Non c'è alcun altro/Dio è Uno: differenze tra le versioni

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In un idioma piùmoderno, il tema dell'esclusività reciproca è espresso eccelentemente dalla nozione di [[w:Martin Buber|Martin Buber]] nella relazione Io-Tu. La differenza tra una relazione Io-Tu e una relazione Io-esso è che quest'ultima tollera qualsiasi quantità di "esso" e di "Io" differenti;posso avere una moltitudine di relazioni Io-esso – con un impiegato bancario, con una commessa, con un idraulico a casa – nessuna delle quali è esclusiva; possono tutte essere facilmente rimpiazzabili. Ma nelle mia relazioni Io-Tu – con mia moglie e le mie figlie – sia l'Io che il Tu sono unici ed esclusivi tra loro. Naturalmente, posso anche avere relazioni Io-Tu multiple, ma in ciascuna di esse l'Io ed il Tu riconoscono l'unicità e personalità del Tu.<ref>Martin Buber, ''I and Thou'', II ediz., trad. R. Gregor Smith, T.& T. Clark, 1958, ''ad hoc''. Né l'Io, né il Tu vivono separatamente, ma essi esistono nel contesto Io-Tu, antecedente la sfera dell'Io e la sfera del Tu. Così, né l'Io né l'esso esistono separatamente, ma esistono unicamente nel contesto Io-esso. La relazione Io-Tu è assoluta solo rispetto a Dio - il Tu eterno - e non può essere pienamente realizzato negli altri domini dell'esistenza, comprese le relazioni umane, dove sovente Io-Tu fa posto all'Io-esso (Io-Tu o Io-esso non dipendono dalla natura dell'oggetto, ma dal rapporto che il soggetto istituisce con l'oggetto). L'essere umano non può trasfigurarsi e accedere a una dimensione di vita autentica senza entrare nella relazione Io-Tu, confermando così l'alterità dell'altro, che comporta un impegno totale: "La prima parola Io-Tu non può essere detta se non dall'essere tutto intero, invece la parola Io-esso non può mai essere detta con tutto l'essere". Io e Tu sono due esseri sovrani, l'uno non cerca di condizionare l'altro né di utilizzarlo.([[w:Martin Buber#Io e Tu (Ich und Du)|Wikipedia: "Martin Buber: Io e Tu (Ich und Du)"]].</ref>
 
La nozione che lo ''Shema'' sia una dichiarazione dell'esclusività di Dio e la nostra corrispondente responsabilità d'essere leali solo a Dio viene dimostrata dall'affermazione della tradizione rabbinica che ogni recitazione di questo passo, concentrandosi interiormente e con piena attenzione, costituisce l'accettazione da parte dell'ebreo " del giogo del regno dei cieli". È un esempio di "linguaggio performativo", in cui dire certe cose è un'attività, un'azione. Pari a ''Harai at mekudeshet li betaba`at zu kedat moshe veyisrael'', oppure "Ecco, tu sei santificato per me con questo anello secondo la legge di Mosè e Israele"", la recitazione delle parole ha un effetto sostanziale; è il nostro modo umano di accettare Dio quale Assoluto nelle nostre vite. Come la recitazione di tali parole fa della coppia marito e moglie, così la recita di queste parole fa di Dio esclusivamente il nostro Dio.
 
==Integrità di Dio==