Non c'è alcun altro/Dio è Antipatico: differenze tra le versioni

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==Dio è etico?==
Ad un livello più astratto, l'invocazione solleva un problema puramente teologico. Per dirlo chiaro e tondo: Dio è etico? La risposta più precisa è che dipende da cosa uno intenda per etico. La risposta tradizionalista sarebbe quella di scartarla come eretica. Dio definisce ciò che è etico, e non viceversa. Tutto quello che fa Dio è, per definizione, etico. Ovviamente Dio è etico, che domande!
 
Ma c'è chi ha dei dubbi, e alcuni di noi mettono in discussione detta opinione. Preferiamo tirar fuori il nostro codice d'etica indipendente, che fa peso sull'attività di Dio, e poi decidiamo se Dio passa il test o meno. I tradizionalisti ci contesterebbero: cosa rende autorevole il vostro codice etico? Perché Dio deve essere dovrebbe sottomettersi a qualche insieme di valori umani? Una risposta potrebbe essere il passo di Genesi {{passo biblico|Genesi|18:19}}, parte della storia della sfida di Abramo a Dio riguardo al fato degli abitanti di Sodoma e Gomorra, dove la "via del Signore" richiede di "agire con giustizia e diritto". A questo il tradizionalista risponderebbe semplicemente che è Dio, non l'umanità, che determina quello che è giusto e diritto in una data situazione. Tuttavia, noi insisteremmo che anche la nostra stessa coscienza è un dono di Dio e che possiamo quindi usare la nostra coscienza ad influenzare il comportamento di Dio.
 
Questa tensione è presente in tutta la Bibbia e nella tradizione susseguente, come vediamo in due narrazioni bibliche. Numeri {{passo biblico|Numeri|31:1-18}} racconta come Dio comandasse a Mosè di "vendicare i figli d'Israele contro i Madianiti". Il riferimento è quello di una precedente narrazione dove le donne moabite, in un piano architettato dai Madianiti, avevano sedotto gli uomini israeliti dandosi alla fornicazione e all'adorazione di idoli (Numeri {{passo biblico|Numeri|25:1-9}}). Ora Israele deve vendicarsi sui Madianiti. Ci viene raccontato che Mosè assembla un esercito; che questo esercito uccide ogni uomo madianita, risparmiando le donne ed i bambini, che vengono condotti insieme al bottino a Mosè, e che Mosè si arrabbia alquanto:
{{q|Avete lasciato in vita tutte le femmine? Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l'infedeltà verso il Signore... Ora dunque uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi.|Numeri {{passo biblico|Numeri|31:15-18}}}}
Ogni anno, quando racconto questa storia durante il ciclo di letture bibliche annuali, mi blocco e sudo freddo. Non ho alternativa ma di leggere il testo — un altro esempio di come la liturgia serve da avanguardia alla teologia. Non posso certo eliminare il brano dalla Torah, ma digrigno i denti ogni anno. La storia offende i miei valori umanistici. Come può essere giustificabile ammazzare masse di donne? La Torah giustifica tale comportamento sottolineando che furono proprio le donne che condussero Israele al peccato. Se è così, perché allora massacrare gli uomini madianiti? Inoltre, la punizione si adatta al crimine? Si può mai giustificare il massacro di massa?
 
Una storia simile viene raccontata in [[w:Libri di Samuele|1 Samuele]] {{passo biblico|Samuele|15}}. Qui il profeta Samuele dice a Saul, re d'Israele, di vendicarsi contro Amalek. Amalek aveva attaccato gli Israeliti subito dopo la loro liberazione dall'Egitto (Esodo {{passo biblico|Esodo|17:8-14}}), cosicché Dio comanda agli Israeliti di "cancellere la memoria di Amalek sotto al cielo" (Deuteronomio {{passo biblico|Deut|25:19}}). Ora tale promessa deve essere mantenuta.
 
[[File:The Bible panorama, or The Holy Scriptures in picture and story (1891) (14598234930).jpg|250px|right|"Samuele uccide Agag", incisione di William A. Foster (1891)]] Saul riunisce le sue truppe, va a sconfiggere Amalek e passa tutto il popolo a fil di spada. Tuttavia, risparmia il re amalecita, Agag, insieme alle pecore e al bestiame e ad altri articoli di valore. Ritorna trionfante da Samuele, che però si infuria. Saul ha disobbedito il comando di Dio, di estirpare tutti gli Amaleciti. Saul difende il suo comportamento dicendo che voleva risparmiare i greggi per sacrificarli a Dio. Samuele risponde:
{{q|Il Signore forse gradisce gli olocausti e i sacrifici come obbedire alla voce del Signore? Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è più del grasso degli arieti.|1 Samuele {{passo biblico|Samuele|15:22-23}}}}
Soprattutto, Dio richiede obbedienza, specialmente dal re d'Israele, che è l'unto di Dio. Saul non affronta qui il problema etico; non mette in dubbio la moralità di massacrare animali innocenti. Il suo argomento è che Dio vuole sacrifici di animali. A ciò Samuele risponde, molto giustamente, che Dio non dipende da sacrifici animali per il proprio sostentamento. I sacrifici sono per il popolo, non per Dio; sono intesi a pernmettere agli esseri umani di adorare Dio, ma mai al prezzo di disobbedire un comando esplicito di Dio.
 
Samuele poi uccide Agag ed informa Saul che Dio ha tolto il potere sovrano a lui e ai suoi discendenti. Poco dopo, Samuele incorona Davide re d'Israele. Per molti di noi, comunque, il problema etico è proprio il fulcro della faccenda. Il poscritto di questa storia è che nel [[w:Libro di Ester|Libro di Ester]], Aman, uno dei nemici leggendari di Israele, viene identificato come l'Agaghita ({{passo biblico|Ester|3:1}}). La decisione di Saul di risparmiare Agag diventa quindi la causa ultima di un altro doloroso episodio nella storia ebraica. La Bibbia pertanto ci dà una ragione ''ex post facto'' del perché Saul avrebbe dovuto ucciderlo — una giustificazione pragmatica del comando iniziale di ucciderlo.
 
Il tradizionalista giustifica la furia di Samuele contro Saul per non aver ucciso Agag, invocando la storia di Ester. E allora che dire degli animali innocenti? Perché macellarli a causa dei peccati dei loro proprietari? Qui di nuovo vediamo la tensione tra i nostri valori umanistici e la volontà di Dio. Dio richiede obbedienza, insiste Samuele, e per definizione qualunque cosa Dio comandi è etica.
 
Ad esser sinceri, è possibile argomentare che le storie bibliche siano artefatti culturali, frammenti di un epoca primitiva in cui uccidere i propri nemici era totalmente accettabile in un contesto militare. Si potrebbe anche dire che il male assoluto deve essere distrutto completamente, proprio per motivi morali. Nei nostri tempi, i sopravvissuti dell'[[w:Olocausto|Olocausto]] comprendono tale risoluzione del problema molto bene. Questo può giustificare anche lo sterminio dei Madianiti e di Amalek; in ciascun caso, il massacro è una punizione per la nazione che ha maltrattato Israele. Ciò ci riporta comunque a Giobbe, dove Dio rifiuta esplicitamente la nozione che la sofferenza di Giobbe fosse una punizione di Dio. Ci rimane l'immagine di un Dio onnipotente che decreta il destino degli individui e delle nazioni in modi che sono al di là della comprensione umana, a volte con risultati orribili.
 
==La morte di Rabbi Akiva==