Un fico secco/Parte II: differenze tra le versioni

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Perfino ai demoni che possiedono esseri umani sembra sia concessa da Gesù più misericordia che non al fico (cfr. Marco {{passo biblico|mc|5:1-20}}; Matt. {{passo biblico|mt|8:28-34}}; Luca {{passo biblico|lc|8:26-37}}).<ref>D. A. Carson, "Matthew" EBC (Grand Rapids: Zondervan, 1984): 446 asserisce che la cacciata dei demoni nei porci da parte di Gesù supporta la scena della maledizione del fico come "non troppo fuori carattere"; "Forse il fatto che due miracoli punitivi — i porci e il fico — non siano diretti contro persone ci dovrebbe insegnare qualcosa della compassione di Gesù." Ma Gesù mostrò un certo grado di misericordia e obbedì quando i demoni lo pregarono di essere scagliati contro i porci, mentre invece il fico non poteva parlare.</ref> I morti vengono risuscitati, gli infermi sono guariti, i ciechi vedono, migliaia vengono nutriti e persone salvate, ma un povero albero indifeso che è bersaglio di una maledizione e avvizzisce sino alle radici, ciò non suona come una rappresentazione coerente di Gesù secondo i quattro evangelisti e Marco in particolare.
 
Telford crede che questa scena sia così dura che Luca deliberatamente sceglie di ometterla.<ref>William R. Telford, ''Barren Temple and the Withered Tree'', JSNTS 1 (Sheffield: JSOT, 1980), 239, scrive: "La dura impostazione della storia di Marco viene riconosciuta da Luca che decide di ometterla. Il terzo evangelista sostituisce la pericope con un caratteristico lamento su Gerusalemme e in precedenza fa raccontare a Gesù la parabola di un fico sterile a cui è stato concesso un periodo di grazia"; ma si veda Carson, "Matthew", 444 per la sua critica di Telford.</ref> La scena è ancora più inquietante quando si aggiunge la frase di Marco {{passo biblico|mc|11:13}}: "Non era infatti quella la stagione dei fichi." Probabilmente i fichi erano stati raccolti qualche tempo prima e l'albero ne avrebbe prodotti ancora mesi dopo. Questa espressione fa apparire Gesù preso dalla rabbia a causa della fame, pur sapendo che il fico non poteva soddisfarla,<ref>Si veda See Heirs, "Season for Figs", 394‒400. R. Alan Culpepper, ''Mark'' (Macon: Smyth & Helwys, 2007), 373 aggiunge: "L'aspetto più problematico di questo passo già difficile di per sé, è il commento di Marco che non era tempo di fichi."; vedi anche Kirk, "Time for Figs", 520‒522.</ref> il che fa sorgere la domanda se Gesù abbia veramente detto qualcosa del genere.<ref>John Nolland, ''Luke 9:31‒18:34'', WBC 35B (Waco: Word, 1989), 836 commenta: "L'unità originale del materiale marciano è stata ampiamente messa in dubbio... Non sorprende che la storicità dell'avvizzimento del fico sia stata criticata." Ma ciò dà l'impressione che gli esegeti critiani vogliano rifiutare un comportamento, molto umano, di Gesù per non rovinarne il quadro mite e sdolcinato. Infatti Craig Evans, ''Mark 8:27‒16:20'', WBC 34B (Nashville: Nelson, 2006), 166, sostiene che in enere gli storici "laici" confermano la storicità del testo. Heirs, "Figs", 394, scrive: "Gli interpreti hanno due scelte principali... Una è di sostenere che qualcuno abbia manomesso il testo. L'altra è di proporre una spiegazione «simbolica»." Ma pare che nessuno desideri considerare l'episodio nella sua accezione più semplice: che Gesù si sia sinceramente incavolato!</ref>
Cosa è successo?
 
