Teatro greco/Dramma satiresco: differenze tra le versioni
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Durante gli agoni drammatici ogni poeta tragico che vi partecipava doveva presentare, oltre a tre tragedie, anche un dramma satiresco. Secondo il lessico ''Suda'', questo genere teatrale sarebbe stato introdotto in Attica da Pratina di Fliunte, un poeta che avrebbe gareggiato negli agoni ateniesi
▲Durante gli agoni drammatici ogni poeta tragico che vi partecipava doveva presentare, oltre a tre tragedie, anche un dramma satiresco. Secondo il lessico ''Suda'', questo genere teatrale sarebbe stato introdotto in Attica da Pratina di Fliunte, un poeta che avrebbe gareggiato negli agoni ateniesi negli anni compresi tra il 499 e il 496 a.C. Molto probabilmente Pratina non fu l'inventore del dramma satiresco; più verosimilmente sviluppò questo genere e ne codificò le caratteristiche a partire da forme più antiche e meno sofisticate, forse dal ''satyrikón'' (σατυρικόν) a cui fa riferimento anche Aristotele. Inizialmente, alle Dionisie il dramma satiresco era posto all'inizio della tetralogia tragica, quindi fu spostato in quarta posizione. La sua funzione era quella di rasserenare e distendere, e si proponeva come una «tragedia scherzosa».<ref>Davide Susanetti, ''Il teatro dei Greci. Feste e spettacoli, eroi e buffoni'', Roma, Carocci, 2003, p. 59.</ref>
== Temi e struttura ==
[[File:Oinochoe satyr play BM F366.jpg|thumb|left|Oinochoe raffigurante un dramma satiresco]]
Come per la tragedia, anche il dramma satiresco traeva i suoi temi dal mito e dalle saghe degli eroi. I personaggi portati sulla scena conservavano quindi la loro ''semnótes'' (σεμνότης), cioè la loro dignità e il loro carattere serio. A questo però si aggiungeva, nel dramma satiresco, un elemento scherzoso e burlesco rappresentato dal coro dei satiri, che lanciava lazzi e battute sguaiate. Creature vanagloriose e codarde, i satiri sono dediti alla passione per il vino e ai loro sfrenati desideri sessuali. Si realizza quindi un contrasto, sulla scena, tra il registro tragico e quello comico, un contrasto che produceva anche uno scarto linguistico tra le parole utilizzate dagli eroi e quelle utilizzate dal coro dei satiri.<ref name="Susanetti60">{{cita libro | autore=Davide Susanetti
Dalle testimonianze che ci sono giunte, è possibile dedurre che il dramma satiresco seguiva un ritmo molto rapido. Più breve di una tragedia, ne manteneva però gli stessi elementi strutturali: prologo, parodo, episodi e stasimi. Rispetto alla tragedia, inoltre, il dramma satiresco aveva una particolare attenzione per gli aspetti della vita quotidiana (un tema solitamente ignorato nei testi tragici). Spesso l'ambientazione
È inoltre possibile ipotizzare che le trame avessero generalmente una struttura fissa. L'eroe si trovava in un'iniziale stato di sottomissione o prigionia, sottoposto, a seconda dei casi, a un padrone o a un personaggio cattivo (che poteva essere anche un mostro). A questo seguiva il contrasto, rappresentato dalla lotta tra l'eroe e il cattivo. Nel finale, l'eroe riusciva a liberarsi, tra le incitazioni dionisiache dei satiri. C'erano poi alcuni temi ricorrenti, come le trasgressioni al dovere dell'ospitalità oppure il ricorso a elementi prodigiosi (riti magici, metamorfosi, ringiovanimenti, resurrezioni).
== Drammi satireschi sopravvissuti ==
La produzione di drammi satireschi
== Note ==
<references />
[[Categoria:Teatro greco|Dramma satiresco]]
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