Non c'è alcun altro/Dio è Antipatico: differenze tra le versioni

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==Giobbe==
[[File:Bonnat02.jpg|200px|left|"Giobbe" di Léon Joseph Florentin Bonnat (1880)]] L'immagine di Dio in quei due salmi è abbastanza negativa, ma lo diventa ancor di più, e più dolorosa, nei primi due capitoli del [[w:Libro di Giobbe|Libro di Giobbe]]. Prima di tutto, ci si chiede "Che ci fa questo libro nella Bibbia?" Giobbe era un uomo giusto, dice il testo. Dio elogia la devozione di Giobbe parlandone a Satana – l'"avversario" o che fa, appunto, l'"avvocato del diavolo" – che controbatte che Giobbe è giusto solo perché Dio non lo ha mai messo alla prova. Allora Dio concede a Satana il diritto di danneggiare la proprietà di Giobbe e, nel capitolo 2, di ferirlo fisicamente ma non di ucciderlo. In tutto questo, come dire, pandemonio Giobbe rimane fedele a Dio. La moglie di Giobbe lo sollecita a "Bestemmia Dio e muori!" ma Giobbe risponde: "Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?" (Giobbe {{passo biblico|Giobbe|9-10}}).
[[File:Bonnat02.jpg|200px|left|"Giobbe" di Léon Joseph Florentin Bonnat (1880)]]
 
Poi arrivano i "consolatori" di Giobbe ed evocano l'interpretazione classica della sofferenza presente nella Torah: Giobbe deve aver peccato. Ma Giobbe ribatte di non aver peccato, o che non ha peccato abbastanza da giustificare tale punizione. Alla fine del libro, Dio parla a Giobbe nei discorsi "di mezzo al turbine". Questi sono un peana alla potenza di Dio e alla complessità della Sua creazione. I loro messaggio è: "Giobbe, non cercare di capirMi. Non cercare di inserirMi nelle tue categorie morali. I sono Dio; tu sei un essere umano." Sorprendentemente, Giobbe riconosce la differenza:
{{clear}}
{{q|Comprendo che puoi tutto<br/>
e che nessuna cosa è impossibile per te...<br/>
Io ti conoscevo per sentito dire,<br/>
ma ora i miei occhi ti vedono.<br/>
Perciò mi ricredo<br/>
e ne provo pentimento sopra polvere e cenere.|Giobbe {{passo biblico|Giobbe|42:2,5-6}}}}
Ciò implica che Giobbe ha ora ottenuto una comprensione più chiara delle vie di Dio e una misura di chiusura. Allora Dio "ha riguardo di Giobbe" ({{passo biblico|Giobbe|42:9}}) e ripristina la sua fortuna, "accresce anzi del doppio quanto Giobbe aveva posseduto" ({{passo biblico|Giobbe|42:10}}) e Giobbe muore "vecchio e sazio di giorni" ({{passo biblico|Giobbe|42:9}}) — la stessa frase usata per descrivere la morte di Abramo (Genesi {{passo biblico|Genesi|25:8}}).
 
Esiste un'altra traduzione dell'ultimo versetto che dà un'interpretazione alquanto differente. Possiamo infatti leggere gli ultimi due versetti come "Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora che i miei occhi ti vedono rabbrividisco di dolore per il fango mortale." In questa traduzione, Giobbe sembra sì di esser giunto ad una misura di conclusione, ma non ha certo ritrattato la sua sfida a Dio. Sfida Dio fino alla fine. In effetti, dice a Dio: "Se questo è il tipo di Dio che sei, allora rabbrividisco per gli esseri umani che devono vivere sotto il Tuo dominio." Il Dio che loda Giobbe alla fine del libro stesso e ripristina le sue fortune è un Dio che ha perso. Paradossalmente, la perdita di Dio è anche la Sua vittoria, dato che ora sappiamo che questo è un Dio che apprezza l'irreverenza di Giobbe e accetta la sua sfida.<ref>Per questa interpretazione più radicale del passo finale nel Libro di Giobbe, si veda Jack Miles, ''God: A Biography'', Alfred A. Knopf, 1995, 323-328.</ref>
 
==Dio è etico?==