Storia della letteratura italiana/Le origini: differenze tra le versioni
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Sin dai primi secoli del Medioevo il latino parlato dal popolo si distacca da quello classico o ecclesiastico. Questa rottura prelude alla nascita delle lingue romanze in
== Dalla fine dell'impero romano all'età cortese ==
{{vedi pedia|Alto Medioevo|Feudalesimo}}
[[File:Karl den store krons av leo III.jpg|thumb|left|Carlo Magno incoronato da papa Leone III]]
Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano d'Occidente, viene deposto nel 476, anno che per convenzione segna la fine dell'antichità e l'inizio del Medioevo. Il crollo dell'impero è il risultato della disgregazione politica, economica, sociale e militare in corso dal III secolo
A caratterizzare
La società feudale è inoltre statica e fortemente gerarchizzata, suddivisa in '''tre ordini''': ''bellatores'' (guerrieri), ''oratores'' (
La frammentazione politica
La situazione migliorerà gradualmente a partire dall'anno Mille, quando la maggiore stabilità politica e la fine delle invasioni da est saranno accompagnate dal perfezionamento delle tecniche agricole. L'aumento della produzione farà rinascere gli scambi e acquisirà importanza la figura del mercante.
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== Le lingue romanze e la letteratura cortese ==
{{vedi pedia|Lingue romanze}}
[[File:Romance 20c it.svg|thumb|350px|
Con il crollo dell'impero il latino classico lascia il posto alle '''lingue volgari o romanze'''. In età carolingia la locuzione ''romana lingua'' viene utilizzata per distinguere le lingue di origine latina, sempre più diffuse, dal latino vero e proprio e dalle lingue germaniche. L'avverbio ''vulgaris'', invece, era impiegato già
Le lingue romanze producono, tra l'XI e il XII secolo, una letteratura molto ricca, che spezza il dominio del latino e allarga la platea del pubblico: se il latino rimane la lingua dei dotti, il volgare si rivela una valida alternativa per le classi cavalleresche. D'altra parte, come già ricordato, la letteratura romanza non può prescindere dalla produzione latina a essa precedente, a cui però si associano esperienze che erano estranee alla cultura alta e che avevano circolato per secoli a livello popolare. Dal mondo del folklore e dei miti nascono generi come il '''romanzo''' e la '''lirica d'amore'''. Si diffondono
▲[[File:Romance 20c it.svg|thumb|350px|La cartina mostra l'attuale diffusione delle lingue romanze in Europa (clicca sulla cartina per ingrandirla)]]
Particolare fortuna avrà la letteratura volgare in Francia: la produzione nelle lingue d'oc e d'
▲Le lingue romanze producono, tra l'XI e il XII secolo, una letteratura molto ricca, che spezza il dominio del latino e allarga la platea del pubblico: se il latino rimane la lingua dei dotti, il volgare si rivela una valida alternativa per le classi cavalleresche. D'altra parte, come già ricordato, la letteratura romanza non può prescindere dalla produzione latina a essa precedente, a cui però si associano esperienze estranee alla cultura alta che avevano circolato per secoli a livello popolare. Dal mondo del folklore e dei miti nascono generi come il '''romanzo''' e la '''lirica d'amore'''. Si diffondono inoltre nuove strutture metriche, definite dalla posizione degli accenti nelle parole e non più dalla quantità delle sillabe, come accadeva nella metrica classica.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2003 | Einaudi | Torino | p=36}}</ref>
▲Particolare fortuna avrà la letteratura volgare in Francia: la produzione nelle lingue d'oc e d'oil avrà infatti ampia diffusione in tutta Europa. Bisogna però precisare che non si tratta di forme linguistiche fissate in modo rigoroso, e nelle diverse trascrizioni di uno stesso testo è possibile riscontrare varianti locali di una stessa espressione. In Inghilterra, in particolare, la lingua d'oil importata dai Normanni relegherà in secondo piano la letteratura anglosassone, molto sviluppata tra il VII e il X secolo (si pensi al poema ''Beowulf''). Al 1140 risale invece il primo poema epico castigliano, il ''Cantar de mio Cid''. I modelli francesi saranno accolti anche fuori dall'area romanza, come dimostra il ''Nibelungenlied'' (1200 circa), poema in lingua tedesca che raccoglie le leggende germaniche.
