La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/"Mishneh Torah" come parabola: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 80:
Così si interpreta la ''Mishneh Torah'' in due dimensioni. C'è però una terza dimensione: quella dell'esperienza del lettore. Da questa prospettiva gli strati d'argento e d'oro possono vedersi come corrispondessero ai due livelli di risposta alla forma della ''Mishneh Torah'' espressa all'inizio: il livello di idee ed il livello di ispirazione. Nella terminologia neoplatonica questi sono il livello "eiconico" e il livello [https://www.thefreedictionary.com/Entheastic "enteastico"], e nella terminologia [[w:Tomismo|tomistica]], ''consonantia'' e ''claritas''. L'uso da parte di Maimonide dell'immagine tratta da Proverbi di una filigrana d'argento che ricopre un pomo d'oro per illustrare il punto che il significato esterno indica ciò che si deve trovare nel significato interno, è quindi molto appropriato. Il modo in cui la forma della ''Mishneh Torah'' ordina i comandamenti in un sistema, cosicché le interconnessioni delle parti trasmettono quello che Twersky definisce significati "suprahalakhici", crea veramente un tipo di filigrana ideativa. Ma più uno si impegna a tracciarla, più uno sente qualcosa che la sottende e che nonè riducibile a idee.
 
Nel Capitolo 5 è stato proposto che la ''Mishneh Torah'' sia almeno un libro quasi-profetico. Maimonide stesso considerava la profezia come fosse concentrata sia sul benessere della società, sia con la verità per se stessa, e a volto solo quest'ultima: "Il messaggio del profeta può essere solo per sé: espandere il proprio cuore ed ampliare la propria mente fintanto che consocaconosca quello che non conosceva riguardo a quelle grandi materie."<ref>"Leggi delle Fondamenta della Torah", 7:7.</ref>
 
Consapevolezza della forma artistica della ''Mishneh Torah'' concede accesso alle sue funzioni interne, ad una mente concentrata sulla conoscenza di "quelle grandi materie", e mettendosi in comunione con essa anche il lettore può "espandere il proprio cuore ed ampliare la propria mente".<ref>Per l'idea, nella teoria medievale, che il discorso poetico riflettesse la mente dell'autore piuttosto che una verità oggettiva, si veda ''supra'' al [[La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/La "Mishneh Torah" come Microcosmo#cite note-143|Capitolo 2, nota 143]].</ref> Insieme ad una sistemazione oggettiva della halakhah, l'esperienza della ''Mishneh Torah'' è quel tipo di soggettività guidata che è l'esperienza dell'arte. In tal modo, il libro rinasce in ogni lettore.
{{clear}}
 
Goodman parafrasa l'asserzione di Maimonide che gli oggetti naturali sono "intesi per se stessi e non per qualcosa d'altro" in questo modo: "Maimonide afferma che Dio fece tutte le cose in primo luogo per loro stesse. Le cose glorificano Dio ricercando la loro propria perfezione."<ref>Goodman, "Maimonidean Naturalism", 182.</ref> La natura è ineluttabilmente separata da Dio. Le cose in natura non sono allegorie, o finanche barriere solubili, del Divino, poiché non hanno nulla in comune con Esso e non ne condividono i limiti. Pertanto le cose glorificano Dio soprattutto quando stanno di per se stesse, seguendo le proprie leggi, e quindi anche Dio viene compreso nella più grande maniera possibile tramite la comprensione di tali leggi. Gli esseri umani fanno parte della natura. Di conseguenza, come abbiamo visto nel Capitolo 1, è mediante la ricerca della sua propria perfezione che lo studioso di "Leggi delle Fondamenta della Torah", 5:11, e "Leggi delle Qualità Etiche", 5:13, diventa "il mio servo, Israele, in cui Io sarò glorificato".
 
Come opera d'arte, anche la ''Mishneh Torah'' necessita d'essere compresa prima di tutto alle sue condizioni. Se è un'imitazione della natura e un equivalente estetico dell'ideale etico, come sosteniamo in questo studio, allora il suo livello d'oro, il più profondo, è la sua ricerca della propria perfezione, una perfezione che sta nell'unità. La filigrana delle idee integra la ''Mishneh Torah'' nell'immagine dell'unità cosmica che è tutto ciò che può essere compreso dell'unità divina. La contemplazione di tale unità estetica emergente accelera un movimento solidale nella mente stessa dello studente, generando "una forma nell'anima" — un processo soggettivo, integrativo, che va oltre le idee, somigliando sempr di più, ma senza raggiungerla mai, l'unità ineffabile di Dio.
 
L'autonomia delle cose create è riprodotta nel rapporto tra la forma della ''Mishneh Torah'' ed il suo contenuto. L'intricatezza dell'arte di Maimonide è tale che, sebbene presenti la filosofia come ispirazione dei comandamenti, la filosofia non imbeve la halakhah, che ritiene la sua consistenza rabbinica, la sua propria perfezione.
 
Tuttavia, sebbene separato dalla natura, Dio operra attraverso la natura. Il processo di illuminazione, di conoscere Dio, è graduale, procede nell'ambito delle restrizioni imposte dalla condizione materiale degli esseri umani. Viene offerta la possibilità, nei limiti naturali, di ascenderfe a livelli di integrità, comprensione e devozione. La razionalizzazione dei comandamenti, come vengono incorporati nella forma della ''Mishneh Torah'', è che sono un modo di armonizzare gli esseri umani con l'idea che tutte le cose fluiscono dall'intelletto e ritornano all'intelletto. È una razionalizzazione che presenta i comandamenti destinati a realizzare la natura, a far conoscere alla natura umana quello che è veramente.
 
La forma della ''Mishneh Torah'' contribuisce a quella qualità sensibilizzante a cui Twersky dà così grande importanza. Se, nel Capitolo 2, la struttura cosmica veniva vista come parte del rendere i comandamenti "grandi e gloriosi", nello stesso modo infonde di grazia la loro osservanza, poiché connette gli atti più piccoli alla fonte dell'essere e rende Dio, sebbene insondabile, non remoto ma presente, tramite le fasi di emanazione, in quegli atti. Come abbiamo visto nel Capitolo 4, le interpolazioni moralizzanti e filosofiche occasionali nella ''Mishneh Torah'' – i "correlativi soggettivi" di Rabbi J. B. Soloveitchik – intese a rendere l'osservanza dei comandamenti più riflessiva e umana, si coordina col disegno grandioso. Il senso di grandiosità combinato con la bellezza della sensibilità sopravvive alla vicissitudini della scienza.
 
Ovviamente, è solo "in prima istanza" che le cose esistono per se stesse. La ''Mishneh Torah'' è un codice di legge; esiste per il bene dell'ordine morale e sociale. La sua identità come codice di legge, tuttavia, non è separato dalla sua identità come opera d'arte: i due si originano nello stesso unico punto.
 
{{clear}}
<br/>
Questi aspetti della ''Mishneh Torah'' non devono essere considerati come una corrente che scorre solo sotto la superficie. Le complessità della sua forma influenzano anche quel lettore che non ne è direttamente consapevole. La lucidità e lo scopo intesi per ciascuna ''halakhah'' sono dovuti non solo al peso dell'erudizione e della mente incisiva alla loro base, ma anche al fatto che sono come un'onda in una marea potente che porta verso la conclusione dell'opera; la sua bellezza non deriva soltanto dalle espressioni eleganti, ma dal suo essere un particolare di una grandiosa architettura.