Non c'è alcun altro/Dio Rivela: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m avanzamento
Riga 94:
:Qesta dichiarazione non è proprio di Kaplan, ma del suo discepolo più rinomato, Rabbi [[w:Ira Eisenstein|Ira Eisenstein]]. Tuttavia Kaplan sicuramente sarebbe d'accordo. Kaplan fu un naturalista religioso: la religione (incluso l'ebraismo) è una creazione intuitiva, totalmente naturale, delle comunità umane. Il risultato è che, per Kaplan, quella che chiamiamo "rivelazione" è in realtà "scoperta umana" dei valori e ideali che questa comunità ha determinato siano indispensabili per vivere in presenza di Dio. Da notare la differenza tra rivelare e scoprire. Il primo verbo attribuisce l'iniziativa a Dio; il secondo agli esseri umani. Questa scoperta umana rimane la rivelazione di Dio perché è Dio, che opera completamente attraverso e nell'ambito della comunità umana, che produsse tali scoperte. Come abbiamo evidenziato, il Dio di Kaplan non è un essere trascendente ma una potenza o impulso che opera nell'ambito e tramite l'ordine naturale.<ref>Per la versione di Kaplan riguardo a questa posizione, si veda Emanuel S. Goldsmith e Mel Scult (curr.) ''Dynamic Judaism: The Essential Writings of Mordecai Kaplan'', Schocken Books & Reconstructionist Press, 1985, 89 e segg.</ref>
 
Queste tre versioni dell'opzione liberale differiscono nei rispettivi ruoli assegnati a Dio e agli esseri umani. Su tale problematica, Heschel è il più vicino alla posizione tradizionalista e KapanKaplan è il più lontano, ma sono d'accordo su un punto centrale: in ciascun caso, il fattore umano gioca un ruolo decisivo nel determinare cosa Dio voglia. In contrasto, la posizione tradizionalista insiste che ciò che abbiamo è precisamente quello che Dio vuole.
 
Un'altra asserzione sorprendente di questa posizione appare in un commento di un rabbi [[w:Chassidismo|chassidico]] del XIX secolo, [[:en:w:Menachem Mendel of Rimanov|Mendel di Rymanov]], come riportata da [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]], indiscusso esperto del [[w:misticismo ebraico|misticismo ebraico]]. La visione di Rabbi Mendel è che la rivelazione di Dio consistette esclusivamente della prima lettera della prima parola dei dieci comandamenti, l’''aleph'' (א) della parola ebraica ''anokhi'' ("Io" nella frase "Io sono il Signore Dio tuo"). Scholem continua:
Riga 102:
La tensione tra le opzioni tradizionaliste e liberali in merito alla rivelazione scaturisce da un disaccordo basilare sia sulla natura dell'umanità che sulla natura di Dio. È una differenza tra due modelli di comportamento umano: uno ritrae l'umanità che si inchina davanti ad un'autorità che è "Altro", o oltre il mondo dell'umanità (il modello eteronomo, dal greco: ''heter'' = altro; ''nomos'' = legge); il secondo trova la fonte dell'autorità nell'ambito dell'individuo (il modello autonomo, anch'esso dal greco: ''auto'' = sé). In pratica, funzioniamo con entrambi i modelli. Ci inchiniamo davanti alle leggi dello stato, ma quelle stesse leggi ci garantiscono libertà di base mediante le quali esprimiamo i nostri valori personali. Come si applicano questi due modelli riguardo a dettami e pratiche della religione? L'opzione tradizionalista accentua il modello eteronomo: Dio ha parlato, noi obbediamo. Il modello liberale accentua il modello autonomo, o perlomeno riaggiusta l'equilibrio tra i due. Qualunque cosa Dio comandi e comunque intendiamo tale processo, l'autorità ultima per determinare i nostri obblighi sta nella comunità umana, che ai nostri giorni include noi stessi, dato che anche noi ci trovavamo al Sinai.
 
