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==Metafore teologiche==
I teologi usano termini differenti per chiarire lo status delle nostre rappresentazioni umane di Dio; possono essere chiamate ''analogie'', ''symbolisimboli'', oppure, più comunemente, ''[[w:metafora|metafore]]'' nel senso letterale del termine, che proviene dal greco μεταφορά, "trasferimento [di significato]". La metafora è un processo linguistico espressivo, e figura della retorica tradizionale, basato su una similitudine sottintesa, ossia su un rapporto analogico, per cui un vocabolo o una locuzione sono usati per esprimere un concetto diverso da quello che normalmente esprimono.<ref name="Treccani">[http://www.treccani.it/vocabolario/metafora/ Treccani.it - Vocabolario on line: ''s.v.'' "Metafora"].</ref>
 
Le metafore abbondano nella nostra vita quotidiana. Parliamo del leone come "il re della foresta"; ci disperiamo che una delusione ci "ha spezzato il cuore" o, invecchiando, che siamo "sul viale del tramonto". [[w:T. S. Eliot|T. S. Eliot]] declama che aprile "è il mese più crudele" e [[w:Erri De Luca|Erri De Luca]] dice "L'autorità è una torta nuziale a piani concentrici che vanno verso l’alto". Ma in realtà il leone non porta una corona, né il nostro cuore si spezza dopo una delusione, e così via. Queste metafore però servono a catturare, in modo acuto e vivido, un'informazione complessa che elude un'espressione chiara e concisa: la metafora cattura in una frase ciò che spesso richiederebbe almeno un lungo paragrafo.
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Che il nostro parlare di Dio sia metaforico è un altro principio cardinale della filosofia di Maimonide:
{{q|Qual'è il significato delle seguenti espressioni presenti nella Torah: "Sotto i Suoi piedi" [Esodo {{passo biblico|Esodo|24,10}}]; "Scritte dal dito di Dio" [Esodo {{passo biblico|Esodo|31,18}}];... "Agli occhi di Dio" [Genesi {{passo biblico|Genesi|38,7}}]... Tutte queste espressioni sono adattate alla capacità mentale della maggioranza degli esseri umani che hanno una chiara percezione solo dei corpi fisici. La Torah parla il linguaggio degli uomini. Tutte queste frasi sono metaforiche...<ref>[[Mishneh Torah]], ''Principi basilari della Torah 1:9'' — tradotto dal testo curato da Isadore Twersky, ''A Maimonides Reader'', Behrman House, 1972, 44-45.</ref>}}
Quello a cui Maimonide si riferisce qui è la nostra tendenza all'[[w:antropomorfismo|antropomorfismo]] — letteralmente, il tentativo di concepire Dio in forma umana. Maimonide riconosce che possiamo aver bisogno di usare questo modo di dire per concepire Dio, semplicemente perché concepire Dio in termini oggettivi va al di là delle abilità umane. Ciononostante, dobbiamo rimanere consapevoli del fatto che, quando attribuite a Dio, queste descrizioni non devono mai essere considerate letteralmente esatte. Tale principio si applica non solo alle metafore fisiche ma anche alle descrizioni della vita interiore di Dio; anch'essa può essere descritta solo metaforicamente.
{{q|Le espressioni del Pentateuco e dei libri dei Profeti... sono tutte metaforiche e retoriche, come per esempio: "Colui che siede nei cieli riderà," (Salmi {{passo biblico|Salmi|2,4}})... "Ma forse costoro offendono me?" (Geremia {{passo biblico|Geremia|7,19}}).<ref>[[Mishneh Torah]], ''Principi basilari della Torah 1:12'' — tradotto dal testo curato da Isadore Twersky, ''A Maimonides Reader'', Behrman House, 1972, 44-45.</ref>}}
Maimonide, razionalista supremo, passò gran parte della sua vita a denunciare l'idea popolare che Dio fosse corporeo, avesse sentimenti e operasse in modi umani. Queste nozioni erano eretiche per Maimonide, che credeva, come si addice a un buon razionalista, che Dio fosse pura Mente.