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==L'inevitabilità dell'agnosticismo==
La prima implicazione è che rispetto alla n atura intrinseca di Dio, siamo tutti agnostici. Non sappiamo niente. Alcuni di noi potrebbero estendere la prospettiva agnostica a come Dio agisce o a cosa vuole da noi. Quest'ultima prospettiva esula dalla tradizione religiosa ebraica, perché è il consenso schiacciante dei pensatori ebrei fino all'alba dell'[[w:Haskalah|Illuminismo ebraico]] (fine XVIII secolo) che sappiamo esattamente cosa Dio vuole che facciamo e non facciamo. E ciò è registrato nel corpo di leggi tradizionali ebraiche, quello che chiamiamo ''[[w:Halakhah|halakhah]]'' (dall'ebraico הֲלָכָה "camminare" o "andare"). Tuttavia, se la Torah nel suo complesso non è la "parola" di Dio, dato che Dio non parla, allora le parole della Torah devono per forza essere parole umane. Per quanto controversa sia tale conclusione, essa sembra inevitabile. La Torah rappresenta il modo in cui i nostri avi ''compresero'' la volontà di Dio, non la volontà di Dio per sé.<ref>Moshe Zemer, ''Evolving Halakhah'', 2004, pp. 229-233 e ''passim''.</ref>
 
La seconda implicazione è che l'immagine di Dio nella Bibbia e, ancor di più, nella tradizione successiva, è un sistema metaforico complesso. Le caratteristiche primarie di questo sistema sono il suo pluralismo e la sua fluidità. È pluralistico perché composto da immagini formate da innumerevoli esseri umani che, nei secoli, hanno sentito la presenza di Dio nelle proprie vite in un numero infinito di modi e poi hanno tradotto tali esperienze in metafore che catturassero ciò che sentivano. È fluido perché, mentre studiamo i testi classici dell'ebraismo, certe metafore spariscono, forse perché non rappresentano più quello che i nostri antenati sentivano della presenza di Dio nelle loro vite; altre metafore vengono aggiunte — forse ancora perché queste nuove metafore catturano più efficacemente esperienze che i nostri avi non condividevano; infine, altre metafore vengono trasformate davanti ai nostri occhi cosicché l'immagine nuova, sebbene sia emersa chiaramente da una più antica, sovverte completamente il significato originale.
 
Metafore teologiche esistono in uno stato di tensione continua; sono vere e non vere, necessarie ma pericolose. Ne abbiamo bisogno, ma siamo sempre tentati di prenderle come fotografie, e quindi scivoliamo nell'idolatria.
 
==Riformulazioni contemporanee==