Questa distinzione antropologica riflette una distinzione teologica. In un modello, Dio è onnipotente, trascendente e assoluto. Nel secondo, Dio è più vulnerabvilevulnerabile, dipendente e generoso. Dio condivide la Sua potenza con l'umanità e concede agli esseri umani almeno un ruolo uguale nel modellare i contenuti della Torah. Queste due polarità nell'interpretazione della natura di Di da parte dell'ebraismo emergono in due omelie rabbiniche frequentemente citate, usate da pensatori che cercano di promuovere una delle due immagini rispetto all'altra. La prima omelia inizia con una discussione legale su un dettaglio relativamente arcano della legge delle purezze e impurità rituali. Si concentra su un certo tipo di forno e se un forno costruito in quel modo è prono a diventare ritualmente impuro. La vasta maggioranza della corte rabbinica decise che lo era; solo un saggio, Rabbi [[w:Eliezer ben Hurcanus|Eliezer ben Hyrkanos]], del tardo I secolo e.v., non era d'accordo. Piuttosto che accettare la volontà della maggioranza, Rabbi Eliezer continuò a dibattere a favore della sua posizione, invocando una serie di azioni miracolose divine che supportassero la sua opinione: allora un carubbo venne sradicato, un ruscello fluì all'incontrario, i muri della scuola si incurvarono, ma tutto ciò non servì a niente. Infine, chiese ad una voce celeste affinché sostenesse la sua posizione, al che una voce dal cielo tuonò: "Perché contestate Rabbi Eliezer, vedendo che in tutte le materie la ''halakhah'' (legge ebraica) è d'accordo con lui?" Allora...
{{q|Rabbi Joshua, il capo della corte, si alzò ed esclamò: "[Torah] non è nel cielo" [citando Deuteronomio 30:12]. Che voleva significare con ciò? Disse Rabbi Jeremiah: "...La Torah è già stata data al Sinai; non prestiamo attenzione a voci dal cielo, perché Tu hai scritto a lungo nella Torah sul Monte Sinai, «Seguirai la maggioranza» [Esodo 23:2]."<ref>TB, ''Baba Metzia'' 59b.</ref>}}
Questa è una forte asserzione a favore dell'autonomia umana e della legittimità di un ragionamento legale umano indipendente. Da notare anche che è Dio che, nella stessa Torah, legittimizza questo ruolo umano autonomo. QuelleQuello che Dio "veramente" voleva è irrilevante. Dio ora vuole quello che la maggioranza della corte umana determina.
 
La conclusione della storia conferma il nostro modello autonomo. Ci vien detto che un altro rabbino, Rabbi Nathan, incontrò Elia che, seconda la Scrittura, non morì mai veramente ma ascese al cielo da vivo in un carro infuocato (2 Re {{passo biblico|2Re|2:11-12}}). Viene rappresentato che appare continuamente a singoli rabbini. Rabbi Nathan chiese ad Elia: "Cosa fece il Santo Benedetto in quell'ora?" "Eglio [Dio] rise e rispose: «I Miei figli Mi hanno sconfitto. I Miei figli Mi hanno sconfitto»"<ref>TB, ''Baba Metzia'' 59b.</ref>
Riga 110:
È del tutto chiaro il perché questa storia si costantemente presentata a supporto della posizione autonoma. È una potente affermazione del posto del fattore humano nel determinare la volontà di Dio e quindi lo stato degli esseri umani nella creazione divina. È inoltre un'affermazione sulla natura di Dio. Questo è un Dio che cede la Sua potenza all'umanità e non solo accetta il verdetto umano ma ci ride sopra.
 
Il contrario, la posizione eteronoma emerge nel seguente breve commento a Esodo {{passo biblico|Esodo|19:17}}: "Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte (o, più letteralmente, "sotto il monte"). Commentando la frase "alle falde del monte", Rabbi Abdimi ben Hama ben Hasa disse: "Questo insegna che il Santo Benedetto capovolvecapovolse la montagna su di loro come una botte, e disse loro: Se accettate la Torah, è un bene [per voi]. Altrimenti, qui saranno le vostre tombe."<ref>TB, ''Shabbat'' 88a.</ref>
 
Non c'è proprio molta autonomia in questa versione del Sinai! Apparentemente Israele non era troppo entusiasta di ricevere la Torah; Dio dovette forzare il popolo a farlo, a pena di morte. Suggerisce inoltre un'immagine molto differente di Dio. Questo Dio costringe il popolo a fare la Sua volontà. Il ruolo umano è passivo. Dio richiede una sottomissione totale.
Riga 117:
 
==Insieme a Dio nella rivelazione==
I Rabbini furono alquanto consapevoli del fatto che la loro espansione della legge ebraica andasse ben oltre quello che stava scritto esplicitamente nella Torah. Il sistema elaborato di [[w:Casherut|leggi alimentari]] che riguardavano il mescolare carecarne e latte, per esempio, si poggia su una sola ingiunzione biblica, ripetuta tre volte nella Torah: "Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre" (Esodo {{passo biblico|Esodo|23:19;34:26}} e Deuteronomio {{passo biblico|Deut|14:21}}).
 
Dio inoltre dice agli angeli che la determinazione del giorno in cui la festività di Rosh Hashanah, che apre la stagione del giudizio, viene stabilita appartiene ad Israele:
{{q|Se la corte [umana] dichiara, "Oggi è Rosh Hashanah", Dio dice agli angeli: "Preparate la corte [celeste], fatafate alzare gli avvocati difensori, e che si alzino anche gli avvocati dell'accusa, perché i Miei figli hanno dichiarato che oggi è Rosh Hashanah." Se la corte [umana]... decide di posticiparla al giorno successivo, Dio dice... "Sciogliete la corte [celeste], fatafate andar via gli avvocati dell'accusa, perché i Miei figli hanno deciso di rimandarla a domani."<ref>TG, ''Rosh Hashanah'' 1:3.</ref>}}
[[File:David Hartman.800x711.jpg|200px|right|thumb|David Hartman (1931–2013)]]
Il pensatore tradizionalista israeliano-americano contemporaneo [[:en:w:David Hartman (rabbi)|David Hartman]] ritrae la tensione eteronomia-autonomia in questo modo:
Riga 133:
 
 
{{Avanzamento|75100%|2930 agosto 2019}}
[[Categoria:Non c'è alcun altro|Dio Rivela]]