costruzione di navi europee seguì una rotta a sé stante, indipendente dal modello cinese o da qualsiasi altro modello straniero, ebbene i marinai europei fossero sempre pronti a prendere in prestito tutto ciò che funzionava nella pratica, come la navigazione della bussola proveniente dalla Cina e le vele triangolari provenienti dall'oceano Indiano.
 
Il loro prestito e adattamento più fatale, tuttavia, fu l'accoppiamento fatto da marinai europei tra navi robuste transoceaniche e cannoni, sviluppati inizialmente per abbattere le mura di castelli sulla terraferma. Tali cannoni di grandi dimensioni, una volta adattati per l'uso a bordo, fornirono alle navi europee un armamento di gran lunga superiore a qualsiasi cosa precedentemente conosciuta. Di conseguenza, quando le navi europee iniziarono a navigare attraverso tutti gli oceani della terra, poco prima e subito dopo il 1500, furono notevolmente al sicuro dagli attacchi via mare; e poterono spesso sopraffare la resistenza locale a terra distruggendo muri e fortificazioni a colpi di cannone.
 
Il rinculo di tali cannoni era così potente che solo le navi pesanti potevano sostenerlo senza scuotere ed incrinarsi. I cinesi avrebbero potuto eguagliare le navi europee in questo senso, ma per ragioni interne alla politica imperiale, il governo cinese proibì la costruzione di navi oceaniche dopo il 1434 e rese illegale l'impresa oceanica cinese privata. Dopodiché, operare come pirati intralciò sistematicamente i marinai cinesi (e giapponesi) e li privò di ogni possibilità di armare le proprie navi con cannoni pesanti come quelli che i commercianti europei trasportavano abitualmente.
 
Le conseguenze delle scoperte oceaniche europee sono ben note, così come le conseguenze degli straordinari miglioramenti dei trasporti e delle comunicazioni avvenuti dopo il 1850, quando gli inventori europei, americani e più recentemente anche giapponesi, utilizzarono forme meccaniche ed elettriche di energia per le navi a vapore, per le ferrovie, il telegrafo e poi per aerei, radio, TV e, più recentemente, anche per la trasmissione di dati informatici. L'effetto più evidente di queste successive trasformazioni delle comunicazioni mondiali fu di espandere la portata dell'ecumene eurasiatico in tutto il mondo, inghiottendo il sistema ecumenico americano precedentemente indipendente, insieme a complessi sociali meno noti in Australia e in svariate isole minori. Lo shock è stato enorme e il mondo sta ancora riverberando delle conseguenze ecologiche, epidemiologiche, demografiche, culturali e intellettuali dell'unificazione globale degli ultimi cinquecento anni.
 
Tra l'altro, la comunicazione e i trasporti globali hanno reso la storia del mondo una realtà palpabile. Gli storici, essendo i fedeli custodi di ogni livello dell'identità collettiva umana, stanno iniziando ad adattarsi a quella circostanza, quasi mezzo millennio dopo che ha iniziato a influenzare la vita umana ovunque. La professione dello storico si aggrappa ancora a forme di storia più locali (e più sacre), e non ha ancora concordato su come affrontare l'avventura umana sulla Terra nel suo insieme.
 
Dibattendoci con questa domanda, sembra opportuno sottolineare due distinti livelli di incontri umani avvenuti nel corso dei secoli all'interno delle reti di comunicazione che ho appena disegnato fin qui. Il primo è biologico ed ecologico: come gli esseri umani sono entrati in competizione con altre forme di vita, riuscendo non solo a sopravvivere ma ad espandere la loro parte della materia e dell'energia terrestre, epoca dopo epoca, e in una grande varietà di diversi ambienti fisici. Nessun'altra specie si avvicina alla parità del ruolo dominante dell'umanità nell'ecosistema terrestre. I principali punti di riferimento sono abbastanza ovvi, a partire dalla diffusione iniziale di [[w:cacciatori-raccoglitori|cacciatori-raccoglitori]] dall'Africa, seguita da un intenso "raccogliere" ad ampio spettro che porta all'agricoltura; e poi l'ascesa di civiltà con maggiore formidabilità nei confronti di altre società a causa dei loro specialisti militari da un lato e del loro adattamento alle [[:en:wikt:crowd disease|malattie epidemiche]] dall'altro. La crescente importanza del sistema ecumenico mondiale eurasiatico prende quindi il sopravvento, diffondendo malattie, colture, competenze tecnologiche in aree sempre più grandi, fino a quando, dopo il 1500, il processo divenne globale. Ogni volta che una popolazione precedentemente isolata entrava in contatto con il sistema ecumenico mondiale, ne conseguivano l'esposizione debilitante a malattie, idee e tecniche sconosciute; spesso con risultati disastrosi per tali popoli precedentemente isolati e relative culture.<ref>Patricia J. Campbell, ‎Aran MacKinnon, ‎& Christy R. Stevens, ''An Introduction to Global Studies'', p. 190: "'''Crowd diseases''', which are among the oldest established infections that humans have endured, emerged in the Old World centers of Mesopotamian civilization (the region now occupied by modern Iraq, eastern Syria, and southeastern Turkey) and India, where settled agricultural and pastoral societies developed."</ref>
 
