Virtù e legge naturale/Parte VI: differenze tra le versioni

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[[File:Brooklyn Museum - The Aged Simeon (Le vieux Siméon) - James Tissot - overall.jpg|center|510px|"Le vieux Siméon", acquerello su grafite di James Tissot, 1886]]
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[[:en:w:David Novak|David Novak]] ha sostenuto che l'ebraismo include davvero elementi di legge naturale e che questi sono essenziali.<ref>David Novak (n. a Chicago il 9 agosto 1941) è un teologo, filosofo e studioso di filosofia ebraica e [[w:Halakhah|Halakhah]] (Legge ebraica). Rabbino conservatore, si è inoltre formato nell'ambito della teologia morale cattolica. Dal 1997 insegna religone e filosofia presso l'Università di Toronto; le sue aree di interesse includono la teologia ebraica, l'etica e l'etica biomedica, la teoria politica (con particolare enfasi sulla teoria della legge naturale) e le relazioni giudeo-cristiane.</ref> In particolare, sono caratteristiche del pensiero di Maimonide. Lo crede sia per quanto riguarda la Legge rivelata nel Sinai sia per quanto riguarda l'elaborazione rabbinica e lo sviluppo della legge.
{{q|La scelta razionale presuppone un giudizio intelligente (''nihil volitum nisi praecognitum''). Pertanto, mi sembra che la migliore ragione per la scelta del popolo ebraico di stipulare l'alleanza con Dio, come abbiamo visto prima, fosse il suo giudizio secondo cui la conoscenza di Dio dei suoi bisogni e la di Lui preoccupazione per detto popolo fosse una ragione sufficiente per scegliere di accettare l'autorità divina, di accettarne le leggi come obblighi continuamente vincolanti, poiché il rispetto di queste stesse leggi è la partecipazione attiva dell'uomo allo stesso interesse di Dio che si manifesta per la prima volta in Egitto... Per far sì che le persone sappiano che i comandamenti di Dio sono giusti per loro, devono ovviamente avere una certa conoscenza di ciò che è giusto in generale. Questa condizione preliminare è semplicemente inevitabile.<ref>David Novak, "Natural Law, Halacha, and the Covenant", in Elliot N. Dorff & Louis E. Newman, curr., ''Contemporary Jewish Ethics and Morality'', Oxford University Press, 1995, p. 48.</ref>}}
(Si confronti ciò che dice [[w:Tommaso d'Aquino|Tommaso d'Aquino]]: "La creatura razionale è soggetta alla divina provvidenza in un modo più eccellente... essendo provvida sia per se stessa che per gli altri... questa partecipazione della legge eterna alla creatura razionale è chiamata legge naturale".)<ref>Tommaso d'Aquino, ''S.T.'', Q. 91, art. 2.</ref>
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Novak si riferisce alle [[w:Noachismo|leggi noachiche]] in particolare come prova di un elemento di legge naturale nell'ebraismo. E sono ''(a)'' leggi per tutta l'umanità; ''(b)'' come egli afferma: "la legge noachica funziona più come un sistema di principi che come un vero corpus di regole".<ref>''Ibid.'', p. 151.</ref> Ciò è importante perché Novak non intende la legge naturale come un corpus sistematico di requisiti morali specifici. Piuttosto, il progetto di modellare leggi positive è un progetto di specifiche, che rende la legge naturale molto più definita, in un modo che si applichi alle circostanze reali della vita delle persone. Secondo Novak, la legge naturale è meglio vista come "il presupposto dell'Alleanza".<ref>''Ibid.'', p. 186.</ref> La ragione consente agli esseri umani di riconoscere la solidità etica di ciò che viene rivelato e di ciò che è compreso nell'Alleanza che si origina da Dio. Senza la legge naturale, l'ingresso umano nell'Alleanza con Dio sarebbe o una questione di coercizione da parte di Dio o una decisione capricciosa da parte nostra, ed entrambe sono fondamentalmente in contrasto con il pensiero etico ebraico.
 
