La religione greca/La religione greca nel periodo arcaico e classico/Il mondo di Omero: differenze tra le versioni

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[[File:Homeros Glyptothek Munich 273.jpg|right|200px|thumb|Ritratto di Omero del tipo "Epimenide" (il genere ritenuto più antico; questa è una copia romana di un originale greco del V secolo a.C., conservato presso la Glyptothek di Monaco); di questo genere ne conserviamo sette copie che risalgono al medesimo prototipo: Omero reca un nastro che gli avvolge i capelli, ha gli occhi chiusi e sembra esperire un profondo stato contemplativo. Probabilmente Pausania (V, 26,2) si riferisce a questo genere di ritratto, relazionandolo al donario di Micito. L'atteggiamento ieratico del poeta ne denuncia la sacralità, mentre la cecità, come in Tiresia, ne indica le capacità sovrumane e il contatto con il divino, caratteristiche proprie dei cantori ispirati dalle dee Muse.]]
[[File:Apotheosis Homer BM 2191.jpg|200px|right|thumb|L'<nowiki></nowiki>''Apoteosi di Omero'', bassorilievo ellenistico del III secolo a.C. conservato presso il British Museum di Londra, opera, forse, di Archelao di Priene su richiesta di un poeta sconosciuto, come ringraziamento per la vittoria conquistata in un agone poetico. In basso a sinistra, sul trono, è posto Omero incoronato dal dio del tempo infinito e dalla dea dell'ecumene. Davanti a Omero, Mythos e Historia sacrificano su un altare, avvicinati benevolmente dai geni protettori della poesia. Sopra di loro si erge il monte delle Muse: nella grotta risiede Apollo con la lira, avvicinato da una Musa che gli porge un papiro contenente l'opera del poeta che ha commissionato il bassorilievo, a sua volta rappresentato da una statua posta a destra della grotta. Le restanti Muse si pongono a sinistra della grotta, in un atteggiamento calmo che, risalendo verso la vetta del monte, si trasforma in una danza in onore di Zeus collocato alla cima del monte con il volto che guarda Mnemosýne, la madre delle Muse.La stele marmorea di Archelaos di Priene con Apoteosi di Omero, con servataconservata nel British Museum, è stata recentemente inserita nel dibattito su mito e storia nel contesto storico tolemaico (La decima Musa di Callimaco. Mito e Storia nella Stele da Boville con Apoteosi di Omero. British Museum.Dibattito di Giovanna Bonivento Pupino in Atti CSMG (Convegni di Studio sulla Magna Grecia,Taranto) 1996, pagg.141-148).]].
 
[[File:Pan (Sparta).jpg|200px|right|thumb|Statua in marmo pario del dio Pan (Πάν) rinvenuta a Sparta e oggi conservata presso il Museo archeologico nazionale di Atene. Il dio Pan è originario dell'Arcadia, stessa regione del dio Ermes, suo genitore. Dio della fecondità delle greggi, il suo nome è stato accostato al "tutto"<ref>Cfr. ''Inni omerici'' XIX, 47 «e lo chiamarono Pan in quanto a tutti aveva reso l'animo lieto»; o ancora Platone, ''Cratilo'' 408c, dove il filosofo ateniese spiega la sua iconografia come comprendente nella parte "inferiore", di disegno caprino, quella umana e falsa, mentre la parte "superiore", di disegno umano, invece indicante la natura divina.</ref> divenendo nelle tarde ipotesi teologiche un dio "universale". Il dio Pan può incutere il "timor panico" ovvero lo "smarrimento" proprio delle greggi terrorizzate<ref>Cfr. Polibio, ''Storie'' XX, 6, 12 «Tuttavia alla notizia che era giunto Filopemene guidando gli Achei, il panico si impossessò dei Beoti che lasciando le scale appoggiate alle mura si volsero in fuga precipitosa verso la propria patria.».</ref>. Pan può risultare quindi una divinità temibile: occorre rimanere tranquilli nelle ore meridiane quando riposa per non farlo adirare<ref>Teocrito, I, 15 e segg.</ref>. Ma se le greggi risultano infeconde, allora si provvede a fustigare la sua statua onde risvegliarne i compiti<ref>Teocrito, VII, 106.</ref>. Nella mano sinistra, Pan impugna una siringa, strumento musicale proprio dei pastori, che accompagna il dio nelle sue frequentazioni dei monti e dei luoghi isolati.]]