Leonardo da Vinci/Parte II: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Riga 17:
 
Le immagini di sé ricercate dalla nuova coscienza rinascimentale dovevano essere formulate in termini terreni, piuttosto che celesti. La secolarizzazione della cultura era il riflesso di un'aspettativa ottimistica di piaceri e ricompense nel regno del quotidiano, di un mondo centrato sull'uomo piuttosto che su Dio. L'artista rinascimentale fornì quindi le immagini richieste dall'identità sociale e mostrò al proprio mecenate il mondo come il mecenate desiderava vedere e, spesso, vedersi in esso. Il contenuto e lo stile dell'arte cambiarono per corrispondere più da vicino alla nuova percezione della realtà. L'arte può essere vista come un "misterioso linguaggio sociale" che si spostò, dal 1300 in poi, nella direzione di un'imitazione della natura, con l'obiettivo di "rappresentare le cose di tutti i giorni più o meno come sembrano presentarsi all'occhio che le vede".<ref>[https://www.encyclopedia.com/arts/educational-magazines/martines-lauro-1927 Lauro Martines], ''Power and Imagination'', Vintage Books, 1979, p. 249.</ref> Lo scopo richiedeva elementi che non erano importanti nell'arte precedente, elementi come il movimento, la luce, la resa delle emozioni, l'illusione dello spazio, lo scorcio, la modellazione e un'accurata conoscenza di un'anatomia.<ref>Lauro Martines, ''Power and Imagination, cit.'', p. 249.</ref> Tutto ciò permise allo spettatore di leggere nelle opere d'arte "come ci si sente vivi" e di verificare le proprie reazioni ed esperienze interiori a fronte di ciò che si vede, "e quindi confermarne la loro assoluta verità".<ref>Michael Levey, ''Early Renaissance'', Penguin Books, 1967, p. 33.</ref> Questo fu un nuovo rapporto tra "ciò che l'arte esprime e l'essere umano percepisce e sente... un dialogo di umanità"<ref>Michael Levey, ''Early Renaissance, cit.'', p. 34.</ref>, rapporto pienamente sviluppato dall'arte di Leonardo e di altri artisti del Quattrocento.
 
La concentrazione sulle immagini della realtà quotidiana era fatta a spese della tradizione figurativa cristiana, che aveva cercato le sue immagini nella sfera ultraterrena in cui era previsto il compimento della fede. Il Rinascimento si sviluppò distaccandosi da questa tradizione per diversi motivi. La stessa Chiesa, in Italia, fu profondamente coinvolta nello stesso fermento politico ed economico che è stato descritto sopra. Le forze della secolarizzazione attirarono i principi della chiesa a concentrarsi sulle ricompense terrene a spese della loro leadership spirituale. Simonia, eccessi di ordini monastici parassitari, dilagante nepotismo del papato: questi sono solo alcuni dei segni della disintegrazione della struttura cattolica romana in Italia in termini di autorità morale. Servono la [[w:Riforma protestante|Riforma protestante]] e il [[w:Sacco di Roma (1084)|Sacco di Roma]] a fermare il processo di secolarizzazione del Papato, intrapreso per conservare il suo potere. Fino ad allora, i principi della chiesa erano in accordo con i principi delle corti e gli oligarchi delle città-stato nel loro desiderio di immagini culturali delle loro identità terrene e sociali.
 
Le caratteristiche intellettuali del pensiero rinascimentale sono il riflesso dei mutevoli focolai sociali e culturali. Gli umanisti stabiliscono nuovi standard per l'uomo istruito, standard basati in gran parte sulla conoscenza dei testi greci e latini e sulle capacità retoriche e sulla filosofia morale. Studiosi umanistici, in particolare a Firenze, svilupparono dottrine neoplatoniche che tentarono una riconciliazione tra pensiero pagano e pensiero cristiano. Ma le idee aristoteliche e cristiane in genere prevalsero. L'asse si sposta dal Cielo alla Terra, ma l'ortodossia di un mondo finito resiste, allungandosi ai bordi ma mantenendo la sua forma.
 
Non possiamo concludere questo riassunto della società rinascimentale senza notare un importante sviluppo derivante dall'interazione delle forze che sono state descritte: l'ascesa dell'individuo. Burckhardt credeva che nel Medioevo la coscienza umana fosse sotto un velo; l'uomo sè definiva membro del gruppo. Nell'Italia rinascimentale, tuttavia, "l'uomo divenne un individuo spirituale", in grado di indulgersi nello sviluppo di una personalità libera.<ref>Burckhardt, ''op. cit.'', p. 81.</ref> Burckhardt nota che l'uomo universale apparteneva solo all'Italia. Il desiderio di fama e di immagini per perpetuare quella fama ai posteri, era un'espressione di questo intenso interesse personale e consapevolezza di sé. L'artista rinascimentale servì questo bisogno agli altri e lo sviluppò anche per se stesso e per la sua opera. Hauser afferma che "la spontaneità individuale è la grande esperienza del Rinascimento, il concetto di genio e l'idea dell'opera d'arte come espressione della personalità del genio è la sua grande scoperta."<ref>Hauser, ''op. cit.'', p. 46.</ref> Leonardo da Vinci ha esemplificato questa scoperta nella sua dimensione più completa.
 
==Artista umanista==
Non vi è dubbio che Leonardo possa essere visto come il vero figlio della seconda metà del Quattrocento. La particolare giustapposizione di tempo storico e luogo geografico certamente creò la possibilità di emergere al genio poliedrico di Leonardo. Alcune opportunità di sviluppo furono il risultato dei cambiamenti sociali ed economici che sono stati sopra delineati. Allo stesso modo, lo sfortunato destino di molti dei suoi progetti derivò dalle turbolenze politiche piuttosto che dalla sua diligenza personale. I contorni dell'individualità di Leonardo possono essere accuratamente delineati solo con la consapevolezza dei fattori ambientali determinanti che l'hanno alimentata.
 
==Note==