La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/La "Mishneh Torah" come Microcosmo: differenze tra le versioni

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Ovviamente la caratterizzazione della ''Mishneh Torah'' che ciò implica è ingiusta. Maimonide mostra una costante consapevolezza del lettore, guidandolo e stimolandolo, anticipando e risolvendo perplessità e, tramite le sue interiezioni omiletiche e filosofiche, rendendo i particolari legali comprensibili e pertinenti.<ref>Twersky riassume la sua discussione sull'uso maimonideo di rivolgersi direttamente al lettore nella ''Mishneh Torah'' come segue: "Rivolgersi direttamente [al lettore] sembra non essere soltanto una convenzione letteraria, ma un accorgimento educativo che lusinga e affascina il lettore, che ogni tanto viene incoraggiato a vedersi come uditorio singolo al centro dell'attenzione" (''Introduction to the Code'', 137). Il lettore dovrebbe considerare la ''Mishneh Torah'' in maniera personale. Negli ultimi quattro libri si percepisce come Maimonide non si veda come semplice registratore della legge civile, ma come compagno di banco del giudice — ciò a volte appare molto chiaramente, per esempio, alla fine di "Leggi degli Agenti e Soci", 10:5. Possiamo perlomeno dire che Maimonide pedagogo non è mai molto indietro a Maimonide legislatore.</ref> Nel suo insieme, la figura del narratore nella ''Mishneh Torah'' è quella di un insegnante severo ma compassionevole. Ciononostante, cercherò di affrontare di petto l'obiezione, poiché mi dà l'opportunità di esaminare la posizione proiettata dal lettore in relazione alla ''Mishneh Torah''.
 
Una scorsa alla ''Guida'' ci aiuterà a chiarire ciò che significa. Maimonide rivolse la ''Guida'' al suo allievo preferito, Joseph ben Judah. Questa fu il risultato della loro situazione: dopo che Joseph ebbe lasciato [[w:al-Fustat|Fostat]], dove aveva studiato col maestro, egli continuò la sua istruzione per corrispondenza. La ''Guida'' fu inviata a Joseph in parti.<ref>Sul modo in cui la ''Guida'' fu composta veramente, si veda Langermann, "Fusul Musa"; Kasher, "Early Stratum".</ref> La forma epistolare o a monologo, tuttavia, è anche un accorgimento letterario. Ha valore di intrattenimento, rendendoci origliatori, e ci fa anche sentire privilegiati e fiduciosi in quello che stiamo leggendo. Joseph ben Judah è un delegato, con cui il lettore si può identificare e quindi sentire come se la ''Guida'' lo riguardasse in maniera particolare. Allo stesso tempo, la forma stabilisce una certa distanza, come in una rappresentazione teatrale che osserviamo ma in cui non partecipiamo fisicamente, permettendo all'immaginazione di essere libera. Nella ''Guida'', Maimonide ha valutato attentamente la sua relazione col lettore, adottando una forma che ci rende più disposti alla persuasione di quanto non lo saremmo se ci facesse la predica direttamente, e ciò conquista una partecipazione innovativa ed ispirata.
 
La domanda è se Maimonide abbia fatto la stessa cosa nella ''Mishneh Torah''. Se si accetta che l'uso dell'ebraico indichi un genere poetico, quale genere specifico esemplifica la ''Mishneh Torah'' e che tipo di rapporto col lettore tale genere determina?
 
La risposta è in realtà una continuazione della succitata osservazione relativa alle interiezioni di Maimonide nella ''Mishneh Torah''. La ''Mishneh Torah'' ha caratteristiche di epopea, una forma a metà strada tra lirica e dramma, mantenendo l'urgenza personale della poesia lirica e combinandola con un dramma controllato.<ref>La definizione è adattata da ''A Portrait of the Artist as a Young Man ([[w:Ritratto dell'artista da giovane|Ritratto dell'artista da giovane]])'', capitolo 5, in cui [[w:James Joyce|James Joyce]] fa dire al suo eroe Stephen Dedalus: "La personalità dell'artista passa nella narrazione stessa, fluendo intorno alle persone e intorno all'azione come un mare vitale."</ref> Il suo tema è una ricerca (caratteristica abituale dell'epopea epica) della conoscenza di Dio.<ref>La ricerca è naturalmente il tema basilare di Hartman, ''Maimonides: Torah and Philosophic Quest''.</ref> Che riesca combinare abilmente le dimensioni individuali, nazionali e universali di tale ricerca è ulteriore conferma dello stato epico. La vicinanza narrativa della ''Mishneh Torah'' con la Torah è stata dscritta nell'Introduzione, e la Torah stessa è un'epopea dell'istituzione del regno di Dio in terra. Il tentativo iniziale, con tutta l'umanità (rappresentata da Adamo ed Eva), fallisce e l'umanità viene espulsa dal Giardino dell'Eden. Il tentativo si sposta poi verso un individuo, una famiglia e infine una , e la Torah finisce con la nazione che sta per rientrare nel Giardino dell'Eden, rappresentato dalla Terra d'Israele — dalla quale col tempo sarà espulsa. La Torah contiene molto dramma, ma tutto è sotto controllo divino ed la reazione del lettore agli eventi viene continuamente guidata.
 
==Origine dei Comandamenti==