Valore della storia/Parte I: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
avanzamento testo
mNessun oggetto della modifica
Riga 14:
[[w:Giambattista Vico|Vico]] (m. 1744), [[w:Voltaire|Voltaire]] (m. 1778), [[w:Edward Gibbon|Gibbon]] (m. 1794) e [[w:Johann Gottfried Herder|Herder]] (m. 1803) sono stati i pionieri dello sforzo settecentesco per migliorare la struttura biblica ereditata della storia. Ciascuno a modo suo ha desacralizzato il passato, sebbene sia Vico che Herder fossero rimasti cristiani. Come Guicciardini e Machiavelli, presumevano che la volontà umana e le azioni modellassero gli eventi; a differenza dei loro predecessori fiorentini, essi impiegarono la macroistoria, trovando modelli di grande scala nel passato: ciclici, come fecero Vico e Herder; cumulativi e, almeno sporadicamente progressivi, come fecero Gibbon e Voltaire. La storia e la filosofia classiche giocarono un ruolo centrale nel modellare le loro prospettive. Solo Voltaire nella sua ''[[:fr:w:Essai sur les mœurs et l'esprit des nations|L’Essai sur les mœurs]]'' (1756)<ref>{{it}} Voltaire, ''Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni'', a cura di D. Felice, 2 voll., Einaudi ("I Millenni"), 2017.</ref> prestò molta attenzione ai non-europei; e il suo elogio della Cina e il suo rispetto per i musulmani furono in gran parte ispirati dal suo disgusto per la chiesa cristiana. Quindi nulla che assomigliasse a una visione globale del passato emerse dagli sforzi del diciottesimo secolo per correggere l'interpretazione cristiana della storia; ma l'autonomia dell'azione umana fu affermata vigorosamente, con o senza un controllo divino ultimo, sempre più distante.
 
Questo compromesso tra eredità pagane e cristiane proseguì nel diciannovesimo secolo, quando prese forma la visione liberale della storia. Questo è ciò che si nasconde ancora sullo sfondo della storiografia americana contemporanea. L'idea centrale era abbastanza semplice: ciò che contava nella storia era l'avanzata sporadica ma ineluttabile della Libertà. Ciò permetteva agli storici nazionalisti di erigere una visione magnificamente eurocentrica del passato umano, poiché la Libertà (definita in gran parte in termini di istituzioni politiche) era unicamente a suo agio tra gli stati d'Europa, sia nei tempi antichi che in quelli moderni. Il resto del mondo, di conseguenza, si univa al mainstream della storia quando scoperto, colonizzato o conquistato dagli europei. Una storia globale sufficientemente falsa era facile da costruire in questo senso. Tuttavia, per la prima volta l'America, l'Australia, l'Africa e l'Asia trovavano un posto, di certo subordinato ma comunque significativo, nella storia del mondo, e l'intero globo diveniva un teatro per l'avanzata della Libertà umana.<ref>[[w:Rudolf Steiner|Rudolf Steiner]], ''La filosofia della libertà'', Mondadori, 1998, pp. 31-40 e segg.</ref>
 
Nell'ambito del passato europeo, l'attenzione si concentrò su tempi e luoghi in cui la Libertà prosperava o affrontava sfide critiche. L'antichità classica, le invasioni barbariche, l'ascesa di istituzioni rappresentative nel [[w:Medioevo|Medioevo]], il [[w:Rinascimento|Rinascimento]] e la [[w:Riforma protestante|Riforma]], l'[[w:Illuminismo|Illuminismo]] e tutti i magnifici progressi del diciannovesimo secolo erano ciò che meritava di essere studiato; epoche di oscurità e dispotismo potevano essere adeguatamente ignorate poiché non avevano contribuito al flusso principale dei successi umani.
 
Gli Stati Uniti, ovviamente, godettero di un posto particolarmente privilegiato in questa versione della storia, poiché la [[w:Guerra d'indipendenza americana|Rivoluzione del 1776]] e la [[w:Costituzione degli Stati Uniti d'America|Costituzione del 1789]] furono i segnali dell'avanzata della Libertà; e l'espansione della ricchezza e del potere americani nel diciannovesimo e ventesimo secolo offrì un esempio altrettanto ovvio delle ricompense che la Libertà poteva portare ai suoi fedeli e favoriti praticanti. Questo, come ho detto, è ancora lo schema alla base della maggior parte dello studio professionale della storia negli Stati Uniti, anche se alcuni ribelli hanno capovolto tutto rendendo la malvagità dell'aggressione europea contro altri popoli il tema principale della storia moderna, mentre attaccano l’''establishment'' maschilista bianco degli Stati Uniti per il suo sfruttamento non meno malvagio di varie popolazioni subordinate, sia in patria che all'estero.<ref>Steven M. Gillon e Cathy D. Matson, ''The American Experiment: A History of the United States'', II ediz., 2006, ''passim''.</ref>
 
Ovviamente, questa visione liberale e progressiva della storia del mondo (così come la sua inversione capovolta) era un'ingenua secolarizzazione dell’''[[w:epos|epos]]'' cristiano. La libertà sostituiva Dio come attore superno governante; e i popoli liberi privilegiati svolgevano il ruolo terreno assegnato ai cristiani fedeli nel dramma divino della salvezza. Nella misura in cui la ricerca professionale della storia trova il suo significato in questi schemi (o nella sua inversione), rimaniamo chiaramente limitati dall'eredità cristiana, per quanto debole sia diventata nella coscienza contemporanea.