L'uniformità non è mai emersa e non c'è motivo di supporre che mai lo farà. Le differenze climatiche e altre circostanze richiedono comportamenti diversi e, essendo intelligenti e adattabili, gli esseri umani agiscono di conseguenza. Alcune forme di vita sono state distrutte dalla carriera umana sulla terra; molti altri sono in pericolo, come tutti sappiamo. Altre sono state trasportate in nuovi ambienti e fatti fiorire come mai prima d'ora. Alcuni organismi patogeni e specie infestanti sfidano ancora con successo i desideri umani; ma le piante e gli animali domestici sono stati radicalmente modificati e alcune specie completamente nuove di piante e animali sono state inventate per nutrirci e servire i nostri bisogni (e desideri) in altri modi.
 
Ciò che rende la carriera umana sulla faccia della terra così straordinaria dal punto di vista biologico/ecologico è che, diventando completamente umani, i nostri predecessori hanno introdotto l'[[w:evoluzione|evoluzione]] culturale, non appena il comportamento appreso ha iniziato a governare la maggior parte della loro attività. I successivi conseguimenti culturali dell'umanità e la loro variabilità nel tempo e nello spazio, costituiscono quindi il secondo livello della storia mondiale. L'attenzione vi si è tradizionalmente e abbastanza correttamente centrata perché ciò che è stato appreso può cambiare ogni volta che qualcosa di nuovo e attraente arriva all'attenzione del conscio. E poiché la coscienza è estremamente motile, l'evoluzione culturale ha immediatamente superato l'evoluzione organica, introducendo una sorta di disturbo radicalmente nuovo nell'ecosistema terrestre.
 
Tuttavia, per alcuni aspetti, l'evoluzione culturale è ancora conforme ai vecchi schemi dell'evoluzione organica. La variazione iniziale, più o meno casuale, e la successiva selezione di ciò che funziona meglio è sufficiente per avviare il processo. I contatti tra portatori di diverse tradizioni culturali hanno promosso ulteriori cambiamenti; ma come già sostenuto, i cambiamenti venivano spesso avviati per difendere le peculiarità locali piuttosto che per accettare ciò che era percepito come una novità aliena e spesso minacciosa. Ne consegue che anche la comunicazione istantanea che prevale oggi è improbabile che si traduca in qualsiasi tipo di uniformità globale. I gruppi umani, pur prendendo in prestito da estranei, hanno un acuto senso della loro unicità. Più condividono, più ogni gruppo focalizza l'attenzione sulle differenze residue, poiché solo così la coesione e il morale della comunità possono sostenersi.
 
Il risultato è sempre stato conflitto, rivalità e collisione cronica tra gruppi umani, sia grandi che piccoli. Anche se dovesse arrivare il governo mondiale, tali rivalità non cesserebbero, sebbene la loro espressione dovrebbe cambiare in riferimento al potere dominante o ad un'amministrazione mondiale burocratica. Con ogni probabilità, l'[[w:ereditarietà genetica|ereditarietà genetica]] umana è in sintonia con l'appartenenza a una piccola comunità primaria. Solo così la vita può avere significato e scopo. Solo così le regole morali possono essere abbastanza ferme e definite per semplificare le scelte. Ma l'appartenenza a tali gruppi perpetua il divario tra noi e loro e invita i conflitti poiché il modo migliore per consolidare qualsiasi gruppo è avere un nemico a portata di mano.
 
