Non c'è alcun altro/Dio Rivela: differenze tra le versioni

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Quale che sia la nostra interpretazione della benedizione sulla Torah, la cognizione che Dio ha scelto un popolo "tra tutti gli altri popoli" è inquietante per molti nostri contemporanei. Scegliere implica selezionare, e quando selezioniamo qualcosa sembriamo esprimere una preferenza per qualcosa piuttosto che un'altra. Da qui si passa facilmente alla nozione che ciò che abbiamo scelto sia superiore a quello che non abbiamo scelto. Storia recente fornisce molte prove della depravazione a cui portano le teorie di superiorità nazionale o razziale. Ecco perché [[w:Mordecai Kaplan|Mordecai Kaplan]], tra gli altri rinomati pensatori ebrei del ventesimo secolo, ha semplicemente eliminato o riformulato tutti i riferimenti liturgici alla dottrina di Israele come popolo eletto. La versione di Kaplan della benedizione sulla Torah riporta: "Benedetto sei Tu, O Signore nostro Dio, Re dell'universo, che ci ha avvicinato al Tuo servizio e ci ha dato la Tua Torah."<ref>Mordecai Kaplan, ''Sabbath Prayer Book'' Jewish Reconstructionist Foundation, 1945, 160-161. La traduzione di Kaplan riporta "Tua" Torah, ma l'ebraico è "Sua" Torah.</ref>
 
Tuttavia, essere scelti non deve per forza implicare superiorità. Se mi offri un recipiente con della frutta ed io decidedecido di scegliere una pesca, tale scelta certamente implica che io preferisco la pesca invece delle mele, pere e susine, ma non implica che le pesche siano in qualche modo superiori alle mele o che a me non piacciano anche le mele. Non esclude che in qualche altra occasione io non scelga una pera, né significa che penserò male di qualcun altro che sceglie la susina. Parimenti, il fatto che scegliamo una sposa o uno sposo implica che preferiamo quella particolare donna o uomo, ma non vuol dire che tutti gli altri uomini o donne siano intrinsecamente inferiori a coloro che abbiamo scelto.
 
La nozione che Dio ha "scelto" Israele è giunta a significare che Dio preferisce Israele ad altri popoli. Per alcuni, ciò ha portato alla percezione che Israele sia migliore di altri popoli, che questi altri popoli occupino un rango inferiore nella stima di Dio rispetto ad Israele. È fuori discussione che molte persone, ebrei e non ebrei, hanno interpretato la dottrina in questi modi.
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Innanzitutto, come ho specificato prima, la dottrina di Israele come popolo eletto da Dio è l'autopercezione di Israele e non la percezione di Israele da parte di Dio. Abbiamo sottolineato questo punto continuamente. Nessun essere umano conosce oggettivamente cosa Dio voglia, senta, o faccia. Dio trascende la comprensione umana. Un'interpretazione della rivelazione presentata fra breve in questo capitolo asserisce esplicitamente che, almeno per molti ebrei moderni, la Torah nel suo complesso è l'interpretazione molto umana da parte di Israele della sua storia distintiva, del suo rapporto con Dio e delle affermazioni di Dio a suo nome — non certo la volontà esplicita di Dio o la Sua parola.
 
Israele si sente scelto da Dio perché tale è il modo che ha scelto per dare un senso alla sua storia distintiva, iniziando da Abramo e raggiungendo il culmine con la redenzione dalla schiavitù egiziana. Tali eventi, intrecciati nel modello che abbiamo chiamato storia redentrice, si sono poi concretizzati nell'alleanza del Sinai, sigillo dello speciale rapporto di Israele con Dio. Di nuovo, questa cognizione di storia redentrice non è altro che il modo di Israele di comprendere se stesso e la storia umana nel suo insieme. Israele ha scritto questa storia redentrice, non Dio.<ref>Qui e nei successivi paragrafi si vedano: ''Torah Min HaShamaym BeIspaqlarya Shel HaDorot'' {{he}}, Soncino Press, 1962-1965 (Voll. I-II), The Jewish Theological Seminary of America, 1995 (Vol. III); ''Heavenly Torah As Refracted Through The Generations'', Continuum, 2005; ''La Discesa della Shekinah'', trad. di Paola Messori, introd. di Alberto Mello, Qiqajon, 2003 (edizione parziale); David Hartman, ''A Living Covenant: The Innovative Spirit in Traditional Judaism'', Jewish Lights, 1997, 37-38.</ref>
 
In aggiunta, le "religioni sorelle" di israele hanno ereditato la nozione di storia redentrice, che le ha portate a credere che la scelta di Dio sia passata ad un'altra comunità differente. I primi cristiani hanno interpretato che la rivelazione di Dio tramite Gesù di Nazaret ha sostituito l'alleanza del Sinai col "vecchio Israele". (In questa epoca post-Olocausto, però, molti cristiani hanno messo in dubbio l'accuratezza di questa interpretazione della Scrittura cristiana e l'hanno abbandonata.) Islam asserisce che la rivelazione di Dio a Maometto nel deserto arabico nel settimo secolo e.v. costituisce il sigillo della profezia, la rivelazione finale di Dio. I [[w:mormonismo|mormoni]] sostengono una convinzione simile in merito alla rivelazione di Dio a Joseph Smith a [[w:New York (stato)|New York]] negli anni 1820. In tutti questi casi, la nuova comunità divenne l'eletta di Dio, creando – a volte ironicamente – persecuzioni violente del popolo eletto originale, gli ebrei. Di nuovo, in tutti questi casi, ciò che queste comunità affermavano rifletteva solo la loro propria percezione e non le scelte di Dio.
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Non io ho fatto uscire Israele dal paese d'Egitto,<br/>
i Filistei da Caftòr e gli Aramei da Kir?|Amos {{passo biblico|Amos|9:7}}}}
Paragonare la redenzione di Israele dalla schiavitù egizia con la redenzione di altre nazioni – addirittura, una nazione come quella dei Filistei, uno degli antichi nemici di Israele – è un riconoscimento sorprendente che Dio ama tutti i popoli indiscriminatamente.<ref>VediaVedi, ''int. al.'', Ira Eisenstein, in ''The Condition of Jewish Belief'', compilato dai curatori di ''Commentary'', 16.</ref>
 
==La questione della rivelazione==
In linea di principio, quindi, intrinseco all'interessamento di Dio per le persone è che Dio è un Dio rivelatore. Ma cosa ha rivelato Dio, in realtà e come lo ha rivelato? Queste domande hanno ossessionato i pensatori ebrei lungo il corso di tutta la storia, ma specialmente ai nostri giorni.
 
===L'opzione tradizionalista===
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