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[[File:Campo ultra profundo 3d.gif|500px|center|L'Universo - Campo Ultra-Profondo Hubble 3D]]
<font size=5>'''IL PRINCIPIO DELLA RIVELAZIONE'''</font>
{{vedi anche|Torah per sempre}}
 
Creazione e redenzione rappresentano gli ampi parametri dell'impegno di Dio nel mondo: la creazione segna il suo inizio, la redenzione la sua conclusione. Nel frammezzo, il periodo in cui ora noi ci troviamo, può essere chiamato il periodo della "storia".
 
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La Torah è il frutto del momento mediano della nostra triade, la rivelazione; la rivelazione avviene nell'ambito dell'età storica e ne è un prodotto. Poiché la rivelazione avviene dopo la creazione, riflette la realtà del mondo come esso è, ma aziona anche la dinamica che porta al mondo come potrebbe anche essere. La Torah è l'impulso dietro la storia redentrice. Per dirla in altro modo, la rivelazione è il vincolo che dà integrità alla triade nel suo insieme. Dato il modo in cui siamo qui in questo mondo creato, e data la nostra visione del mondo che potrebbe anche essere, la Torah ci porta da qui a lì.
 
Ecco perché gli ebrei ritengono la Torah un'espressione dell'amore di Dio per Israele, come un Suo dono a Israele. La liturgia quotidiana serale riporta: "Tu hai amato la Casa di Israele con eterno amore, e ci hai insegnato i comandamenti, i decreti e gli statuti." La liturgia quotidiana mattutina espande ed estende le implicazioni di tale dono. È quindi nostra responsabilità "comprendere e approfondire, ascoltare, imparare, insegnare, proteggere, osservare tutti gli insegnamenti della Tua Torah con amore." Se la Torah è un'espressione dell'amore di Dio per Israele, allora l'impegno di Israele con la Torah è l'espressione del proprio reciproco amore per Dio.
 
Che la Torah sia un'espressione dell'amore di Dio per Israele è fonte della dottrina spesso travagliata che riguarda Israele come popolo "scelto" di Dio, il "popolo eletto". La connessione è esplicita nella prima benedizione che gli ebrei recitano quando vengono chiamati alla lettura liturgica della Torah: "Benedetto sei Tu, Signore nostro Dio, Sovrano dell'universo, che ci ha scelto tra i popoli dandoci la Sua Torah. Che Tu sia lodato, Signore, donatore della Torah." Un'altra traduzione di questo testo riporta: "che ci ha scelto tra i popoli '''''e''''' ci ha dato la Torah", ma la prima traduzione cattura più accuratamente la nozione che è col dare la Torah che Dio esprime il Suo amore speciale per Israele. È inevitabilmente una dichiarazione di esclusività, ma in primo luogo è la propria comprensione, da parte di Israele, della sua relazione con Dio (e non la scelta esplicita di Dio); secondo, nonostante la nozione ch è un dono di Dio, rappresenta anche un fardello unico. La tensione tra Torah come dono e Torah come fardello è un tema ricorrente nella letteratura della tradizione ebraica.
 
Un Dio che crea e redime deve essere anche un Dio che rivela. La rivelazione è l'elemento centrale del complesso sistema metaforico mediante il quale gli ebrei vedono Dio — quello che abbiamo chiamato, usando il termine di Abraham Joshua Heschel, il pathos di Dio, l'interessamento di Dio al mondo. Questo è un Dio che si preoccupa di fornirci un senso di ciò che un mondo completo, realizzato, potrà essere e allo stesso tempo ci infonde l'impulso e le risorse per raggiungere tale fine.
[[File:Tora Rolle auf Pergament.jpg|320px|right|Rotolo della Torah su pergamena]]
 
==Dio sceglie?==
Quale che sia la nostra interpretazione della benedizione sulla Torah, la cognizione che Dio ha scelto un popolo "tra tutti gli altri popoli" è inquietante per molti nostri contemporanei. Scegliere implica selezionare, e quando selezioniamo qualcosa sembriamo esprimere una preferenza per qualcosa piuttosto che un'altra. Da qui si passa facilmente alla nozione che ciò che abbiamo scelto sia superiore a quello che non abbiamo scelto. Storia recente fornisce molte prove della depravazione a cui portano le teorie di superiorità nazionale o razziale. Ecco perché [[w:Mordecai Kaplan|Mordecai Kaplan]], tra gli altri rinomati pensatori ebrei del ventesimo secolo, ha semplicemente eliminato o riformulato tutti i riferimenti liturgici alla dottrina di Israele come popolo eletto. La versione di Kaplan della benedizione sulla Torah riporta: "Benedetto sei Tu, O Signore nostro Dio, Re dell'universo, che ci ha avvicinato al Tuo servizio e ci ha dato la Tua Torah."<ref>Mordecai Kaplan, ''Sabbath Prayer Book'' Jewish Reconstructionist Foundation, 1945, 160-161. La traduzione di Kaplan riporta "Tua" Torah, ma l'ebraico è "Sua" Torah.</ref>
 
Tuttavia, essere scelti non deve per forza implicare superiorità. Se mi offri un recipiente con della frutta ed io decide di scegliere una pesca, tale scelta certamente implica che io preferisco la pesca invece delle mele, pere e susine, ma non implica che le pesche siano in qualche modo superiori alle mele o che a me non piacciano anche le mele. Non esclude che in qualche altra occasione io non scelga una pera, né significa che penserò male di qualcun altro che sceglie la susina. Parimenti, il fatto che scegliamo una sposa o uno sposo implica che preferiamo quella particolare donna o uomo, ma non vuol dire che tutti gli altri uomini o donne siano intrinsecamente inferiori a coloro che abbiamo scelto.
 
La nozione che Dio ha "scelto" Israele è giunta a significare che Dio preferisce Israele ad altri popoli. Per alcuni, ciò a portato alla percezione che Israele sia migliore di altri popoli, che questi altri popoli occupino un rango inferiore nella stima di Dio rispetto ad Israele. È fuori discussione che molte persone, ebrei e non ebrei, hanno interpretato la dottrina in questi modi.
 
==La questione della rivelazione==
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==Insieme cona Dio nella rivelazione==
 
 
==Note==
* Per questo capitolo, si veda anche e specialmente ''[[Torah per sempre]]'' in [[Wikibooks:Biblioteca|Wikibooks]].
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