Non c'è alcun altro/Epilogo: differenze tra le versioni

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Scrivere è importante. Noi tutti abbiamo esperienze significative, ma tali esperienze tendono a sparire con la pressione dei compiti quotidiani che ci assillano. Scrivere ci spinge a esternare tali esperienze, osservarle e condividerle. Dalla condivisione nasce la comunità, il senso che altri pensano e sentono come noi, o forse no ma si interessano e si preoccupano come noi, e allora possiamo parlarne.
 
Il parlarne è il più bel fenomeno di tutti. Oggi c'è una gran voglia di condividere la religiosità tra la gente. Le persone pensano a questi problemi ma non ne parlano mai. Parliamo di politica, di sport, di finanza, della condizione della nostra casa o della nostra auto. Raramente parliamo di questioni ultime: la nostra paura della morte, il nostro senso di solitudine e isolamento, le nostre relazioni fallite, la qualità frammentata delle nostre vite quotidiane e il disperato bisogno di trovare una misura di significato, da contrapporre all'assurdità che sembra pervadere tutto ciò che facciamo. Tuttavia, se non parliamo di tali problemi, allora sì, sì che siamo veramente soli. [[File:Karl Marx monochromatic.svg|right|150px|Karl Marx (1818–1883), i cui nonni erano rinomati rabbini e di lunga linea genealogica rabbinica]]
 
E allora parliamone: leggiamo, scriviamo, condividiamo e parliamo!
 
<big>'''''Non c'è alcun altro'''''</big>...
 
...o forse non c'è proprio nessuno? <sup><span style="color:green;">(ma è bello sperare, alla faccia di Karl Marx)</span></sup>
 
{{Avanzamento|75100%|1425 agosto 2019}}
[[Categoria:Non c'è alcun altro|Epilogo]]