Un fico secco/Parte I: differenze tra le versioni

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Lo scopo principale di questa sezione è cercare il tipo di ambiente sociale postpasquale in cui il gruppo marciano si sarebbe trovato in una posizione subordinata rispetto a un gruppo che non avrebbe tollerato nessuna offesa contro il Tempio di Gerusalemme o il suo ricordo. Siccome possiamo supporre che tutti coloro che erano fedeli al Tempio di Gerusalemme avevano origini etniche ebraiche o forti attaccamenti ebraici, ogni possibile ambiente sociale che possa corrispondere alle nostre esigenze doveva includere un'importante popolazione ebraica.
 
È imperativo notare qui che la questione della fine del Tempio avrebbe generato antagonismi, non solo prima, ma anche dopo la sua effettiva distruzione da parte dei romani nel 70 d[[w:era volgare|e.Cv.]] Sappiamo, infatti, che questo drammatico evento è stato un duro colpo per la maggior parte degli ebrei tradizionali che si sarebbero sicuramente offesi contro chiunque avesse mostrato soddisfazione per ciò che era successo.
 
Naturalmente, la maggior parte delle aree più tradizionalmente ebraiche in Palestina, prima e dopo il 70 d[[w:era volgare|e.Cv.]], avevano popolazioni ebraiche sufficientemente importanti da giustificare l'uso del discorso velato da parte di qualsiasi gruppo che parlasse contro il Tempio. Anche nei luoghi in cui il governo locale era nelle mani dei gentili, il peso sociale degli ebrei avrebbe scoraggiato qualsiasi espressione pubblica di desiderio o gioia per la distruzione del Santuario (si veda il martirio di Stefano in Atti {{passo biblico|Atti|6:8-7:60}}).
 
Nella [[w:Diaspora ebraica|diaspora]], tutto dipendeva dal potere relativo della comunità ebraica di influenzare i "padroni di casa", i gentili, e/o di gestire i propri affari interni. Potenti comunità ebraiche influenti potevano spingere le autorità o i gruppi di pressione gentilizi ad agire contro qualsiasi persona o gruppo che parlasse apertamente contro le tradizioni sacre ebraiche. (Le situazioni descritte in Atti {{passo biblico|Atti|13:50;17:10-14}} apparterrebbero a questo tipo.) Nel caso che la comunità ebraica non fosse stata così influente ma avesse avuto il potere di gestire i propri affari interni, poteva comunque adottare misure contro i propri membri offensivi, ma non contro gli estranei. (L'atteggiamento di Gallione in Atti {{passo biblico|Atti|18:12-17}} presuppone che la comunità ebraica dell'Acaia avesse l'autonomia di giudicare in merito a questioni relative alla propria [[w:Halakhah|Legge]] e tradizioni).
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Questo requisito riduce la gamma delle possibili impostazioni sociali marciane a tre tipi principali ed esclude il quadro di un gruppo totalmente gentilizio situato in un ambiente di gentili. Nel contesto del lungo e ancora irrisolto dibattito sull'origine del Vangelo di Marco, tale delimitazione è, in effetti, un piccolo passo avanti ma, tuttavia, un passo significativo.
 
Infine, vale la pena notare che le nostre conclusioni sono chiaramente compatibili con una delle due ipotesi sulla posizione del gruppo marciano preferito dagli studiosi moderni: quella della Palestina.<ref>Marcus 1992; Marcus 2000: 25-36.</ref> Per quanto riguarda la seconda, Roma,<ref>Incigneri.</ref>, la compatibilità con queste conclusioni non è così chiara, ma ci offrono alcuni criteri significativi nella ricerca di una risposta. Dato che Roma era una località della diaspora ebraica, dovremmo verificare se, tra la morte di Gesù e la metà del secondo secolo d[[w:era volgare|e.Cv.]], ci fossero comunità ebraiche in questa città che soddisfacessero le condizioni per uno dei tipi di ambiente della diaspora sopra menzionati. Questi criteri collegherebbero la possibilità di una sede romana per il gruppo marciano ad altre due questioni importanti e correntemente dibattute da storici ed esegeti:
* la situazione sociale della popolazione ebraica a Roma, il suo relative potere, influenza e autonomia, e
* la prima separazione tra ebraismo e cristianesimo in quella città o, in termini più concreti: la possibilità di un gruppo di marciano totalmente o parzialmente incluso nella comunità ebraica di Roma.