Utente:Monozigote/sandbox4: differenze tra le versioni

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==Introduzione==
Cos'è la santità? È qualcosa di reale inerente a persone sante, a luoghi, tempi e oggetti santi o è una questione di status istituzionale? Tale domanda molto raramente viene fatta riguardo a testi ebraici, forse perché la nozione di santità è così diffusa nell'ebraismo che chiedere aai testi ebraici la natura della santità è come chiedere ai pesci la natura dell'acqua.<ref>Si veda Jacobs, "Holy Places" che evidenzia "l'assenza di una trattazione sistematica del tema [della santità nell'ebraismo]."</ref> Mi concentrerò qui sul modo in cui uno tra i più importanti pensatori nella storia dell'ebraismo, [[Mosè Maimonide]], interpretò la natura della santità, sperando di dimostrare che la domanda vale la pena di farla.
 
In uno dei suoi studi più illuminati, il defunto esegeta Isadore Twersky scrisse che per Maimonide la santità "è un'essenza separata trascendente. Non è una [[:en:w:Segula (Kabbalah)|''segulah'' סגולה]] [= caratteristica speciale, proprietà] incorporata in un oggetto fisico, che si trasferisce o viene trasferita da un oggetto sacro a coloro che lalo usano o lalo rispettano."<ref>Twersky, "Martyrdom and Sanctity of Life", 172-3.</ref> Se comprendo Twersky correttamente, egli afferma che, per Maimonide, esiste veramente qualcosa nell'universo chiamato santità, al di là e al di sopra di persone, luoghi, tempi e oggetti.
 
==Note==