La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/La "Mishneh Torah" come Microcosmo: differenze tra le versioni

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La figura adamica in "Leggi delle Fondamenta della Torah", 2:2, si unisce ad altri attori. Abbiamo visto nel precedente capitolo che Maimonide incorpora l'esperienza religiosa in modelli di ruolo, il più vicino quello dello studioso, il più remoto quello di Abramo. Se parliamo delle qualità letterarie della ''Mishneh Torah'', questo è un ulteriore esempio del modo in cui Maimonide crea profondità di prospettiva e coinvolge il lettore immaginativamente e cognitivamente. La testimonianza dell'esistenza del Primo Essere, o Dio, sta nel moto delle sfere: "Poiché la Sfera rotea sempre; ed è a lei impossibile di roteare senza che qualcuno non la faccia roteare. Dio, che Egli sia benedetto, è Colui che, senza mano o corpo, la fa ruotare."<ref>"Leggi delle Fondamenta della Torah", 1:5.</ref> Questo è precisamente ciò con cui Abramo arrivò alla conoscenza di Dio:
{{q|Di giorno e di notte pensava e si chiedeva: Com'è possibile che questa sfera (celeste) debba continuamente guidare il mondo e non avere nessuno che la guidi e far sì che giri; dato che non può essere che giri da se stessa. [Abramo] era sommerso, in [[w:Ur|Ur]] dei [[w:Caldei|Caldei]], da stupidi idolatri. Suo padre e sua madre e la popolazione intera adoravano idoli ed egli li adorava insieme a loro. Ma la sua mente stava lavorando intensamente e riflettendo finché ebbe ottenuto la via della verità, apprendendo la giusta linea di pensiero e riconoscendo che c'era un Unico Dio, che Egli guida la Sfera celeste e ha creato ogni cosa, e che in tutto ciò che esiste, non c'è altro dio che Lui.<ref>"Leggi dell'Idolatria", 1:3.</ref>}}
Abramo ricapitola l'apertura della ''Mishneh Torah'', ma in un tempo e luogo specifici. L'apertura della ''Mishneh Torah'' si collega a lui an che con un'immagine: riconoscere che c'è un Dio è "il pilastro delle scienze";<ref>"Leggi delle Fondamenta della Torah", 1:1.</ref> Abramo è "il pilastro del mondo".<ref>"Leggi dell'Idolatria", 1:2. L'epiteto viene ripetuto in ''Guida'' iii.29 (p. 516).</ref>
 
L'effetto di ciò è duplice: integra la ricerca intellettuale individuale con la storia e la missione del popolo ebraico; e, al contrario, intellettualizza quella storia e quella missione. Il lettore è nella storia e la storia è il lettore. Essendo connessa negli stessi termini dell'attuale comando di conoscere Dio, la storia della sconfitta dell'idolatria da parte di Abramo diventa contemporanea.<ref>Si confronti il commento di Josef Stern sulla spiegazione di Maimonide nella ''Guida'' riguardo ai comandamenti come opposizione alle pratiche rituali [[w:Sabei (Harran)|Sabei]]: "Rivelando gli antichi miti sabei che spiegano la legislazione mosaica dei ''huqqim'', Maimonide crede pertanto di esporre uno dei maggiori miti del tempo – l'astrologia e la cultura che la circonda – e quindi una forma primaria di idolatria che la Legge è ancora impegnata a combattere" (''Problems and Parables'', 111).</ref> Adattando Aristotele, siamo incoraggiati a filosofare nello stesso modo in cui Abramo filosofò inizialmente. C'è qui di rappresentazione o attivazione della storia che tira dentro il lettore, come c'è nel ritratto dello studioso somigliante ad Abramo. Attraverso la profondità narrativa come anche nella struttura, la forma della ''Mishneh Torah'' può essere trasformativa.
 
Dichiaratamente, questo mette Maimonide in una certa difficoltà. Gli ebrei del tempo e del luogo di Maimonide erano pressati dall'affermazione che l'Islam era la vera erede del lascito d'Abramo e l'Islam non è idolatro. Se aderiva ai canoni ideologici del monoteismo, che ragione c'era di pagare il duro prezzo di mantenere le minuziose osservanze della legge e l'identità speciale del popolo ebraico?<ref>Si veda l'analisi dell’''Epistola allo Yemen'' in Halbertal, ''Maimonides'' {{he}}, 48-54.</ref> Intellettualizzando la storia ebraica e rendendo Abramo un missionario autoselezionatosi, di mente indipendente e di grande coraggio ma non di lignaggio illustre – i suoi genitori erano idolatri – o scegliendo la chiamata elettiva da parte di Dio, Maimonide apparentemente rende l'ebraismo molto più vulnerabile a tale pressione. Dovrà dimostrare in qualche modo che le sue premesse filosofiche richiedono un'aderenza continua alla legislazione mosaica, l'evento successivo nel suo resoconto di "Leggi dell'Idolatria" in merito alle ripetute cadute e riprese del monoteismo. Vedremo tra poco la soluzione a questa difficoltà.
 
==Origine dei Comandamenti==