Un fico secco/Parte I: differenze tra le versioni

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Le [[w:Tanakh|Scritture Ebraiche]] si appropriarono di questo modello simbolico per esprimere la speciale relazione di Israele con il suo Dio. In questi testi sacri e nella letteratura antica ebraica in generale, l'immagine della pianta sterile o improduttiva viene spesso applicata a tutto il popolo di Israele, o ai suoi leader politici e religiosi. Funziona come la controparte negativa della metafora pervasiva di Israele quale piantagione scelta da Dio, o come le primizie dei Suoi campi. Queste due metafore si basano sulla premessa centrale dell'autoconsapevolezza di Israele. Secondo tale premessa, Dio ha preferito Israele tra tutte le altre nazioni per mantenere con lui un rapporto privilegiato basato su amore, fiducia e fedeltà. Ha protetto e beneficiato Israele in cambio della sua promessa di amarLo e obbedirLo come unico Dio. Ma sin dall'inizio Israele ha ripetutamente defraudato le aspettative di Dio. In termini metaforici, non è riuscito a produrre i frutti che Dio si aspettava da lui. Pertanto, è costantemente minacciato di condanna divina a dure punizioni o distruzioni.<ref>Si vedano: Numeri {{passo biblico|Numeri|24:5-6}}; Isaia {{passo biblico|Isaia|5:1-7;27:2-5}}; Geremia {{passo biblico|Geremia|2:3,21;11:15-17;12:10}}; Ezechiele {{passo biblico|Ezechiele|17:1-8,22-23;19:10-14}}; Osea {{passo biblico|Osea|9:10;10:1;14:6-7}}; Salmi {{passo biblico|Salmi|80:8-16}}.</ref>
 
Nel Nuovo Testamento, l'immagine della pianta o piantagione scelta da Dio rappresenta più frequentemente i fedeli in Cristo, che sono metaforicamente incoraggiati a dare buoni frutti.<ref>Romani {{passo biblico|romani|7:4-5}}; 2 Corinzi {{passo biblico|2cor|9:10}}; Galati {{passo biblico|galati|6:7-9}}; Filippesi {{passo biblico|filippesi|1:11}}; Giacomo {{passo biblico|giacomo|3:18}}.</ref> Tuttavia, la rappresentazione della punizione meritata dalle persone moralmente carenti con la distruzione di piante infruttuose è anche molto evidenziata nel NT.<ref>Si veda per es. Matteo {{passo biblico|mt|7:19}}; Luca {{passo biblico|lc|13:6-9}}.</ref>
 
Il modello metaforico tradizionale della pianta che merita la distruzione perché non ha prodotto i frutti attesi funziona con l'ovvia supposizione che la punizione avrà luogo nella stagione appropriata, quando i frutti del suo genere raggiungono la maturità e gli agricoltori li raccolgono. Pertanto, ogni volta che viene citato o indicato implicitamente, il tempo della raccolta simboleggia il tempo del giudizio.
 
La spiegazione di Gesù riguardo alla parabola della zizzania in Matteo {{passo biblico|mt|13:36-43}} offre una buona illustrazione di come funziona questo simbolismo: il grano rappresenta i figli del regno, la zizzania improduttiva i figli del maligno (v. 38) e il tempo del raccolto la fine dell'età (v. 40), quando i malvagi, che in questo caso sono rappresentati non da una pianta sterile, ma da un raccolto improduttivo, saranno puniti.
 
Altri testi rilevanti che assumono chiaramente lo stesso schema metaforico sono Luca {{passo biblico|lc|3:9}} (= Matteo {{passo biblico|mt|3:10}}), Galati {{passo biblico|galati|6:7-9}}, Filippesi {{passo biblico|filippesi|1:1}}, Giacomo {{passo biblico|giacomo|3:18}} ed Ebrei {{passo biblico|ebrei|6:4-8}}.
 
Come mostrano i casi succitati, nel contesto culturale dell'antico ebraismo e della letteratura NT, il simbolo della pianta sterile distrutta può essere considerato una metafora ben nota che si riferisce a individui o gruppi di esseri umani che meritano una punizione a causa della loro inadeguatezza morale. Pertanto si può presumere che i discepoli di Gesù nella narrativa di Marco e il pubblico a cui il Vangelo di Marco era indirizzato, lo conoscessero bene. Questa familiarità li avrebbe predisposti ad interpretare la maledizione del fico in 11:12-14 come un messaggio simbolico in qualche modo collegato alla condanna morale di un individuo o di un gruppo socialmente rilevante. Inoltre, la semplice correlazione metaforica tra la stagione dei fichi e il giudizio di Dio, insieme al commento del narratore nel v. 13d, renderebbe tale pubblico consapevole dell'unica caratteristica imbarazzante nella condanna simbolica fatta da Gesù: che fu pronunciata senza aspettare quel giudizio.
 
==Il significato dell'episodio del fico nel suo contesto narrativo==