=== La ''chanson de geste'' ===
{{vedi pedia|Canzone di gesta}}
A partire dalla seconda metà dell'XI secolo, nella letteratura in lingua d'oïl nel Nord della Francia, si sviluppa un nuovo genere epico destinato ad avere grande fortuna in Europa: la ''chanson de geste'' (canzone di gesta).
Tra le testimonianze della fase più antica di questa produzione c'è la ''Chanson de Guillaume'', risalente alla metà del XII secolo e composta da 3554 decasillabi. La canzone, nata dalla fusione di due ''chanson'' precedenti e ricca di elementi provenienti dalla forma orale, racconta dello scontro tra l'eroe Guillaume (identificabile con Guglielmo, conte di Tolosa) e il saraceno Deramé durante la battaglia di Larchamp (forse ispirata alla battaglia dell'Orbieu, del 793). Un'altra opera da ricordare è la ''Chanson de Gormont et Isembart'', di cui abbiamo solo un lungo frammento di 661 versi, databile al 1130, in cui racconta lo scontro tra i franchi e i vichinghi (chiamati però "saraceni").
Il più celebre componimento di questo genere è la ''Chanson de Roland'' (''Canzone di Orlando''), risalente al 1180 circa e riportata su un manoscritto del XII secolo. La trama è molto semplice e narra in chiave epica un episodio avvenuto nel 778 sui Pirenei. Durante il ritorno di Carlo Magno in Francia, la retroguardia guidata dal paladino Orlando viene assaltata dall'esercito saraceno a Roncisvalle: l'attacco è stato reso possibile grazie al tradimento di Gano, un altro paladino. Lo stesso Orlando rimane gravemente ferito nella battaglia, ma prima di spirare riesce a suonare il corno e richiamare l'esercito del re, che vendica la sua morte compiendo una strage.▼
▲Il più celebre componimento di questo genere è però la ''Chanson de Roland'' (''Canzone di Orlando''),
Se questi primi esempi, più arcaici, risentono ancora di elementi derivati dalla tradizione orale, l'evoluzione successiva porta a vere e proprie riscritture di canzoni antiche. Nascono così componimenti destinati esplicitamente alla lettura, e tra i vari autori il più importante è Adenet (seconda metà del XIII secolo), noto come ''le roi des menestrels''. D'altra parte, le trasformazioni dell'aristocrazia e la diffusione dei valori cortesi porteranno le canzoni di gesta ad abbracciare temi e caratteristiche proprie del romanzo cavalleresco. L'esaltazione delle imprese militari lascia così il posto al gusto per l'avventura e per il fantastico, dando un'importanza centrale al ruolo dell'amore e della donna.<ref>{{cita libro| autore=Giovanni Matteo Roccati | titolo=Il Medioevo | opera=Storia europea della letteratura francese | curatore=Lionello Sozzi | editore=Einaudi | città=Torino | anno=2013 | vol=1 | pp=13-18}}</ref>
=== Il romanzo cavalleresco ===
{{vedi pedia|Letteratura cavalleresca|Chrétien de Troyes}}
[[File:Yvainlion.JPG|thumb|200px|Yvain soccorre il leone in una miniature del XIII secolo, Princeton University Library]]
Il protagonista, molto spesso un cavaliere, è chiamato a raggiungere beni preziosi, e spesso le sue imprese sono compiute in nome di una donna. Il cavaliere è infatti un '''modello di vita cortese''': è un individuo superiore, che si distingue sia per la sua impareggiabile prestanza fisica sia per i nobili ideali che persegue. È fedele al proprio destino ma al tempo stesso è attratto dalle avventure, che lo portano lontano dalla banalità della vita comune. L'aggettivo "cortese" acquista quindi un nuovo valore: se in origine veniva usato per designare i membri della corte del sovrano, ora assume il significato di "elegante, gentile", opposto a tutto ciò che è "villano". Nel romanzo cortese, inoltre, ci sono i primi esempi di introspezione psicologica. Diversamente dagli eroi dell'epica classica, il cavaliere è chiamato a fare scelte spesso difficili, e attraverso lunghi monologhi dà voce al suo tormento. Centrale è poi il tema dell<nowiki>'</nowiki>'''amore cortese''', cioè dell'amore come forza assoluta che trova giustificazione in se stesso, al di là di ogni riconoscimento sociale. Spesso il sentimento dei due amanti arriva a sfidare l'autorità di un terzo, il marito della donna, e trova il suo compimento nella morte.
