Infinità e generi/Narrativa e informazione: differenze tra le versioni

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Se, come dicevamo, i generi narrativi manifestano la dimensione del tempo, in linea di principio possono essere resi in versi o in prosa dal fatto stesso che questa dimensione contiene un aspetto di continuità e un altro di discontinuità: il tempo scorre irrevocabilmente e ininterrottamente, ma è sezionato dalla distinzione quantitativa e qualitativa dei suoi vari momenti.
 
Parimenti, i generi espositivi possono apparire in versi o in prosa poiché riflettono l'estensione continua o la differenziazione in dimensioni, piani, luoghi, righe e punti (il punto, in geometria, coincide sia strutturalmente che simbolicamente con la nozione temporale di "momento" e la nozione aritmetica di "zero". È in questo "zero" che le dimensioni si incontrano, è in esso che inizia la loro differenziazione secondo modelli quantitativi di continuità o discontinuità).<ref>Vedi spec. lo studio di [[w:Ananda Coomaraswamy|Ananda K. Coomaraswamy]] sul numero ''zero'', citato successivamente. Cfr. anche [[w:Vasilij Vasil'evič Kandinskij|Wassily Kandinsky]], ''Point-Ligne-Plan. Contribuition à l'Analyse des Élements Picturaux'', Denoel, 1970, che, molto appropriatamente per noi in questo studio, definisce il punto geometrico come "l'unione ultima e unica di silenzio e parola" (p. 33).</ref>
 
Per capire cosa stiamo per dire è necessario tenere presente che questi principi di genere sono ontologici e non psicologici; non devono essere presenti nella mente dell'autore mentre scrive la sua opera; rimangono, per così dire, dietro l'atto della creazione letteraria, sorvegliando il suo campo di possibilità. Qualsiasi autore che sia profondamente consapevole di questi principi può certamente utilizzarli deliberatamente come elementi tecnici; tuttavia, anche se non ne ha la minima idea, eserciteranno comunque la loro azione delimitante. Può anche accadere che l'artista si armonizzi con loro in un modo totalmente inconscio, basandosi sul fatto di rimanere fedele all'intenzione formale che è la sua ispirazione, perché fare arte non è altro che dare forma, e l'uomo non può dare forma se non secondo la sua propria forma di esistere, percepire e creare.