Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Orione: differenze tra le versioni

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Orione è famosa soprattutto per contenere la grande '''''nebulosa''''' di gas ionizzato '''M42''', soprannominata appunto '''Nebulosa di Orione'''. A occhio nudo sotto un cielo buio e limpido è già ben visibile e ha un aspetto nettamente nebuloso, che continua a mostrarsi tale anche con piccoli binocoli come un 7x30 o un 10x50; uno strumento più grande è sufficiente per individuare, al suo interno, un gruppo di stelline azzurre, quattro delle quali sono disposte a formare un piccolo e caratteristico asterismo chiamato Trapezio. Posta ad una distanza di circa 1270 anni luce dalla Terra, questa nebulosa si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare massiccia più vicina al Sistema solare. Vecchie pubblicazioni si riferiscono a questa nebulosa col nome di Grande Nebulosa, mentre più anticamente i testi astrologici riportavano per essa lo stesso nome della stella η Orionis, Ensis (la spada), che però si trova in un'altra parte della costellazione. Si tratta di uno degli oggetti più fotografati e studiati della volta celeste ed è sotto costante controllo a causa dei fenomeni celesti che hanno luogo al suo interno; gli astronomi hanno scoperto nelle sue regioni più interne dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri. La nebulosa possiede una forma grosso modo circolare, la cui massima densità si trova in prossimità del centro; la sua temperatura si aggira mediamente sui 10.000 K, ma scende notevolmente lungo i bordi della nebulosa. Diversamente alla distribuzione della sua densità, la nube mostra una variazione di velocità e turbolenza in particolare nelle regioni centrali. I movimenti relativi superano i 10 km/s, con variazioni locali fino a 50 km/s e forse superiori. La Nebulosa di Orione è un esempio di "fornace" in cui le stelle prendono vita; varie osservazioni hanno infatti rilevato all'interno della nebulosa circa 700 stelle in vari stadi di sviluppo. Recenti osservazioni col telescopio spaziale Hubble hanno scoperto un numero così elevato di dischi protoplanetari, che al giorno d'oggi la gran parte di quelli conosciuti sono stati osservati entro questo complesso nebuloso. Il telescopio Hubble ha infatti rilevato più di 150 dischi protoplanetari, che sono considerati come lo stadio primario dell'evoluzione dei sistemi planetari. Questi dati sono utilizzati come evidenza che ogni sistema planetario ha origini simili in tutto l'Universo.
 
La parte più settentrionale della Nebulosa di Orione appare separata dal corpo centrale della nube da una banda di nebulosità oscure, che la fanno sembrare un oggetto indipendente, al punto che ha ricevuto dal Messier una denominazione separata ed è oggi nota come '''M43''', nonché un nome proprio indipendente ('''Nebulosa De Mairan'''). Al suo interno si trova la stella variabile NU Orionis, che oscilla fra le magnitudini 6,5 e 7,6.
 
Fra M42 e NGC 1981 si trova la nebulosa '''NGC 1977''', illuminata da un brillante gruppo di stelle giovani. La fonte di ionizzazione dei gas della regione è principalmente la stella azzurra 42 Orionis, sebbene molte altre stelle concorrano ad illuminare le nubi, come altre due stelle simili e la gigante gialla 45 Orionis; la responsabile del piccolo lembo nebuloso catalogato come NGC 1973 è invece la variabile KX Orionis. Tutte queste nebulose estese lungo la Spada di Orione costituiscono il sistema nebuloso di Orion A.