La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Da teoria a storia: differenze tra le versioni

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# Osserverò i tuoi statuti, non abbandonarmi completamente.<ref>Salmi {{passo biblico|Salmi|119,1-8}} (corsivo aggiunto).</ref>
In questo contesto, il versetto probabilmente significa "non sarò svergognato quando terrò conto di tutti i tuoi comandamenti se mi sono impegnato ad osservarli tutti." Citato fuori contesto, potrebbe significare che tener conto dei comandamenti nella loro interezza stessa elimina la vergogna — la vergogna dell'ignoranza, o la vergogna della separazione dall'intelletto agente e di essere bloccati nella propria esistenza materiale.<ref>La virgola che molte versioni dei Salmi riportano dopo "Allora non sarò svergognato" tende ad indicare che il senso originale si avvicina a tale interpretazione e che il versetto significa "Tener conto dei tuoi comandamenti eliminerà il mio senso di vergogna". Questa lettura interpreta "allora" come un guardare avanti, piuttosto che indietro al versetto precedente.</ref> In altre parole, il motto potrebbe essere inteso come riferimento all'effetto trasformante del conoscere la legge nella sua interezza.<ref>Forse anche nel Salmo stesso c'è un accenno che l'osservanza dei comandamenti dopo averli appresi tutti (versetti 6 e 7) è differente dalla loro osservanza prima di averli appresi.</ref>
 
La struttura microcosmica della ''Mishneh Torah'' può essere intesa come implicasse che una conoscenza comprensiva della natura e una conoscenza comprensiva della legge sono equivalenti. Ponendo la sua esposizione della legge su un piano cosmico, la ''Mishneh Torah'' soddisfa il proprio precetto che tutte le azioni debbano essere dirette verso la conoscenza di Dio. Fa inoltre una specie di promessa che chiunque la legga e comprenda, acquisisce non soltanto istruzione ma conoscenza. È un tipo di lente attraverso la quale Dio può, nei limiti della capacità umana, essere percepito. Per Maimonide, tale percezione è il fine ultimo dei comandamenti, e la relativa sua comunicazione si suppone sia il motivo e fine ultimo della ''Mishneh Torah''. L'ascesa e discesa del profeta sono pertanto anche l'ascesa e discesa del lettore della ''Mishneh Torah''. La dinamica di questa opera trasforma i comandamenti da una serie di pratiche ad una scala di valori, ascendendo la quale possiamo trascendere il bene ed il male per raggiungere una consapevolezza restaurata del vero e del falso. Questo è il recupero dello stato adamico della consapevolezza che Ravitzky descrive come aspetto universalistico del duplice modello di Maimonide dell'era messianica, come citato prima, all'inizio del Capitolo 4. La ''Mishneh Torah'' sembra quindi offrire la possibilità di redenzione ora e qui, o perlomeno un'analogia della redenzione a venire.<ref>Vedi anche Blidstein, ''Political Concepts'', {{he}}, 269.</ref>
 
La ''Mishneh Torah'' inoltre è completa storicamente. La sua copertura di tutta la storia e destino intellettuale umano, dalla prima confusione dell'equilibrio intellettuale "nei giorni di Enosh" (prima dei quali gli esseri umani erano forse sicuri e sereni nella loro conoscenza di Dio e quindi non accadeva nulla di speciale) alla missione di Abramo, all'Esodo e alla consegna della Torah, fino alla restaurazione della conoscenza universale di Dio nell'età del messiah, e la sua mobilità sul livello dell'halakhah tra presente irredento e futuro redento, è stata evidenziata nell'Introduzione. L'effetto è di far sembrare il tempo eternamente presente — un altro effetto trascendente dell'olismo e, forse, un riflesso della duplice intuizione del profeta, la cui conoscenza intuitiva del processo cosmico rende presente il futuro nella sua mente. Il modello di perdita e restaurazione che nel presente capitolo è stato appurato collegasse il destino individuale con quello nazionale, e fosse azionato dal pentimento, può essere considerato profetico, una distillazione del messaggio dei profeti biblici incorporata nella ''Mishneh Torah''.
 
==Riassunto==