Non c'è alcun altro/Dio Cambia: differenze tra le versioni

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בְּראֹשׁ הַשָּׁנָה יִכָּתֵבוּן וּבְיוֹם צוֹם כִּפּוּר יֵחָתֵמוּן כַּמָּה יַעַבְרוּן וְכַמָּה יִבָּרֵאוּן מִי יִחְיֶה וּמִי יָמוּת. מִי בְקִצּוֹ וּמִי לא בְקִצּוֹ מִי בַמַּיִם. וּמִי בָאֵשׁ מִי בַחֶרֶב. וּמִי בַחַיָּה מִי בָרָעָב. וּמִי בַצָּמָא מִי בָרַעַשׁ. וּמִי בַמַּגֵּפָה מִי בַחֲנִיקָה וּמִי בַסְּקִילָה מִי יָנוּחַ וּמִי יָנוּעַ מִי יִשָּׁקֵט וּמִי יִטָּרֵף מִי יִשָּׁלֵו. וּמִי יִתְיַסָּר מִי יֵעָנִי. וּמִי יֵעָשֵׁר מִי יִשָּׁפֵל. וּמִי יָרוּם וּתְשׁוּבָה וּתְפִלָּה וּצְדָקָה מַעֲבִירִין אֶת רעַ הַגְּזֵרָה<br/>כִּי כְּשִׁמְךָ כֵּן תְּהִלָּתֶךָ קָשֶׁה לִכְעֹס וְנוחַ לִרְצות כִּי לֹא תַחְפּץ בְּמוֹת הַמֵּת כִּי אִם בְּשׁוּבו מִדַּרְכּוֹ וְחָיָה וְעַד יוֹם מוֹתוֹ תְּחַכֶּה לּוֹ אִם יָשׁוּב מִיַּד תְּקַבְּלוֹ. אֱמֶת כִּי אַתָּה הוּא יוֹצְרָם וְ[אַתָּה] יוֹדֵעַ יִצְרָם כִּי הֵם בָּשָׂר וָדָם. אָדָם יְסוֹדוֹ מֵעָפָר, וְסוֹפוֹ לֶעָפָר בְּנַפְשׁוֹ יָבִיא לַחְמוֹ מָשׁוּל כְּחֶרֶס הַנִּשְׁבָּר כְּחָצִיר יָבֵשׁ וּכְצִיץ נוֹבֵל כְּצֵל עוֹבֵר וּכְעָנָן כָּלָה וּכְרוּחַ נוֹשָׁבֶת וּכְאָבָק פּוֹרֵחַ וְכַחֲלוֹם יָעוּף.<br/>וְאַתָּה הוּא מֶלֶךְ אֵל חַי וְקַיָּם אֵין קִצְבָה לִשְׁנוֹתֶיךָ. וְאֵין קֵץ לְאֹרֶךְ יָמֶיךָ וְאֵין לְשַׁעֵר מַרְכְּבוֹת כְּבוֹדֶךָ. וְאֵין לְפָרֵשׁ עֵלוּם שְׁמֶך שִׁמְךָ נָאֶה לְךָ. וְאַתָּה נָאֶה לִשְׁמֶךָ. וּשְׁמֵנוּ קָרָאתָ בִּשְׁמֶךָ.<ref>La traduzione italiana viene data a segmenti nel testo che segue.</ref>}}
Ancora una volta il tema è quello di Dio che tratta con peccatori, ma in contrasto col precedente esempio, in cui la trasformazione accade gradualmente nel corso della Bibbia e della letteratura postbiblica, qui avviene nell'ambito del poema stesso.<ref>In tutta la sezione, per testo e commento si veda anche Macy Nulman, ''Encyclopedia of Jewish Prayer'', (1993, Jason Aronson) ''s.v. "Unetaneh Tokef"'', p. 332; ''The Orot Sephardic Yom Kippur Mahazor'' (1997, Orot Inc.) p. 1090; The Complete ArtScroll Machzor – ''Yom Kippur (Nusach Ashekenaz)'', (1991, Mesorah Publ'ns Ltd.) p. 530; inoltre cfr. Philip Birnbaum, ''High Holyday Prayer Book'', (1951, Hebrew Publ'g Co.) p. 359; Elie Munk, ''The World of Prayer'' (1961, Feldheim Publ'rs) vol. 2, p. 209. Una traduzione automatica di tutto il testo con ebraico a fronte si trova su ''[https://it.qwerty.wiki/wiki/Unetanneh_Tokef qwerty]'', ma è spesso insensata.</ref>
 
