Un fico secco/Parte I: differenze tra le versioni

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L'episodio marcano del fico (Marco {{passo biblico|mc|11:12–1412-14;20–2520-25}}) che descrive il doppio incontro di Gesù con un [[w:Ficus carica|fico]] durante i suoi ultimi giorni a Gerusalemme, pone una serie di gravi problemi esegetici. Alcuni di questi problemi hanno a che fare con la natura della sua relazione con la scena del [[w:Tempio di Gerusalemme|Tempio]] ({{passo biblico|mc|11:15–1915-19}}) che interrompe il flusso narrativo dell'episodio. Dato il peso che una scena del genere ha necessariamente su qualsiasi valutazione dell'atteggiamento di Gesù nei confronti del Tempio, l'interpretazione data all'episodio del fico potrebbe avere conseguenze di più ampia portata per tale importante questione di quanto non potrebbe suggerire una rapida lettura acritica.
{{q|<sup>12</sup>La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. <sup>13</sup>E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. <sup>14</sup>E gli disse: "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti". E i discepoli l'udirono. <sup>15</sup>Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe <sup>16</sup> e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. <sup>17</sup>Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!". <sup>18</sup>L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. <sup>19</sup>Quando venne la sera uscirono dalla città.<br/>
<sup>20</sup>La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. <sup>21</sup>Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato". <sup>22</sup>Gesù allora disse loro: "Abbiate fede in Dio! <sup>23</sup>In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. <sup>24</sup>Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. <sup>25</sup>Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati".}}
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Nel nostro caso, la differenza tra i contenuti narrativi del contesto generale e la scena centrale suggerisce fortemente che, se correlati, la loro relazione non può essere che simbolica o metaforica. Così com'è, la maggior parte dei commentatori segue questa interpretazione e propone interpretazioni simboliche dell'episodio del fico che riguardano, in un modo o nell'altro, l'appassimento dell'albero con il destino del Tempio di Gerusalemme o della nazione ebraica.<ref>Gasparro; Marcus 2009: 788–90; Collins: 462–63; Focant: 422; Moloney: 227; Donahue & Harrington: 331–32; Evans: 151–54; Meier: 887–89; Hooker: 261.</ref>
 
Una delle interpretazioni che dà un senso al v. 13d, e che è stata adottata da molte esegesi simboliche dell'episodio del fico, è quella di Lohmeyer (133–36). Questo autore attinge da certe tradizioni ebraiche e dell'Antico Testamento che collegavano l'età escatologica o messianica ad una straordinaria fruttificazione delle piante. Secondo lui, il motivo per cui il fico fu distrutto è che non aveva alterato i suoi modi naturali per ricevere Gesù, rimanendo infruttuoso di fronte al Messia che arrivava. Per coloro che usano l'idea di Lohmeyer nell'ambito di un modello interpretativo simbolico, la distruzione dell'albero rappresenta la punizione escatologica meritata dall'istituzione religiosa ebraica o dal popolo ebraico – rappresentati dal Tempio – per non aver riconosciuto Gesù come il Messia. La maggior fragilità di questo approccio è che non giustifica il motivo con cui il Gesù marcano spiega ciò che è successo all'albero usando linee totalmente diverse, cioè come risultato di preghiera devota (vv. 20-24).<ref>Gundry: 676–77; Esler: 50– 5150–51.</ref>
 
Vi sono, in effetti, alcuni commentatori che rifiutano le interpretazioni simboliche, sostenendo che l'unica ragione suggerita dalla narrativa di Marco riguardo all'azione di Gesù contro l'albero, è quella di illustrare il suo successivo insegnamento sul potere della fede nella preghiera.<ref>Branscomb: 206; Esler: 57-58.</ref> Tuttavia, questi autori hanno molte difficoltà a spiegare perché la narrazione evangelica interrompa lo sviluppo previsto dalla ''performance'' pedagogica di Gesù, interrompendola con la scena del Tempio, che è completamente estranea all'argomento dell'istruzione. Inoltre, non eliminano completamente il senso di inadeguatezza che il comportamento di Gesù genera nella mente di qualsiasi lettore del Vangelo. Se Gesù voleva dimostrare l'efficacia della fede nella preghiera, c'erano davvero molti modi più semplici di farlo che pregare per la distruzione di un fico che non aveva dato frutti fuori stagione.