Non c'è alcun altro/Dio Redime: differenze tra le versioni

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Luria postulò che ci fossero due aspetti di Dio: Dio nella Sua essenza intrinseca, che Luria soprannominò [[w:Ein Sof|''Ein Sof'' אֵין סוֹף‎]] (letteralmente, "Infinità" o "Senza Fine"), il Dio trascendente o nascosto; e la [[w:Shekhinah|''Shekhinah'' שְׁכִינָה]] (letteralmente, "Presenza"), Dio immanente, manifesto o presente nella creazione. In quella catastrofe primordiale, questi due aspetti di Dio vennero spezzati. Luria chiamò tale dislocazione nell'essere di Dio "l'Esilio della ''Shekhinah''". Se Israele è in esilio, in esilio è anche Dio.<ref>Gershom Scholem, ''Le grandi correnti della mistica ebraica'', trad. di Guido Russo: Il Saggiatore, 1965; poi: Il melangolo, 1982; poi: Einaudi, 1993 (con introduzione di [[w:Giulio Busi|Giulio Busi]]).</ref>
 
Ǎ==Riparare il mondo==
[[File:The Shekinah Glory Enters the Tabernacle.jpg|upright=1.8|thumb| <small>"La Shekhinah entra nel [[w:Tabernacolo|Tabernacolo]]". Nell'ebraismo tradizionale, contrariamente a quanto accade nella cultura cristiana, la divinità non viene impersonificata in immagini visive </small><ref>Illustrazione da ''The Bible and Its Story Taught by One Thousand Picture Lessons'', Charles F. Horne & Julius A. Bewer (curatori), 1908.</ref>]] A questo mito della creazione Luria poi aggiunse un mito della redenzione. Il mondo necessita di essere aggiustato o rip[arato e così anche Dio. La responsabilità di riparare il mondo viene assegnata a Israele, ed i mezzi per farlo sono le [[w:mitzvah|mitzvot]], i comandi di Dio a Israele. Ogni mitzvah (מצווה) compiuta da un ebreo, accompagnata dalla giusta concentrazione interiore, è redentrice, un atto di riparazione del mondo. Poiché il mondo e Dio insieme formano un unico sistema cosmico, quando ripariamo il mondo ripariamo anche la scissione in Dio. Usando un'altra metafora, il cosmo intero è una vasca gigantesca. Gettando un sasso in un angolo della vasca, le ondulazioni che ne conseguono hanno un effetto sull'intera vasca. Il mondo materiale in cui viviamo non è altro che il bordo più estremo di questa vasca cosmica. Eseguire un semplice comando influenza l'intero sistema, Dio incluso.
 
Il termine ebraico per quello che chiamiamo "concentrazione interiore" è ''kavanah''. I mistici lurianici composero brevi attestazioni liturgiche, chiamate ''kavanot'' (plurale di ''kavanah''), da recitarsi prima dell'osservanza dei comandamenti onde assicurare che questi comandi verranno eseguiti col giusto intento — vale a dire, la riparazione della scissione in Dio; recitare le parole di queste brevi preghiere serve a concentrare i nostri pensieri. Prima di indossare il ''tallit'' (lo scialle che gli ebrei si mettono durante la preghiera), per esempio, gli ebrei devono dire: "Pe amore dell'unificazione del Santo Benedetto con la Sua ''Shekhinah'', con tremito e amore, per unificare il nome ''Yod Heh'' con ''Vav Heh'' in perfetta unità, nel nome di tutto Israele."
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Questa è un'affermazione incredibile. Innanzitutto, "Santo Benedetto" (nell'originale aramaico, ''Kudshah Brikh Hu'', o in ebraico, ''Kadosh Barukh Hu'') è uno dei nomi tradizionali di Dio. Nel pensiero cabalistico diventa sinonimo di quello che abbiamo chiamato ''Ein Sof'', "Infinità", Dio nella Sua essenza, il Dio trascendente o nascosto. ''Shekhinah'' è la presenza di Dio nella creazione. Ora sono divisi, ma stiamo per osservare un comandamento che riparerà o sistemerà tale scissione e unificherà Dio.
 
Man mano che il testo continua, a tale responsabilità vien data una sempre maggiore enfasi. Le quattro lettere ebraiche ''Yod, Heh, Vav, Heh'' formano il [[w:Tetragramma biblico|Tetragramma]], il nome impronunciabile di Dio a quattro lettere, usualmente reso YHWH o YHVH (come in "Yahweh" o "Geova"). La scissione nella natura di Dio è riflessa dalla scissione tra le prime due lettere e le ultime due del nome di Dio. Eseguendo il comando di indossare il ''tallit'', ora con il giusto intento e concentrazione interiore, aiutiamo a riunificare il nome di Dio e, simbolicamente, i Suoi due aspetti.<ref>La formula è onnipresente nei libri di preghiera che seguono il rito lurianico, ma meno frequente in altri libri di preghiera. L'esempio notato nel testo si trova in Rabbi Nosson Sherman, ''The Complete ArtScroll Siddur, cit.'' 4.</ref>
 
La conclusione è inevitabile. Non solo gli ebrei si consociano a Dio nel redimere il mondo, ma sono a Lyui consociati per redimerLo. Anche Dio necessita di redenzione. Non c'è attestazione più potente della dipendenza di Dio sull'umanità.
 
Mettiamo ora questo mito di redenzione nel suo contesto storico. In modo molto diretto, gli ebrei avevano appena provato, ancora una volta, la piena realtà di un mondo profondamente guasto. In tale contesto, Luria li fornisce prima con un modico di consolazione: siete in esilio,, ma lo è anche Dio. Poi, li fornisce delle risorse per riparare il mondo e Dio.
 
==La Potenza che salva==