Non c'è alcun altro/Dio Rivela: differenze tra le versioni

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===L'opzione tradizionalista===
Il racconto biblico classico della rivelazione è in Esodo {{Passo biblico|Esodo|19-24}}. Esodo 20 inizia con i dieci comandamenti, seguiti, nel resto di Esodo 20 fino ad Esodo 23, dal primo codice biblico di legge esaustivo, e in Esodo 24 dalla solennizzazione rituale dell'alleanza del Sinai. Esodo {{passo biblico|Esodo|20:1}} introduce tutto questo materiale con l'affermazione che Dio "pronunciò tutte queste parole" alla comunità israelita. Esodo 19 è un preludio narrativo che descrive il contesto di questa rivelazione, la sua data (nel terzo mese dopo l'Esodo), il suo luogo (il deserto del Sinai) e le manifestazioni di Dio che accompagnano la rivelazione del messaggio stesso.
 
Questa narrazione complessa è avvolta nell'oscurità. Dio viene descritto che discende sulla montagna e Mosè che ascende alla montagna (e poi anche che discende verso il popolo), il tutto accompagnato da tuoni, lampi, una nube, fuoco e il suono dello shofar. La metafora della nube sulla montagna è particolarmente appropriata. L'impressione trasmessa dalla narrazione nel suo insieme è un'impressione di mistero. Qualunque cosa stia succedendo in cima alla montagna, è cosa nascosta, al di là di descrizioni letterali. Il capitolo può essere letto come un poema, un'evocazione di un qualche evento misterioso, non un resoconto storico.
 
I tradizionalisti prendono questo passo come testo basilare dell'autorità della Torah nel suo complesso. I proponenti dell'interpretazione tradizionalista della rivelazione insistono che questo testo deve essere preso alla lettera. I "contenuti" della Torah sono le parole esplicite che Dio ha trasmesso prima a Mosè e poi a Israele, in quel giorno specifico, in quel punto della Terra. Ciò che il testo narra è storia pura, l'evento fondamentale e fondativo della storia d'Israele. Come risultato, tutto nella Torah è vincolante eternamente per tutti gli ebrei lungo tutto il corso della storia; tutta la Torah consiste delle parole esplicite di Dio. Se ci fosse mai un conflitto tra Scrittura e le mutevoli culture di epoche differenti, la cultura deve inchinarsi davanti all'autorità ultima della volontà di Dio e della Sua parola.
 
L'importante realizzazione di questa interpretazione del Sinai è di assolutizzare l'autorità della Torah. Ciò porta implicitamente ad un'altra serie di asserzioni: solo la Torah è la rivelazione autentica di Dio; gli altri pretendenti (per es. Gesù di Nazaret) sono semplicemente falsi. L'ebraismo quindi è la sola "vera" religione. Secondo, la Torah rappresenta un documento internalmente coerente e consistente. Terzo, i contenuti della Torah, incluse le parole con cui viene trasmessa, furono determinate da Dio. Dio solo ha creato l'ebraismo. Quarto, nessun essere umano o nessuna comunità può annullare/escludere la Torah. Rimaniamo quindi con due alternative: o accettiamo l'autorità divina della Torah nelle nostre vite, o rifiutiamo l'intero pacchetto, che è la suprema eresia poiché nega effettivamente la potenza di Dio.<ref>Per avere una chiara esposizione di questa posizione tradizionalista, si veda [[w:Norman Lamm|Norman Lamm]], in ''The Condition of Jewish Belief'', curato dagli editori di ''Commentary'', 124-126.</ref>
 
Questa è dichiaratamente una caratterizzazione semplificata dell'opzione tradizionalista, e vedremo che pensatori nel corso delle epoche hanno messo in discussione specifiche arti di questa posizione. il Talmud è colmo di esempi in cui Mosè dice che Dio ha comandato qualcosa che non appare esplicitamente nella Torah stessa. Prendiamo un esempio significativo di grande importanza per le femministe ebree contemporanee. In preparazione della rivelazione al Sinai Dio comanda a Mosè:
{{q|Và dal popolo e purificalo oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai alla vista di tutto il popolo.|Esodo {{passo biblico|Esodo|19:10-11}}}}
Tre versetti dopo, abbiamo la versione di Mosè relativa al comando: " Mosè scese dal monte verso il popolo; egli fece purificare il popolo ed essi lavarono le loro vesti. Poi disse al popolo: «Siate pronti in questi tre giorni: non unitevi a donna»" ({{passo biblico|Esodo|19:14-15}}).
 
La frase "unirsi a una donna" è ovviamente un riferimento al rapporto sessuale. Nella religione biblica, un'emissione seminale è fonte di impurità rituale. Poiché la comunità deve ricevere la Torah in uno stato di purezza rituale, gli uomini devono evitare attività sessuali per tre giorni prima della rivelazione. Tuttavia Dio non dice assolutamente niente di tale tipo di preparazione. Apparentemente, Mosè la introduce di sua propria iniziative e autorità.
 
La questione non è banale. Le femministe ci ricordano che questo testo – uno dei più centrali della Torah nel suo insieme, il testo che cattura la rivelazione primaria di Dio a Israele – viene rivolto ad un pubblico maschile. Mosè avrebbe potuto dire la stessa cosa in maniera più inclusiva. Avrebbe potuto dire: "Non abbiate rapporti sessuali per i prossimi tre giorni", ma non lo fa. Invece dice: "Non unitevi a donna" (in altre versioni: "non avvicinatevi/accostatevi a donna"), escludendo quindi le donne dal pubblico. Di nuovo, questo è un contributo di Mosè, non di Dio. Per quanto sia esaltato il ruolo di Mosè, egli rimane pur sempre un essere umano, uno che in questo caso estende e trasforma le parole proprie di Dio, una notevole anticipazione di quello che le autorità rabbiniche dovevano fare in seguito nel corso della storia ebraica.
 
In linee generali, la posizione tradizionalista è diventata un dogma per molti pensatori ebrei moderni, il segno distintivo dell'autenticità religiosa ebraica.<ref>Per l'interpretazione femminista della rivelazione al Sinai, si veda Plaskow, ''op. cit.'', 25 e segg.</ref>
 
===L'opzione liberale===