Non c'è alcun altro/Dio Rivela: differenze tra le versioni

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:La differenza tra la posizione di Rosenzweig e quella di Heschel è che per Heschel Dio ha rivelato un Torah sostanziale, di cui noi abbiamo la versione umana; per Rosenzweig, la sostanza della rivelazione è la presenza di Dio. Ciò che Dio ha rivelato è Se Stesso in un rapporto intimo con Israele; la Torah stessa non fu rivelata esplicitamente ma rappresenta il tentativo successivo di Israele di catturare il senso di quello che l'autorivelazione di Dio implicava in termini di esperienza di vita della comunità. È una reazione umana alla rivelazione, non la sua sostanza. In che senso possiamo quindi parlare di Torah rivelata?
 
*'''Mordecai Kaplan: "Posso capire perché i nostri antenati credessero che la Torah (e le sue interpretazioni autorevoli) fosse una "rivelazione divina". Per me, tuttavia, questi concetti e valori trasmessi esplicitamente o ivi implicati che io possa accettare come validi, rappresentano una scoperta, scorci parziali e incerti della natura della vita umana."'''<ref>Ira Eisenstein, in ''The Condition of Jewish Belief, cit.'', 16 e ''passim''.</ref><ref>Per la versione di Kaplan riguardo a questa posizione, si veda Emanuel S. Goldsmith e Mel Scult (curr.) ''Dynamic Judaism: The Essential Writings of Mordecai Kaplan'', Schocken Books & Reconstructionist Press, 1985, 89 e segg.</ref>
:Qesta dichiarazione non è proprio di Kaplan, ma del suo discepolo più rinomato, Rabbi [[w:Ira Eisenstein|Ira Eisenstein]]. Tuttavia Kaplan sicuramente sarebbe d'accordo. Kaplan fu un naturalista religioso: la religione (incluso l'ebraismo) è una creazione intuitiva, totalmente naturale, delle comunità umane. Il risultato è che, per Kaplan, quella che chiamiamo "rivelazione" è in realtà "scoperta umana" dei valori e ideali che questa comunità ha determinato siano indispensabili per vivere in presenza di Dio. Da notare la differenza tra rivelare e scoprire. Il primo verbo attribuisce l'iniziativa a Dio; il secondo agli esseri umani. Questa scoperta umana rimane la rivelazione di Dio perché è Dio, che opera completamente attraverso e nell'ambito della comunità umana, che produsse tali scoperte. Come abbiamo evidenziato, il Dio di Kaplan non è un essere trascendente ma una potenza o impulso che opera nell'ambito e tramite l'ordine naturale.<ref>Per la versione di Kaplan riguardo a questa posizione, si veda Emanuel S. Goldsmith e Mel Scult (curr.) ''Dynamic Judaism: The Essential Writings of Mordecai Kaplan'', Schocken Books & Reconstructionist Press, 1985, 89 e segg.</ref>
 
Queste tre versioni dell'opzione liberale differiscono nei rispettivi ruoli assegnati a Dio e agli esseri umani. Su tale problematica, Heschel è il più vicino alla posizione tradizionalista e Kapan è il più lontano, ma sono d'accordo su un punto centrale: in ciascun caso, il fattore umano gioca un ruolo decisivo nel determinare cosa Dio voglia. In contrasto, la posizione tradizionalista insiste che ciò che abbiamo è precisamente quello che Dio vuole.
 
Un'altra asserzione sorprendente di questa posizione appare in un commento di un rabbi [[w:Chassidismo|chassidico]] del XIX secolo, [[:en:w:Menachem Mendel of Rimanov|Mendel di Rymanov]], come riportata da [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]], indiscusso esperto del [[w:misticismo ebraico|misticismo ebraico]]. La visione di Rabbi Mendel è che la rivelazione di Dio consistette esclusivamente della prima lettera della prima parola dei dieci comandamenti, l’''aleph'' (א) della parola ebraica ''anokhi'' ("Io" nella frase "Io sono il Signore Dio tuo"). Scholem continua:
{{q|In ebraico della consonante ''aleph'' si potrebbe dire che denoti la fonte di tutto il suono articolato... Udire l’''aleph'' vuol dire udire quasi nulla; è la preparazione per tutta la lingua udibile, ma di per sé non trasmette significati specifici, determinati.... Pertanto.... Rabbi Mendel trasformò la rivelazione sul Monte Sinai in una rivelazione mistica, pregna di significato infinito, ma senza un significatio specifico. Per poter diventare un fondamento di autorità religiosa, doveva essere tradotta in linguaggio umano e questo è ciò che ha fatto Mosè.<ref>Gershom Scholem, ''On the Kabbalah and its Symbolism'', Schocken Books, 1965, 30.</ref>}}
 
===Eteronomia verso autonomia===