Novak sostiene che "la legge aturale emerge dal tentativo ebraico di scoprire le «ragioni dei comandamenti»."<ref>''Ibid.'', p. 184.</ref> In questa prospettiva, se la ragione umana può scoprire le ragioni dei comandamenti (si considerino gli sforzi di Saadia[[w:Saadya Gaon|Saadya]] e Maimonide) ), vi sono motivi per comprendere molti dei principali elementi morali dell'ebraismo come elementi di legge naturale. "La scoperta della legge naturale mediante questo intrinseco razionalismo ebraico consente alla filosofia politica di diventare parte di una ricerca ebraica della verità invece di rendere la ricerca della verità e dell'affermazione dell'ebraismo una sorta di antinomia".<ref>''Ibid.''</ref>
 
Novak sottolinea che la teoria della legge naturale è stata generalmente sviluppata sulla base della [[w:metafisica|metafisica]], e sostiene che è meglio fondata sula "tradizione religiosa stessa, in particolare su una costituzione teologica della dottrina della creazione."<ref>''Ibid.'', [61]p. 26.</ref> "Il compito dei pensatori ebrei, quindi, è di recuperare la dottrina della legge naturale all'interno della stessa tradizione ebraica".<ref>''Ibid.'', [62]p. 182.</ref> E "la Torah è il punto da cui cerchiamo il nostro irrecuperabile passato, che è la creazione, e il nostro futuro irraggiungibile , che è la redenzione."[63]<ref>''Ibid.'', p. 143.</ref> Novak sostiene inoltre che nel vedere tutti i comandamenti in termini di relazione tra corpo e anima, Maimonide articola una visione secondo la quale "tutti i comandamenti della Torah sono legge naturale".[<ref>''Ibid.'', 64]p. 134.</ref> Tuttavia, ciò non significa che "si possa dare una spiegazione razionale per ognuno dei dettagli di ogni legge".[65]<ref>''Ibid.'', pp. 134–135.</ref> Molte delle leggi rituali, ad esempio, non sono adatte a spiegazione razionale in nessun modo evidente.
 
Nella storia della teoria della legge naturale ci sono diversi approcci alla domanda "Cosa la rende legge naturale?" Molte delle prime teorie del contratto moderno hanno trovato "il naturale" nelle preoccupazioni, tendenze e capacità fondamentali degli esseri umani, inteso come una base per obblighi, protezioni e requisiti razionalmente garantiti. Agli stoici potrebbe essere attribuita la legge naturale nella misura in cui consideravano il seguire la ragione come un modo per seguire i principi di ordine e intelligibilità del cosmo. Esiste una lunga tradizione di teorizzazione cattolica della legge naturale in cui un'antropologia teleologica si unisce a una teologia cristiana della salvezza. Inoltre, nell'attuale contesto sono state sviluppate una serie di teorie della legge naturale. [[:en:w:Robert P. George|Robert George]],<ref>Robert Peter George (nato in [[w:Virginia Occidentale|Virginia Occidentale]] il 10 luglio 1955) è un intellettuale cattolico e filosofo giurista statunitense, attualmente professore di Giurisprudenza e Direttore del programma accademico "James Madison Program in American Ideals and Institutions" presso l'[[w:Università di Princeton|Università di Princeton]]. Insegna interpretazione costituzionale, libertà civili e filosofia della legge/politica. Detiene altri incarichi al [[:en:w:Witherspoon Institute|Witherspoon Institute]], al [[w:Università di Notre Dame|Notre Dame]] Center for Ethics and Culture e alla [[w:Harvard Law School|Harvard Law School]].</ref> per esempio, sostiene che "la conoscenza pratica oggettiva (compresa la conoscenza morale) è in effetti possibile, ed è possibile proprio grazie alla nostra comprensione intellettuale di principi pratici veramente basilari, non-derivativi e concreti".<ref>Robert George, ''In Defense of Natural Law'', Oxford University Press, 2004, p. 3.</ref> Fondamentale nella sua interpretazione è che dovrebbero esistere "beni intrinsecamente preziosi per gli esseri umani ("beni umani di base") e, proprio come tali, fornire ragioni d'azione intelligibili (non strumentali)..."<ref>''Ibid.'', p. 24.</ref> E continua: "L'intelletto pratico stesso afferra alcuni fini come motivi di azione che non richiedono ulteriori motivi. Sono intelligibili come fini in se stessi."<ref>''Ibid.'', p. 38.</ref>
 
