La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/La "Mishneh Torah" come Microcosmo: differenze tra le versioni

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Nel precedente capitolo, il passaggio da amore a timore era riportato di riflesso nel passaggio da "Leggi delle Fondamenta della Torah" a "Leggi della Qualità Etiche", ma di fatto questo momento energizza tutta la ''Mishneh Torah'': l'oscillazione tra amor e timore è battito che l'attraversa.<ref>Si confronti l'osservazione di Halbertal in merito a questo passo: "Cognizione non è un'attività neutra, priva di desiderio ed emozione, perché avvolto in essa è il nucleo dell'esperienza religiosa, che è costruito sull'accoppiamento di attrazione e ritrazione" (''Maimonides'' {{he}}, 175); mia traduz.</ref> Le duplici emozioni di desiderio di avvicinarsi a Dio e ritirarsi confusi trovano espressione in diversi modi nell'opera, ma ciò che la percorre in tutta la sua lunghezza e sostiene questa energia iniziale è una tensione drammatica tra la forma cosmica, che perpetua l'istante di meraviglia e significa l'intelletto illimitato, ed il contenuto halakhico, che incorpora timore e rappresenta la necessità di condurre la nostra esistenza materiale nella consapevolezza costante della presenza ammonitrice di Dio. Questo rappresentare la forma cosmica come amore ed il contenuto halakhico come timore è giustificato dai ruoli che Maimonide assegna a "opinioni" (cioè, fisica e metafisica) e ai comandamenti nella ''Guida'': "Poiché questi due fini, vale a dire amore e timore, sono ottenuti attraverso due cose: amore attraverso le opinioni insegnate dalla Legge, che includono l'apprendimento del Suo essere come Egli, che sia lodato, è in verità; mentre timore è ottenuto per mezzo di tutte le azioni prescritte dalla Legge."<ref>''Guida'' iii.52 (p. 630).</ref>
 
Da notare che ciò che schiaccia il protagonista adamico non è la vastità dell'universo, cosa creata come lui, ma il pensiero della conoscenza dell'universo da parte di Dio, che no ha confronti con la conoscenza umana.<ref>Vedi "Leggi delle Fondamenta della Torah", 2:10.</ref> (Essere intimoriti dall'universo stesso risulta essere l'inizio dell'idolatria).<ref>Vedi "Leggi dell'Idolatria", 1:1. Bisogna riconoscere che "Leggi delle Fondamenta della Torah", 4:12, in cui il timore è associato con la consapevolezza della superiorità delle sfere e degli intelletti separati, offusca la distinzione. Il punto è forse che una volta che il significato essenziale di timore è compreso, allora la conoscenza dell'universo nutre sia amore che timore di Dio. In ''Guida'' iii.14 (pp. 456-9) Maimonide invero usa le magnitudini cosmiche come trampolino verso la comprensione della differenza qualitativo di Dio rispetto al mondo. "Leggi delle Fondamenta della Torah", 4:12, e amore e timore nella ''Mishneh Torah'' generalmente, sono rivisitati nel Capitolo 6 più oltre.</ref> La persona che guarda l'universo e vien preso dal desiderio di conoscere il Creatore, è ributtato dall'incontrare la conoscenza del Creatore proveniente dalla parte opposta, per così dire.
 
Il lettore che apprezza l'intensità del momento adamico, la sua evocazione dell'alba della conscienza, inizia ad essere coinvolto nel processo di trasformazione della "conoscenza che" in "conoscenza di", e quindi è anche capace di apprezzare la cristallizzazione artistica nella ''Mishneh Torah'' delle pulsioni in movimento. La rappresentazione del cosmo è una scorta necessaria di idee, ma anche un modello, un modo di conoscere.
 
==Origine dei Comandamenti==