Un fico secco/Parte II: differenze tra le versioni

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Potrebbe anche esserci una connessione tra Tisha B’Av e le dodici spie di Numeri {{passo biblico|Numeri|13}}; il [[w:Midrash|Midrash]] registra "che Dio segnò il nove di Av come un giorno di catastrofe a causa dell'incidente delle spie nel deserto... Dio allora ordinò la distruzione del Tempio in quel giorno."<ref>Strassfeld, ''Jewish Holidays'', 87‒88.</ref>
 
È possibile che la ricorrenza di Tisha B’Av potesse esserevenisse celebratocelebrata durante il periodo di Gesù e quando egli maledice il fico i discepoli che ascoltano la sua maledizione potrebbero averla associata a questo digiuno ebraico che commemora la distruzione del Tempio. Sappiamo da passi come Luca {{passo biblico|lc|4:17-19}} che i profeti dell'Antico Testamento venivano letti in pubblico; durante il Tisha B’Av, la pericope di Geremia potrebbe essere stata letta pubblicamente ai tempi di Gesù. Ma ci sono altri passi veterotestamentari e altre festività che indicano la distruzione e il giudizio del Tempio. Cercheremo ora di determinare se esista una dimensione agricola col Tisha B’Av che si possa collegare anche alla scena.
 
===''Tisha B’Av, il 15 di Sh’vat e gli alberi''===
Sembra che ci sia una connessione con gli "alberi" nel digiuno di Tisha B’Av, che si verifica sei giorni prima del [[w:Shevat|quindici di Sh’vat]], la festività degli alberi. Trepp scrive: "Non possiamo escludere la possibilità che anche questo giorno [il Tisha B’Av] possa avere connessioni con i riti della natura... Riscontriamo che il quindici di [[w:Av (mese)|Av]] era osservato come la festa della raccolta degli alberi; potrebbe anche essere stato preceduto dalla purificazione."<ref>Leo Trepp, '''The Complete Book of Jewish Observance'' (New York: Behrman/Summit, 1980), 206.</ref> "Quale giorno di purificazione che precede la raccolta degli alberi ", continua Trepp, "Tishah b'Av corrisponderebbe quindi al dieci di [[w:Tevet|Tevet]], il digiuno che precede il quindici di Sh'vat, ''Capodanno degli alberi'', tempo di piantagione di alberi. L'uno veniva osservato quando i giorni si allungavano e la natura si risvegliava; l'altro, quando i giorni si accorciavano e la natura aveva prodotto i suoi doni."<ref>Trepp, ''Jewish Observance'', 206‒207.</ref>
 
Quando si pensa alle festività ebraiche e all'agricoltura, le tre dominanti sono: [[w:Pesach|Pesach (Pasqua ebraica)]], [[w:Shavuot|Shavout ("Settimane" o Pentecoste) e [[w:Sukkot|Sukkot (Capanne/Tabernacoli)]], corrispondenti ai raccolti di orzo, grano, primizie e la celebrazione finale dopo che tutta l'agricoltura è stata completata; molti però non sono a conoscenza del quindici di Sh'vat e della sua connessione con Tisha B'Av.
 
Il 15 di Av era considerato il "Capodanno degli alberi".<ref>Trepp, ''Jewish Observance'', 153.</ref> "In Egitto, era vietato danneggiare qualsiasi albero da frutto perché il [[w:Osiride|dio Osiride]] vi dimorava. Troviamo una proibizione simile nella [[w:Torah|Torah]], che ritiene necessario respingere qualsiasi credenza nel carattere umano, ancor meno divino, di un albero, sostenendo invece che l'albero sostiene la vita e deve essere preservato anche in guerra."<ref>Trepp, ''Jewish Observance'', 153.</ref>
{{q|Con gioia, si osserva il risveglio della vita negli alberi. Il quindici di Sh’vat è una festa riservata alla natura... Ci viene tuttavia proibito di raccogliere i frutti con cui la Terra di Israele è stata particolarmente benedetta, poiché è paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele [Deut. {{passo biblico|Deut|8:8}}]... Il festival viene così a rivelare il significato della restaurazione di Israele come nazione sovrana.<ref>Trepp, ''Jewish Observance'', 154. La frutta e il grano citati in Deut. 8:8 rappresentano "la fertilità della terra d'Israele"; Rabbi Irving Greenberg, ''The Jewish Way: Living the Holidays'' (New York: Touchstone/Simon & Schuster, 1993), 419, vedi anche 418 sull'aspetto agricolo della festività.</ref>}}
 
==''Conclusione''==