In un'osservazione che ha un'affinità con il punto di vista di Novak, George afferma che "la nostra comprensione intelligente dei beni umani è ciò che rende possibili le questioni morali."<ref>''Ibid.''</ref> (Si ricorda qui che Novak sostiene che i principi della legge naturale sono accertati dalla riflessione razionale su questioni etiche e la loro giustificazione razionale.) Caratterizzando l'importante interpretazione di Aquino da parte di [[:en:w:Germain Grisez|Germain Grisez]], George scrive: "Le determinazioni del primo principio della ragion pratica si riferiscono ai beni intrinseci che rendono intelligibili le scelte umane".<ref>''Ibid.'', p. 45.</ref> "Queste determinazioni servono quindi come primi principi pratici – i precetti più elementari della legge naturale."<ref>''Ibid.''</ref> Come Novak, ma senza fare appello direttamente alla Scrittura come base, George sostiene che la moralità ha bisogno della legge naturale, poiché quest'ultima fornisce basi razionali alla prima, nella forma di motivi giustificativi e principi generali attraverso le cui specifiche determinazioni possiamo accertare i requisiti morali. C'è una base intelligibile nella ragione per i requisiti morali. E nell'ambito del pensiero della legge naturale ebraica è probabilmente giusto dire, come afferma [[:en:w:David Hartman (rabbi)|David Hartman]]: "I ''[[w:Mishpatim (parashah)|Mishpatim]]'' esprimono la particolarità ebraica in quanto incarnano la comprensione universale della natura dell'uomo. Gli ''[[w:Chuqqim|Hukkim]]'' riflettono la particolarità ebraica in isolamento dalla ragione."<ref>David Hartman, ''Torah and Philosophic Quest'', Jewish Publication Society of America, 1976, p. 147.</ref>
 
Alcuni teorici della legge naturale, sia all'interno della tradizione cristiana (principalmente cattolica) che al di fuori di essa, fanno ampio uso della filosofia di Aristotele nell'esporre i loro casi. Abbiamo discusso alcuni dei punti chiave di confronto e contrasto tra Aristotele e Maimonide. Di seguito farò brevemente notare alcune ragioni per cui non mi è chiaro che Aristotele sia correttamente considerato un pensatore di legge naturale, anche se le risorse nella sua filosofia possono essere utilizzate in vari modi dai teorici della legge naturale. Ha punti significativi di sovrapposizione con tale teoria, ma ha una posizione e un carattere che sono indipendenti da essa.
 
Dobbiamo notare che il fatto che l'ebraismo implichi rivelazione e provvidenza non conta sul fatto di avere un'etica di legge naturale. In effetti, alcune delle più influenti teorie della legge naturale sono esplicitamente e fondamentalmente teiste proprio in tal modo. Questo fatto non costituisce la prova principale contro il caso della legge naturale maimonidea. Ci sono altri motivi.
 
Nella ''Guida'', discutendo della diversità umana e della straordinaria conoscenza delle differenze tra le persone necessaria per perfezionarle, Maimonides scrive: "Fa parte della saggezza della divinità riguardo alla permanenza di questa specie di cui ha voluto l'esistenza, che Egli abbia messo nella sua natura che gli individui ad essa appartenenti avessero la facoltà di governare."<ref>Maimonide, ''Guida'', 2:40, {{en}} p. 382.</ref> Il Sovrano più eccellente comprende sia la diversità degli individui sia
{{q|prescrive azioni e abitudini morali che tutti devono sempre praticare nel allo stesso modo, cosicché la diversità naturale sia nascosta attraverso i molteplici punti dell'accordo pattizio e che la comunità diventi ben ordinata. Pertanto dico che la Legge, sebbene non sia naturale, entra in ciò che è naturale.<ref>''Ibid.''</ref>}}
 