Talvolta i romanzi sono ispirati all'antichità (come nel caso della guerra di Troia o delle conquiste di Alessandro), ma i testi più importanti prendono spunto dalla tradizione bretone, cioè
Il principale autore di romanzi sul ciclo bretone è però '''Chrétien de Troyes'''. Vissuto nel nord della Francia e attivo tra il 1160 e il 1180, ha scritto varie opere ma ci sono giunti solo cinque romanzi: ''Erec et Enide'', ''Cligès'', ''Lancelot'', ''Yvain'', ''Perceval''. In questi affronta temi divenuti celebri nella cultura europea, come l'amore di Lancillotto per la regina Ginevra e la ricerca del Graal (il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena e in cui, secondo la tradizione, Giuseppe di Arimatea raccolse il sangue di Cristo). Al ciclo bretone è riconducibile anche la tragica storia d'amore di Tristano e Isotta, di cui si è occupato anche Chrétiene in un romanzo oggi perduto. A questo tipo di produzione sono legati i ''lais'', brevi componimenti narrativi intessuti di elementi lirici. Tra i più famosi ci sono quelli scritti, tra il 1160 e il 1170 circa, da Marie de France.
Oltre a questi si sviluppa, a partire dal XIII secolo, un filone di romanzi detti "realistici", che rifiuta il meraviglioso tipico del ciclo arturiano. Le narrazioni sono ambientate in un passato vicino e gli autori cercano di creare situazioni verisimili; tuttavia i personaggi si muovo ancora in un mondo idealizzato, vivendo peripezie ben poco realistiche.<ref>{{cita libro| autore=Giovanni Matteo Roccati | titolo=Il Medioevo | opera=Storia europea della letteratura francese | curatore=Lionello Sozzi | editore=Einaudi | città=Torino | anno=2013 | vol=1 | p=41}}</ref>
=== La lirica provenzale ===
{{vedi pedia|Trovatore}}
[[Image:William IX of Aquitaine.jpg|thumb|left|La prima poesia composta
Contemporaneamente
Nei suoi componimenti il trovatore canta la distanza ma allo stesso tempo esprime il desiderio di raggiungere la donna, nel tentativo di instaurare un dialogo. La richiesta è però destinata a restare inesaudita
La lirica provenzale è una produzione inizialmente destinata alla trasmissione orale e
▲[[Image:William IX of Aquitaine.jpg|thumb|left|La prima poesia composta dal ritorno dalla crociata del 1101 di Guglielmo IX d'Aquitania, raffigurato nella miniatura del manoscritto come un cavaliere]]
Non è ancora chiaro quali siano le origini della poesia trobadorica, che probabilmente si sviluppò da forme orali molto più antiche. Alcune forme strofiche si ritrovano comunque sia nella poesia religiosa latina sia nella lirica andalusa (in arabo ed ebraico), da cui probabilmente deriva la centralità del tema amoroso.<ref>{{cita libro| autore=Giovanni Matteo Roccati | titolo=Il Medioevo | opera=Storia europea della letteratura francese | curatore=Lionello Sozzi | editore=Einaudi | città=Torino | anno=2013 | vol=1 | p=23}}</ref> Il genere principale della lirica provenzale è la ''canso'', lacanzone d'amore, che nella maggior parte dei casi prevede dalle 5 alle 7 strofe di 6 o 12 versi ciascuna, che possono essere legate oppure no dalla stessa rima.<ref>{{cita libro| autore=Giovanni Matteo Roccati | titolo=Il Medioevo | opera=Storia europea della letteratura francese | curatore=Lionello Sozzi | editore=Einaudi | città=Torino | anno=2013 | vol=1 | pp=26}}</ref> Ci sono poi la sestina (sei versi per strofa in cui tornano in rima sempre le stesse parole), il ''sirventes'' (lungo componimento di argomento politico), il compianto (solitamente per la morte di un personaggio importante), la tenzone (discussione in versi tra due poeti), la pastorella (un cavaliere tenta di spiegare l'amore a una ragazza di campagna), l'alba (lamento dell'amante che al sorgere del sole deve lasciare l'amata), il plazer (elenco di cose piacevoli) e l'enueg (elenco di cose noiose).
