Non c'è alcun altro/Dio Rivela: differenze tra le versioni

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===Eteronomia verso autonomia===
La tensione tra le opzioni tradizionaliste e liberali in merito alla rivelazione scaturisce da un disaccordo basilare sia sulla natura dell'umanità che sulla natura di Dio. È una differenza tra due modelli di comportamento umano: uno ritrae l'umanità che si inchina davanti ad un'autorità che è "Altro", o oltre il mondo dell'umanità (il modello eteronomo, dal greco: ''heter'' = altro; ''nomos'' = legge); il secondo trova la fonte dell'autorità nell'ambito dell'individuo (il modello autonomo, anch'esso dal greco: ''auto'' = sé). In pratica, funzioniamo con entrambi i modelli. Ci inchiniamo davanti alle leggi dello stato, ma quelle stesse leggi ci garantiscono libertà di base mediante le quali esprimiamo i nostri valori personali. Come si applicano questi due modelli riguardo a dettami e pratiche della religione? L'opzione tradizionalista accentua il modello eteronomo: Dio ha parlato, noi obbediamo. Il modello liberale accentua il modello autonomo, o perlomeno riaggiusta l'equilibrio tra i due. Qualunque cosa Dio comandi e comunque intendiamo tale processo, l'autorità ultima per determinare i nostri obblighi sta nella comunità umana, che ai nostri giorni include noi stessi, dato che anche noi ci trovavamo al Sinai.
 
Questa distinzione antropologica riflette una distinzione teologica. In un modello, Dio è onnipotente, trascendente e assoluto. Nel secondo, Dio è più vulnerabvile, dipendente e generoso. Dio condivide la Sua potenza con l'umanità e concede agli esseri umani almeno un ruolo uguale nel modellare i contenuti della Torah. Queste due polarità nell'interpretazione della natura di Di da parte dell'ebraismo emergono in due omelie rabbiniche frequentemente citate, usate da pensatori che cercano di promuovere una delle due immagini rispetto all'altra. La prima omelia inizia con una discussione legale su un dettaglio relativamente arcano della legge delle purezze e impurità rituali. Si concentra su un certo tipo di forno e se un forno costruito in quel modo è prono a diventare ritualmente impuro. La vasta maggioranza della corte rabbinica decise che lo era; solo un saggio, Rabbi [[w:Eliezer ben Hurcanus|Eliezer ben Hyrkanos]], del tardo I secolo e.v., non era d'accordo. Piuttosto che accettare la volontà della maggioranza, Rabbi Eliezer continuò a dibattere a favore della sua posizione, invocando una serie di azioni miracolose divine che supportassero la sua opinione: allora un carubbo venne sradicato, un ruscello fluì all'incontrario, i muri della scuola si incurvarono, ma tutto ciò non servì a niente. Infine, chiese ad una voce celeste affinché sostenesse la sua posizione, al che una voce dal cielo tuonò: "Perché contestate Rabbi Eliezer, vedendo che in tutte le materie la ''halakhah'' (legge ebraica) è d'accordo con lui?" Allora...
{{q|Rabbi Joshua, il capo della corte, si alzò ed esclamò: "[Torah] non è nel cielo" [citando Deuteronomio 30:12]. Che voleva significare con ciò? Disse Rabbi Jeremiah: "...La Torah è già stata data al Sinai; non prestiamo attenzione a voci dal cielo, perché Tu hai scritto a lungo nella Torah sul Monte Sinai, «Seguirai la maggioranza» [Esodo 23:2]."<ref>TB, ''Baba Metzia'' 59b.</ref>}}
 
==Insieme a Dio nella rivelazione==