La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Ritorno: differenze tra le versioni

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===I comandamenti pratici e la cognizione===
La questione se Maimonide considerasse il reame pratico come cognitivo è stata già risolta, in modo affermativo, nel Capitolo 1, dove è stato asserito che la virtù morale può costituire conoscenza di Dio. L'attuale discussione presenta un'opportunità di affrontare la stessa questione da una diversa angolazione. Inizieremo qui con un forte richiamo alle "Leggi delle Fondamenta della Torah", 2:2. Proponendo lo studio di fisica e metafisica come mezzo per coltivare l'amore e timore di Dio, Maimonide conclude con una citazione da Midrash: "Poiché tramite ciò, voi riconoscete colui che parlò ed il mondo fu." In verità, questo detto dei saggi non si riferisce allo studio dell'universo, ma alla meditazione sui comandamenti.<ref>Questa è una discrepanza notata: vedi Kreisel, ''Maimonides' Political Thought'', 227-8.</ref> Esiste in varie versioni, ma la versione di ''Sifrei'' è la seguente:
{{q|''E queste parole che oggi ti comando rimarranno nel tuo cuore'' (Deut. {{passo biblico|Deut|6,6}}). Rabbi (Judah il Principe) dice: Perché Mosè disse questo? Perché la Scrittura dice, ''Tu amerai dunque il Signore, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore'' (Deut. {{passo biblico|Deut|6,5}}). Io non so come uno debba amare Dio. Pertanto la Scrittura continua e dice, ''E queste parole che oggi ti comando rimarranno nel tuo cuore'', a significare: tieni nel cuore queste parole, poiché così tu riconoscerai Colui che parlò, e il mondo venne ad essere, e tu aderirai alle sue vie.<ref>''Sifrei'' su Deut. 6,6 (''Sifre'', trad. Hammer {{en}}, 62).</ref>}}
Nel ''Libro dei Comandamenti'', al comandamento positivo 3 – che raccomanda di amare Dio – Maimonide cita proprio questo passo dal ''Sifrei''. Lì aderisce più strettamente al senso originale, dato che sta parlando di contemplare i comandamenti di Dio, ma aggiunge la contemplazione delle opere di Dio, creando un'equivalenza tra i due. Quando arriviamo a "Leggi delle Fondamenta della Torah", il ''midrash'' è stato completamente convertito in contemplazione della natura, ma l'intenzione non è certamente di negare che i comandamenti siano un oggetto di contemplazione; invece è di lasciarla come suggerimento a coloro che riconoscono la fonte e di esprimerla più interamente nella forma della ''Mishneh Torah''. Il ''midrash'' stesso è di sicuro aperto ad un'interpretazione che indichi equivalenza tra la forma dei comandamenti e la forma della natura, poiché si riferisce a Dio che sarà riconosciuto tramite lo studio dei comandamenti come "Colui che parlò ed il mondo venne ad essere", e inoltre punta verso la fase due del rapporto tra virtù intellettuale e virtù morale (come discusso nel Capitolo 1), in cui il comportamento etico fluisce dalla conoscenza teorica, poiché il risultato del riconoscimento di "Colui che parlò ed il mondo venne ad essere" è che "tu aderirai alle sue vie". C'è molto potenziale maimonideo in questo ''midrash''.<ref>Maimonide accorcia la citazione del ''midrash'' in "Leggi delle Fondamenta della Torah", 2:2, omettendo "e aderirai alle sue vie", presubilmente perché non serve al suo scopo in questa ''halakhah'', dato che il concetto delle vie di Dio, che nel contesto del ''midrash'' abbastanza chiaramente significa i comandamenti di Dio, deve venir interpretato in "Leggi della Qualità Etiche" come le azioni di Dio in natura.</ref>
 
Alla luce della discussione nel Capitolo 1 sull'uomo come microcosmo, c'è la possibilità che l'osservanza dei comandamenti abbia un valore intrinseco in quanto allinea la mente ad una forma permanente e quindi assicura l'immortalità, almeno ad un qualche livello. Quanto a conoscere la Torah, ciò assicura il mondo a venire perché, secondo la definizione di Maimonide, include fisica e metafisica.<ref>"Leggi dello Studio della Torah", 1:12. Vedi Kasher, "The Study of Torah" {{he}}; id., "Torah as a Means of Achieving the World to Come" {{he}}.</ref> Può forse contare come forma intelligibile?
 
Questa domanda è strettamente collegata alla razionalità e necessità dei comandamenti e, in un articolo sull'argomento, Daniel Rynhold gli applica lo stesso modello aristotelico di forma e materia che gli abbiamo visto applicare alle ragioni dei comandamenti. Per soddisfare gli standard aristotelici di intelligibilità, un fenomeno deve essere riportabile a primi principi non dimostrabili. "Qual'è dunque la natura dei primi principi di una tale scienza aristotelica? Il concetto che raggiunge lo scopo qui per Aristotele è quello della forma, il concetto fondamentale della scienza aristotelica."<ref>Rynhold, "Good and Evil", 171.</ref> Ripete l'idea che, nella ''Guida'', collegando i comandamenti al benessere del corpo e al benessere dell'anima che costituiscono la perfezione umana, Maimonide fornisce un nesso tra loro e la forma dell'uomo, rendendoli quindi intelligibili.
 
==Lutto fuori posto?==