La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Ritorno: differenze tra le versioni

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Il secondo criterio è che la conoscenza scientifica "può solo essere di verità necessarie piuttosto che contingenti". In altre parole, la scienza ci dice dell'essenza di qualcosa, la sua caratteristica essenziale o, in linguaggio filosofico, la sua forma. Ciò può essere spiegato, secondo Rynhold,
{{q|appellandosi alla sua [di Aristotele] opinione che le nostre deduzioni scientifiche devono iniziare da definizioni che dichiarino le forme dei tipi naturali. Poiché le quattro "cause" di Aristotele non sono quattro cause ontologiche differenti, ma sono invece quattro modi differenti di riferirsi ai due fattori ontologici che per Aristotele sono fondamentali per la spiegazione: forma e materia. La causa materiale si riferisce alla materia e le altre tre cause si riferiscono alla nozione di forma in modi diversi. Quest'ultimo concetto di forma è il concetto esplicativo fondamentale nella scienza aristotelica ed è la natura essenziale di una sostanza che rappresenta il suo essere ciò che è. In verità, secondo Aristotele le premesse esplicative fondamentali della scienza sono semplicemente definizioni che affermano quelle che sono le forme delle varie sostanze. Che Maimonide condivida la stessa posizione fondamentale è chiaro sin dal primo capitolo della ''Guida'' dove delucida la sua spiegazione del termine "immagine" quale predicato di Dio: "Il termine immagine... viene applicato alla forma naturale, intendo la nozione ''in virtù della quale una cosa è costituita come sostanza e diventa ciò che è.'' [''Guida'' i.22].<ref>Rynhold, ''Two Models of Jewish Philosophy'', 16; i corsivi sono di Rynhold.</ref>}}
Rynhold discute le ragioni di Maimonide per i comandamenti nei termini della loro causa finale, che reputa essere la perfezione dell'uomo o, poiché le cause sono modi di riferirsi alla forma, la forma dell'uomo, quello che rende gli esseri umani umani.
 
Riassumendo, i due criteri per la conoscenza esplicativa dei comandamenti tali da rivelarli necessari, sono che essi debbano derivare assiomaticamente da primi principi, e che debbano incorporare la forma dell'uomo o, combinando questi due criteri, i comandamenti debbano derivare dalla forma dell'uomo.
 
Rynhold cerca di applicare questi criteri all'esposizione delle ragioni per i comandamenti nella ''Guida'', postulando che i fini generali dei comandamenti ivi citati, cioè la perfezione dell'anima, la perfezione del corpo e il freno dei desideri, delineano la forma dell'uomo. Alla fine, tuttavia, riconosce candidamente che i criteri rimangono insoddisfatti e per la ragione che ho discusso, vale a dire che i particolari dei comandamenti non sono in realtà derivabili dai principi generali riportati nella ''Guida'', ma sono invece spiegati da contingenze storiche, cosicché
{{q|sembra giusto dire che la forma dell'uomo non determina unicamente una legge specifica o serie di leggi. La Torah è sottodeterminata dalla forma dell'uomo in un modo che non ci permetterebbe di dedurre la Torah in tutta la sua specificità dalla sola asserzione che quella forma sia il suo ''telos''. Ma ciò significa che non possiamo costruire una dimostrazione scientifica aristotelica della Torah: non c'è una catena deduttiva necessaria a condurci dal fine dell'uomo ai comandamenti.<ref>Rynhold, ''Two Models of Jewish Philosophy'', 29.</ref>}}
Rynhold suggerisce alcuni modi di circuire questo problema, ma sembra più semplice accettare che la ''Guida'', come summa, non mira affatto a questo tipo di dimostrazione assiomatica. La ''Mishneh Torah'' però si adatta perfettamente al modello di Rynhold.
 
===Twersky e Soloveitchik: razionalizzazione soggettiva===