Per molti ebrei, questa preghiera segna il culmine della stagione della Grandi Festività. Cattura crudamente il senso che questa è la stagione quando tutta la creazione si presenta a Dio per essere giudicata. Il tema del giudizio divino e della nostra responsabilità umana davanti a Dio per le vite che conduciamo è il tema centrale di Yom Kippur. Tuttavia, la tradizione rabbinica estende il tema a ritroso fino a [[w:Rosh haShana|Rosh Hashanah]], dieci giorni prima, chiamando l'intero periodo "I Giorni del Pentimento". Recitiamo quindi questo poema durante tre giorni di celebrazione. Il contesto è la corte celeste:
{{q|Questo giorno il Tuo trono di misericordia è istituito e Tu siedi immoto. È vero che Tu sei giudice, prosecutore e testimone, che Tu inscrivi e sigilli e registri e calcoli. Tu ricordi tutto ciò che è dimenticato. Tu apri il libro delle memorie e viene letto a voce alta. La firma di ogni essere umano viene lì registrata.}}
In un colpo solo la prima frase riassume la complessa storia interpretativa di Esodo 34:6-7. Ripete la frase d'apertura del brano liturgico di Yom Kippur citato precedentemente, che in questo tempo Dio siede sul trono della misericordia. Il criterio di giudizio non è più la giustizia ma piuttosto la compassione.
 
Notate la marea di immagini giudiziarie di Dio: in questa aula tribunalizia, Dio è giudice, prosecutore, testimone, ufficiale giudiziario e cancelliere. Inoltre, Dio ricorda tutto ciò che è stato dimenticato. Per usare un'analogia contemporanea, Dio è la banca dati ultima, l'ensemble di tutte le memorie. Il poema poi assume un tono apocalittico:
{{q|Il grande shofar viene suonato. Una voce ancor fioca si ode. Gli ageli tremano; vengono presi da timore e terrore, mentre proclamano: "Ecco il Giorno del Giudizio in cui le schiere celesti sono giudicate!" Poiché dinanzi a Te, persino loro non sono liberi da giudizio. Tutti coloro che entrano nel mondo passano davanti a Te come soldati in parata. Come un pastore raduna il suo gregge e lo fa passare sotto la sua verga, così Tu riesamini e conteggi e registri il destino di tutti gli esseri viventi. Tu determini il fato di ogni creatura e Tu segni il loro verdetto.}}
Quando leggo queste parole, mi vengono in mente immagini dell’''Inferno'' di Dante o del ''Dies Irae'' (letteralmente "Giorno d'Ira") nelle messe di requiem cristiane musicate da Mozart, Verdi o Berlioz: suonano le trombe, battono i timpani, i violini si agitano in crescendo ed il pezzo viene eseguito ''fortissimo''. Questo è il Giudizio Finale, il giorno ultimo della resa dei conti per tutta la creazione, anche per gli angeli. La serie di verdetti viene annunciata:
{{q|Durante Rosh Hashanah viene inscritto e durante Yom Kippur viene sigillato: quanti moriranno e quanti nasceranno. Chi vivrà e chi morrà. Chi otterrà il compenso dei suoi giorni e chi no. Chi nel fuoco e che nell'acqua.}}
La lista di possibilità – ventuno in tutto – si conclude con "chi verrà abbassato e chi verrà innalzato".
 
È la frase "Chi vivrà e chi morrà" che da solo è responsabile del terrore che ha invaso generazioni di ebrei devoti in questo frangente. Ogni anno, a questo punto del servizio liturgico, mi sovviene quando da ragazzo, seduto in sinagoga circondato da ebrei anziani con il capo coperto dal ''tallit'', che silenziosamente piangevano mentre il cantore intonava questo passo. Mi ricordo che pensavo a chi di questi anziani sarebbe stato seduto accanto a me l'anno successivo e chi invece se ne sarebbe andato, defunto.
 
Improvvisamente l'umore cambia. Il poeta si ricorda che Dio siede sul trono della misericordia. Tutto non è perduto — c'è speranza. Formula tale speranza in uno sfogo liturgico, una protesta, rivolta dalla congregazione al cantore: "Ma pentimento, preghiera e azioni di rettitudine evitano un decreto severo."
 
==Cambiare le metafore==