Guida maimonidea/Problemi e dottrine: differenze tra le versioni

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Inoltre, da una prospettiva storica a lungo termine, sembra che la ''Mishneh Torah'' in realtà affrettasse l'apparizione di una tendenza che Maimonide evidentemente voleva prevenire. Maimonide credeva che il sua trattato potesse stabilizzare la crescita incontrollata dell'organismo halakhico e alterare la struttura dello studio ebraico, ridirigendolo da un'attenzione esclusiva alla lettera della ''halakhah'' verso una maggiore focalizzazione sul Racconto della Creazione e sul Racconto del Carro. Ironicamente però, l'opera diede un contributo decisivo ad allargare proprio quel discorso che desiderava stabilizzare. Generazioni di studiosi hanno faticosamente sondato le fonti di Maimonide ed il modo in cui interpretò passi talmudici per cercar di risolvere contraddizioni interne alla ''Mishneh Torah''. Il processo è evidente in dozzine di eruditi trattati scritti sulla ''Mishneh Torah'' a tutt'oggi. Lo sforzo di risolvere un passo difficile della ''Mishneh Tora'' — "un Rambam difficile" detto nel gergo della yeashivah — è basilare per l'istruzione di qualsiasi vero o potenziale "genio" talmudico.<ref name="Rapel"/>
 
Maimonide credeva che il grande ruolo dell'Ebraismo fosse quello di liberare l'uomo dai bisogni basilari, dalle paure, dai desideri e appetiti, e spostarlo verso una dimensione spirituale e intellettuale più alta, dove potesse apparire come creatura totalmente umana. Soprattutto egli disprezzava quell'approccio che vedeva l'Ebrasimo stesso come strumento per realizzare quegli impulsi mondani. Le sue affermazioni polemiche più dure sono dirette contro due bersagli fissi — la personificazione e corporeità di Dio, e il rendere la religione un sistema magico inteso primariamente a mantenere l'uomo e soddisfarne i bisogni. La morsa di questi comportamenti — visti come necessari per la conservazione della vita — ha un'influenza potente sulla società nel suo complesso, e Maimonide capì tale dinamica completamente. Sapeva bene, per esempio, che diversi correligionari della sua sinagoga credevano che in futuro, nel mondo a venire, avrebbero goduto di ricompense materiali per aver studiato la Torah in questo mondo. La loro rinuncia a desideri di base non era altro che una graticiazione differita, sulla premessa che i loro desideri sarebbero stati realizzati postumi. Invece di elevarli a più alti aneliti, la Torah in effetti diventava un mezzo per ottenere un appagamento totale dell'impulso umano al piacere. I tonanti pronunciamenti delle "Leggi del Pentimento" e l'introduzione a ''Pereq Heleq'', in cui Maimonide cercò di estirpare questa immagine del mondo a venire, furono solo un piccolo passo in una battaglia infinita senza speranza. In un certo modo, fu una battaglia che si concluse con la sconfitta; infatti, persino la presunta tomba di Maimonide a Tiberiade è diventata un sito di culto. A coloro che giungono presso la tomba per confessare le proprie pene, non importa assolutamente se Maimonide approvasse o contestasse tale comportamento presso le tombe dei giusti.Per costoro, come per molti altri, la religione è intesa soprattutosoprattutto ad assicurare la propria sopravvivenza, salute e progenie; il suo ruolo di innalzare l'uomo verso il sublime è secondario. La religione ha sempre avuto un ruolo da giocare nel soddisfare le esigenze basilari dell'uomo. Anche Maimonide credeva che osservare la ''halakhah'' potesse promuovere prosperità, una società ben ordinata, generosità, e salute, ma non pensava che sarebbe stata la causa diretta di tali risultati felici. Li promuoveva invece perché osservare la ''halakhah'' in effetti ne è la relativa propria ricompensa. Ma il suo impegno a presentare l'Ebraismo come religione il cui scopo primario è di elevare l'uomo al livello di esistenza che sta oltre le paure e gli impulsi fondamentali della vita, andava direttamente contro la tendenza opposta, che utilizzava la stessa religione come mezzo per alleviare quelle paure e soddisfare quegli impulsi.<ref name="Rapel"/><ref name="Stroum"/>
 
La trasformazione spirituale che Maimonide sperava di provocare rimase una voce importante e centrale tra le altre molte che il pensiero ebraico sviluppò nei secoli. Egli lasciò una testimonianza potente per un tipo di impostazione reigiosa che poteva essere una possibile interpretazione dell'Ebraismo: un impegno religioso volto a purificare ed esaltare l'immagine di Dio; a vedere la saggezza divina nella causalità e nella natura; ai comandamenti della Torah quale fonte più grande di ispirazione verso l'esperienza religiosa e la redenzione dell'anima. La reputazione di Maimonide come gigante tra gli halakhisti, insieme alla profondità del suo pensiero, mantennero la visione religiosa da lui creata come una possibilità vera e stimolante, anche se le sue caratteristiche severe tesero a marginalizzarla sulla scena della vita ebraica. Inoltre, anche per coloro che non condividono le prospettive metafisiche e religiose specifiche di Maimonide e non sono influenzati dalla sua impostazione fondamentale, ha lasciato una testimonianza più basilare che riecheggia in tutte le generazioni a lui successive. I perplessi che appaiono dopo la ''Guida'', in altre circostanze storiche e differenti tipi di crisi, hanno imparato da Maimonide che qualunque sia la risoluzione della loro perplessità esistenziale, non devono mai permetterle di precludere il pensiero umano e l'integrità interiore. Tale sorta di autodistruzione è un prezzo che non deve mai esser preteso dal credente; infatti, ne sminuirebbe il suo mondo e comprometterebbe ciò che è umano in esso. Eliminando la distinzione tra esteriore ed interiore, tra ciò che fluisce dalla tradizione interna e ciò che ne è esterno, Maimonide trasformò l'altra voce, quella esteriore, in una potente opportunità di rinnovamento e di più profonda religiosità.<ref name="MoshHalb"/><ref name="Stroum"/>