▲La lirica provenzale è una produzione destinata alla trasmissione orale e a essere accompagnata da musica. Solo dal XIII secolo le poesie trobadoriche vengono raccolte in forma scritta nei canzonieri, che contengono anche la biografia romanzata dell'autore (''vidas'') e commenti di carattere stilistico e retorico (''razos''). Di tutta la produzione provenzale ci sono giunti 2542 componimenti, e conosciamo i nomi di 460 autori. Secondo la tradizione il primo trovatore fu il duca Guglielmo IX di Aquitania, un signore feudale i cui possedimenti si estendevano dalla Loira ai Pirenei. Appassionato di guerra e amante dei piaceri, compose opere su vari argomenti, a volte lieti e capriccioso a volte più lascivi, oltre a canzoni d'amore in stile cortese. Tra gli altri autori più famosi si ricordano Bertrand de Born, Jaufré Rudel e Arnauld Daniel. Quest'ultimo in particolare è il principale esponente del cosiddetto ''trobar clus'' (poetare chiuso), uno stile molto elaborato, artificioso e oscuro. Da questo si differenzia il ''trobar leu'' (poetare dolce) di Bernart de Ventadorn, più limpido e aggraziato.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=L'età cortese e comunale | opera=Moduli di letteratura | anno=2001 | editore=Paravia | città=Torino | pp=5-6}}</ref>
La civiltà cortese della Provenza tramonta all'inizio del XIII secolo in seguito alla crociata contro gli Albigesi indetta da papa Innocenzo III. Le corti feudali passano così sotto il controllo della corona francese, mentre la lingua d'oc perde progressivamente la propria importanza letteraria, riducendosi a dialetto
▲La civiltà cortese della Provenza tramonta all'inizio del XIII secolo in seguito alla crociata contro gli Albigesi indetta da papa Innocenzo III. Le corti feudali passano così sotto il controllo della corona francese, mentre la lingua d'oc perde progressivamente la propria importanza letteraria, riducendosi a dialetto con l'affermazione del francese come lingua nazionale. Contemporaneamente, nel nord si sviluppa una lirica in lingua d'oil affine a quella provenzale, grazie all'apporto dei '''trovieri''' (''trouvaires''), mentre i trovatori si spargono in varie località, sia al nord sia in Italia e Spagna. Sorgono così vari imitatori: all'inizio del Duecento nell'Italia settentrionale molti autori scrivono componimenti secondo lo stile della Provenza, utilizzando la lingua d'oc, considerata lingua letteraria per eccellenza. L'influenza di questo modello sarà presente anche in componimenti in volgare italiano a partire dalla [[../La lirica siciliana|scuola siciliana]], e persisterà fino a [[../Francesco Petrarca|Petrarca]] e ai [[../La crisi del XIV secolo|rimatori del Trecento]].<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=L'età cortese e comunale | opera=Moduli di letteratura | anno=2001 | editore=Paravia | città=Torino | p=7}}</ref>
=== Altri generi ===
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{{vedi pedia|Comune medievale}}
[[File:Barbarossa.jpg|thumb|Federico Barbarossa ritratto in una miniatura di un manoscritto del 1188, Biblioteca Vaticana]]
Con un secolo di ritardo rispetto alla Francia, la letteratura in volgare italiano
Tra il XII e il XIV secolo l'Italia è suddivisa in due realtà. Al centro-nord si era formata, già dall'XI secolo, una rete di città politicamente autonome rette da ordinamenti repubblicani, i '''Comuni'''. Al sud invece si succedono varie monarchie: dapprima i normanni, poi gli Svevi e infine la dinastia angioina (insediatasi a Napoli nel 1266) e quella degli aragonesi (che dominano la Sicilia dopo la guerra dei Vespri, a partire dal 1283). Nell'Italia centrale si consolida poi lo Stato della Chiesa. Mentre al nord si sviluppa una vivace vita civile, al sud persiste ancora il feudalesimo. Tuttavia, a causa del fenomeno del particolarismo municipale, i diversi Comuni sono contrapposti gli uni agli altri. L'autorità di imperatore e papa viene sempre più svuotata di valore reale, mentre il tentativo di Federico Barbarossa di conquistare le città del nord fallisce contro la resistenza di queste, che riunite nella lega lombarda trionferanno alla battaglia di Legnano del 1176.
