La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Da teoria a storia: differenze tra le versioni

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Il ''midrash'' connette la sentenza finale della ''halakhah'' con la penultima, in Cantico dei Cantici. Per il lettore che ha in mente il ''midrash'', questo ultimo paio di riferimenti trasmette il messaggio che Israele rimane leale a Dio in esilio e Dio non abbandona il suo popolo. L'intimità e fedeltà tra Dio ed il popolo ebraico descritte dal Cantico dei Cantici sopravviverà, anche attraverso le tribolazioni raffigurate in Daniele.<ref>Nella ''Guida'' Maimonide tratta il Cantico dei Cantici come un'allegoria del rapporto tra l'individuo e Dio. Vedi spec. ''Guida'' iii.54 (p. 636), dove una forma precedente del motivo della vigna in C.d.C. {{passo biblico|Cantico dei Cantici|1,6}} è interpretato come si riferisse alla coltivazione della facoltà raziocinante. Nella ''Lettera allo Yemen'', tuttavia, il C.d.C. viene trattato come un'allegoria del rapporto tra Dio ed il popolo ebraico.Vedi ''Epistles'', cur. Halkin e Hartman, 104.</ref>
 
Il riferimento alla profezia dei quattro regni fa chiudere il cerchio alla ''halakhah'', tramite ''Mekhilta derabi yishma`el'', che inerpreta un versetto nell'episodio dell'"alleanza tra i pezzi" fatta da Dio con Abramo<ref>Genesi {{passo biblico|Genesi|15,9-21}}.</ref> come riferimento a quella profezia.<ref>"R.Vedi Nathancitazione dice: Da dove puoi provare che Dio mostrò a nostro padre Abramo la Gehenna, la consegna della Legge e la spartizione del Mar Rosso?... Mostrò lui anche i quattro regni che avrebbero in futuro oppresso i suoi figli. Poiché è detto: E successe che, quando il sole tramontò, un sonno profondo cadde su Abramo ed ecco, uno spavento una oscurità profonda caddero su di lui (Gen. {{passo biblico|Genesi|15:12}})......</ref> Ciò crea un nesso di ritorno ad Abramo, che era il soggetto del primo riferimento nelladalla ''halakhah''.Mekhilta Crea anche un nesso in avanti:derabi yishma`el''halakhah'' 2 del seguente capitolo di "Leggi delle Fondamenta della Torah", 7, descrive il terrore che sopraffà il profeta quando riceve la visione profetica. Come esempi Maimonide non cita altro che Abramo e Daniele:<ref>Come fa anche in ''Guida'' ii.41 (p. 385), sebbene in ''Guida'' ii.45 (pp. 398-400) Daniele venga posto sotto ai profeti principali.</ref>
{{q|R. Nathan dice: Da dove puoi provare che Dio mostrò a nostro padre Abramo la Gehenna, la consegna della Legge e la spartizione del Mar Rosso?... Mostrò lui anche i quattro regni che avrebbero in futuro oppresso i suoi figli. Poiché è detto: E successe che, quando il sole tramontò, un sonno profondo cadde su Abramo ed ecco, uno spavento una oscurità profonda caddero su di lui (Gen. {{passo biblico|Genesi|15:12}}). "Uno spavento" si riferisce all'Impero Babilonese. "Oscurità" si riferisce all'Impero dei Medi. "Profonda" si riferisce all'Impero Greco. "Caddero" si riferisce al quarto impero, la nefanda Roma. Ci sono alcuni che invertono l'ordine dicendo: "Caddero" si riferisce all'Impero Babilonese, poiché è detto: "È caduta, è caduta Babilonia" (Isaia {{passo biblico|Isaia|21,9}}). "Profonda" si riferisce all'Impero dei Medi, poiché si dice: "Il re Assuero approfondì" (Ester {{passo biblico|Ester|3,1}}). "Oscurità" si riferisce all'Impero Greco che fece oscurare gli occhi di Israele a causa del digiuno. "Uno spavento" si riferisce al quarto regno, poiché è detto: "spaventosa, terribile e straordinariamente forte" (Daniele {{passo biblico|Daniele|7,7}}).|''Mekhilta'', trad. Lauterbach, 268-9}}</ref> Ciò crea un nesso di ritorno ad Abramo, che era il soggetto del primo riferimento nella ''halakhah''. Crea anche un nesso in avanti: ''halakhah'' 2 del seguente capitolo di "Leggi delle Fondamenta della Torah", 7, descrive il terrore che sopraffà il profeta quando riceve la visione profetica. Come esempi Maimonide non cita altro che Abramo e Daniele:<ref>Come fa anche in ''Guida'' ii.41 (p. 385), sebbene in ''Guida'' ii.45 (pp. 398-400) Daniele venga posto sotto ai profeti principali.</ref>
{{q|E tutti loro, quando profetizzano, i loro arti tremano, manca loro la forza fisica e perdono i sensi, e la mente rimane libera di comprendere quello che vede, come dice di Abramo, «ed ecco un oscuro terrore lo assalì» (Gen. {{passo biblico|Genesi|15,12}}); e come dice di Daniele, «il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze.» (Daniele {{passo biblico|Daniele|10,8}}).<ref>Da notare tra l'altro che l'inizio di questa ''halakhah'' si riferisce ai gradi/livelli (''ma`alot'') dei profeti, lo stesso termine usato per gli angeli in "Leggi delle Fondamenta della Torah", 2:6-7. Abbiamo visto nel precedente capitolo che, in una delle interpretazioni di Maimonide riguardo al sogno di Giacobbe (''Guida'' i.15), gli angeli sulla scala sono profeti. ''Guida'' ii.45 elenca undici gradi di profezia, sebbene i primi due sono veramente solo "gradini iniziali verso la profezia". Ciò potrebbe forse essere riconciliato con i dieci gradi degli angeli.</ref>}}
Il versetto da Genesi è proprio quello interpretato in ''Mekhilta derabi yishma`el'' che si riferisce ai quattro imperi, mentre il versetto da Daniele è un preludio alla visione della fine dei giorni da parte di Daniele. Le allusioni si affollano.