Non è evidente che la frase finale sia un ripudio di Maimonide e una squalifica della legge naturale, sebbene i critici dell'opinione che ci sia una legge naturale in Maimonide (per esempio, Fox) la leggono in quel modo. Anche se la Legge non può essere letta/interpretata dalla natura, ciò non implica che non sia naturale, se tra i significati di "naturale" includiamo una nozione di "ciò che può essere compreso in termini di fine". Tale penso sia un aspetto della visione di Novak. Richiama l'attenzione sull'insistenza di Maimonide sul fatto che tutti i comandamenti devono avere ragioni, anche se non possiamo discernerle. "Perché assumere altrimenti sarebbe un affronto alla saggezza del legislatore divino".<ref>Novak, ''Natural Law in Judaism'', p. 96.</ref> E inoltre, "vedendo le ragioni dei comandamenti (''ta’amei hamitzvot'') come loro ''scopo'', la teleologia di Maimonide è costruita su un solido precedente rabbinico."<ref>Ibid., p. 97. Per ''ta’amei hamitzvot'' si veda {{en}}[https://www.jewishvirtuallibrary.org/reasons-for-commandments "Reasons for the Commandments].</ref>
 
Un modo per formulare il problema interpretativo è il seguente. La Legge viene rivelata e contiene perlomeno una gran quantità di cose che la ragione non avrebbe accertato – né intese come obbligatorie – da sola. Inoltre, almeno in alcuni passi, Maimonide sostiene che seguire la Legge è tutt'altro che meritorio a meno che non sia fatto perché Dio ha rivelato i comandamenti. Tuttavia, Maimonide (come Saadya) asserisce che ci sono ragioni per i comandamenti; che nessuno dei comandamenti esula dalla saggezza di Dio – non tutti i particolari della quale quali sono da noi raggiungibili – ma quest'ultima non è in conflitto con la ragione. Inoltre, per riconoscere i comandamenti come veramente benefici per l'umanità, è necessario che ci sia sufficiente ricettività da parte nostra, fondata sulla comprensione e sulla disposizione razionali. La teleologia dei comandamenti (se non in ogni dettaglio) è comprensibile da una sorta di intendimento morale da essi presupposta. Questa è una base cruciale per apprezzare i modi in cui la Legge è una disciplina di perfezione.
 
Questi ultimi punti possono sembrare costruire congiuntamente un caso per interpretare l'ebraismo come comprendesse elementi di diritto naturale. Novak, per esempio, vuole dimostrare che "l'introduzione del termine ''natura'', quindi ''legge naturale'', in una teologia ebraica della legge è un miglioramento rispetto al termine più vago di ''comandamenti razionali'' (''mitzvot sichliot'') usato in precedenza".<ref>''Ibid.'', p. 125. Sulle molteplici modalità del ''[[w:mitzvah|mitzvah]]'', si veda {{en}}[http://www.eretz.com/NEW/langbarmitzvah.shtml "The Many Modes of Mitzvah"] su ''Eretz Magazine''. Consultato 5 ottobre 2019.</ref>
 
Novak sottolinea che la teoria della legge naturale è stata generalmente sviluppata sulla base della [[w:metafisica|metafisica]], e sostiene che è meglio fondata sula "tradizione religiosa stessa, in particolare su una costituzione teologica della dottrina della creazione." [61] "Il compito dei pensatori ebrei, quindi, è di recuperare la dottrina della legge naturale all'interno della stessa tradizione ebraica". [62] E "la Torah è il punto da cui cerchiamo il nostro irrecuperabile passato, che è la creazione, e il nostro futuro irraggiungibile , che è la redenzione."[63] Novak sostiene inoltre che nel vedere tutti i comandamenti in termini di relazione tra corpo e anima, Maimonide articola una visione secondo la quale "tutti i comandamenti della Torah sono legge naturale".[ 64] Tuttavia, ciò non significa che "si possa dare una spiegazione razionale per ognuno dei dettagli di ogni legge".[65] Molte delle leggi rituali, ad esempio, non sono adatte a spiegazione razionale in nessun modo evidente.
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1. Ibid., p. 26.
2. Ibid., p. 182.
3. Ibid., p. 143.
4. Ibid., p. 134.
5. Ibid., pp. 134–135.
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