All'inizio del Duecento la Chiesa fronteggia l'avanzata di Federico II, che capeggia il partito ghibellino. Alla morte dell'imperatore, il papa Bonifacio VIII cerca di rafforzare il proprio potere nell'Italia centrale, intervenendo nelle lotte a Firenze tra la fazione dei Bianchi e quella dei Neri. Dopo un conflitto con la monarchia francese, la Chiesa conosce però un periodo di crisi e decadenza, concretizzatasi nello spostamento della sede papale da Roma ad Avignone tra il 1309 e il 1377. Intanto sul fronte interno i papi devono affrontare i tanti movimenti spirituali nati dal basso che promuovono un rinnovamento della vita ecclesiastica. Alcuni di questi sono definiti eretici e strenuamente combattuti, come avviene per i catari di Tolosa e Albi (da cui il nome di Albigesi), contro i quali Innocenzo III indice una crociata (1209). Allo stesso tempo, si assiste alla nascita degli ordini mendicanti, quello dei francescani e quello dei domenicani, che avranno grande importanza nel rinnovamento della Chiesa.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalle origini all'età della Controriforma | opera=Moduli di letteratura | anno=2001 | editore=Paravia | città=Torino |
== Le prime testimonianze in volgare italiano ==
[[File:Indovinello veronese.jpg|thumb
Le prime testimonianze scritte in volgare italiano sono documenti di carattere non letterario, spesso legati a un ambiente culturale più elevato rispetto al comune. Il più antico documento è l<nowiki>'</nowiki>''Indovinello veronese'',
{{quote|Se pareba boves, alba pratalia araba,<br/>albo versorio teneba, et negro semen seminaba.}}
Secondo l'interpretazione più diffusa, l'indovinello parla di uno scrittore
Il primo vero documento ufficiale in volgare {{quote|Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parti Sancti Benedicti (So che quelle terre, entro quei confini di cui si parla, li ha posseduti per trent'anni l'abbazia di San Benedetto).}}
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== Aree di sviluppo della letteratura italiana ==
I primi testi letterari in volgare risalgono alla fine del XII secolo e quasi tutti provengono dall'Italia centrale (Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, con esclusione della Toscana). Si tratta perlopiù di componimenti destinati alla recitazione, con fine ludico-religioso: il metodo più efficace,
In generale, la letteratura italiana della prima metà del Duecento si sviluppa secondo tre filoni. Come scrive Dionisotti:<ref>{{cita libro | autore=Carlo Dionisotti | titolo=Geografia e storia della letteratura italiana | città=Torino | editore=Einaudi | anno=1999 | p=35 }}</ref>
{{quote|nella prima metà del Duecento
In questi primi secoli la penisola italiana si trova quindi in una situazione di polivalenza linguistica. Gli storici della letteratura hanno ormai accantonato l'idea, di ascendenza romantica, secondo cui vi sarebbe stato un rapporto
== Note ==
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