Fino a poco tempo fa, i villaggi rurali costituivano le comunità primarie che davano forma e davano la direzione alla maggior parte delle vite umane. Ma con le comunicazioni moderne e la persistente diffusione delle relazioni di mercato nelle campagne, questo ha iniziato a cambiare. Identità multiple e spesso in competizione, caratteristiche delle città sin dai tempi antichi, hanno iniziato a presentarsi davanti agli occhi stupiti e spesso risentiti della maggioranza umana. Come scegliere tra identità collettive alternative e come conciliare obblighi contrastanti che le diverse identità impongono è il problema morale perenne di tutta la società umana. In passato, la maggior parte delle comunità rurali elaborava regole più o meno inequivocabili per fare tali scelte, in modo che il comportamento morale fosse generalmente ovvio per tutti gli interessati. In contesti urbani, attrito e incertezza erano molto maggiori; e oggi, mentre l'urbanità si espande nelle campagne, ambiguità e incertezza si moltiplicano ovunque.
 
Come conciliare l'appartenenza a vivaci comunità primarie con gli imperativi di un cosmopolitismo emergente è, forse, la questione più urgente del nostro tempo. I vantaggi materiali degli scambi globali e della specializzazione economica sono enormi. Senza un tale sistema, le popolazioni umane esistenti difficilmente potrebbero sopravvivere, tanto meno sostenere gli standard di vita esistenti. Ma come si possa ancora riconciliare la forte adesione alle comunità primarie con la partecipazione ai processi economici e politici globali deve ancora essere scoperto. Nell'antichità emersero congregazioni religiose di fedeli in risposta a bisogni analoghi; e forse qualcosa di simile potrebbe succedere di nuovo. Tuttavia le comunicazioni contemporanee espongono i fedeli a un continuo bombardamento di messaggi da parte di estranei e non credenti. Inoltre, se ciò potesse essere in qualche modo contrastato con successo, le comunità religiose rivali potrebbero scontrarsi, con risultati disastrosi come quelli derivanti dallo scontro tra nazioni rivali del ventesimo secolo.<ref>Qui si veda, ''int. al.'', Marc Ferro, ''The Use and Abuse of History, or, How the Past Is Taught'', Routledge & Kegan Paul, 1984.</ref>
 
Gli affari umani stanno agitandosi sull'orlo di una trasformazione di vasta portata, analoga a ciò che è accaduto quando l'agricoltura emerse dai raccolti ad ampio spettro e le comunità dei villaggi diventarono il quadro principale all'interno del quale le vite umane venivano vissute. Che tipo di comunità può avere successo nell'adattare i propri membri alle comunicazioni globali, agli scambi mondiali e a tutte le altre condizioni della vita umana contemporanea (e futura) resta da vedere. Una catastrofe di proporzioni senza precedenti è sempre possibile. Siamo tutti consapevoli di potenziali disastri ecologici, dovuti all'inquinamento di terra, aria e acqua. La disgregazione sociale a causa di una formazione carente o fuorviante forse non è meno minacciosa.
 
L'ingegno umano e l'inventiva rimangono comunque più vivaci che mai — e forse invenzioni soddisfacenti e sostenibili avverranno localmente e poi si diffonderanno, come altre invenzioni in passato, dopo essersi dimostrate pratiche, si diffusero anche attraverso l'imitazione e l'adattamento, aggiungendosi così alla somma delle capacità umane e allargando la portata della vita umana, età dopo età, attraversando emergenze e crisi innumerevoli, dall'inizio della carriera umana sulla terra fino ai nostri giorni. I rischi possono essere più grandi che mai, ma le possibilità sono di conseguenza vaste.<ref>Marc Ferro, ''The Use and Abuse of History, cit.'', pp. 174-5.</ref>
 
Viviamo, che ci piaccia o no, in un'epoca d'oro in cui vengono stabiliti i precedenti per il futuro. Sembra evidente che costruendo una storia del mondo chiara e precisa, gli storici possono svolgere un ruolo modesto ma utile nel facilitare un futuro tollerabile per l'umanità nel suo insieme e per tutte le sue diverse parti. La forma mutevole della storia del mondo è uno studio degno e affascinante, adatto alla nostra epoca e praticamente utile in quanto un senso chiaro e vivido di tutto il passato umano può aiutare ad ammorbidire i conflitti futuri chiarendo ciò che tutti condividiamo.
 
==Note==