Molti commentatori fanno appello a spiegazioni teologiche per esonerare il comportamento di Gesù. Garland, ad esempio, fa riferimento all'uso marciano di intercalazioni per esonerare Gesù: "La tecnica di Marco di intercalare offre una soluzione a questo enigma e corregge l'intedrpretazione che Gesù ceda a un attacco di malumore irrazionale".<ref>David E. Garland, ''Mark'', NIVAC (Grand Rapids: Zondervan, 1996), 433; ''contra'' Adela Yarbro Collins, ''Mark: A Commentary'', Hermeneia (Minneapolis: Augsburg/Fortress, 2007), 525, che ammonisce: "i critici dovrebbero essere cauti nell'esagerare il grado in cui le storie intercalate possano essere intese a interpretarsi tra loro"; vedi anche Kirk, "Time for Figs", 511‒12.</ref> Stein cerca di assolvere la situazione imbarazzante sottolineando il temperamento uniforme di Gesù:
{{q|La reazione di Gesù in 11:14 non è affatto descritta come irata. Nulla si dice delle condizioni emotive di Gesù (confronta 1:43) e la descrizione di Gesù che "maledice" il fico perde gran parte del suo presunto sapore di vetriolo quando ci rendiamo conto che questa "maledizione" non ha nulla a che fare con profanità e oscenità ma si riferisce piuttosto ad un atto simbolico di condanna e giudizio.<ref>Robert H. Stein, ''Mark'', BECNT (Grand Rapids: Baker Academic, 2008), 513. Insomma, non si riesce proprio ad accettare un comportamento iroso di Gesù!</ref>}}
E parimenti Stein commenta: "È chiaro che Marco non vuole che i suoi lettori pensino che ciò che Gesù fa in 11:14 è dovuto a rabbia o ira".<ref>Stein, ''Mark'', 514. Per una discusssione esaustiva delle varie interpretazioni, si veda Telford, ''Temple and Tree'', 1‒25; Collins, ''Mark'', 522‒37. Sulla questione della scena del fico intesa come insegnamento a credere nella preghiera, vedi Carson, "Matthew", 446. Stein, ''Mark'', 508‒509, 519, non crede che Marco originariamente volesse collegare la maledizione del fico col credere nella preghiera; vedi anche M. D. Hooker, ''The Gospel according to Saint Mark'', BNT (Londra: Black, 1991), 269.</ref>
 
Tuttavia, il tono di Marco 11:14 appare atipico di Gesù anche se motivato da un pensiero teologico. Sebbene interpretarlo come giudizio estingua un po' di dissonanze, le parole dei critici suonano comunque vere: Marco avrebbe potuto trovare un modo più salutare di insegnare queste lezioni, cosa che chiaramente fa nei capitoli successivi.<ref>Si veda France, ''Mark'', 439.</ref>
 
Allora, come dobbiamo interpretare veramente questa situazione anomala?
 
In questa Parte II, le ricorrenze ebraiche come il [[w:Digiuni ebraici|Digiuno di Tisha B’Av e Sh’vat/15 di Av]]<ref>Possono essere scritti come ''Tishoh B’Ov, Tishah Be-Av, Tisha B’Ab'', e Nove di Av/Ab. "Sh’vat" è noto anche coi nomi ''Shvat, Tu Bishvat, Tu B’Av'', e ''Tu B’shvat''.</ref> saranno esplorati per vedere se potessero far parte del contesto di Marco 11:14. Poiché è già stato menzionato che l'insegnamento di Gesù sul giudizio assolve una parte della scena imbarazzante, questa sezione discuterà tale elemento di Marco 11:14 come parte della più ampia [[w:pericope|pericope]] di {{passo biblico|mc|11:12-25}} e in relazione alle [[w:festività ebraiche|festività ebraiche]] — digiuno di [[w:Tisha b'Av|Tisha B'Av]] e [[w:Shevat|Sh'vat]]/15 di [[w:Av (mese)|Av]]. Se le ricorrenze ebraiche potessero essere l'impulso alla maledizione nella scena del fico, allora la sua dura incoerenza verrebbe attenuata.
 
==Giudizio su Israele e Tempio==