Torah per sempre/Demografia contro ragione: il futuro della religione ebraica: differenze tra le versioni

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==''Conclusione''==
Nessun metodo è disponibile per predire quale delle forme attuali di ebraismo sarà la forma predominante nel prossimo futuro. Tassi differenziali di riproduzione nei diversi gruppi certamente influenzeranno il risultato a breve o medio termine, ma a lungo termine potrebbero essere superati da altri fattori.
Da una lettera di [[w:Rainer Maria Rilke|Rilke]] a Ilse Erdman:
 
Non c'è ragione di supporre che le scelte future saranno governate dall'evidenza e dalla logica, poiché poche persone fanno le proprie scelte in tal modo. Né, se assegnamo un significato definito al termine "autentico", possiamo supporre che un ebraismo "autentico" (in uno dei sensi dati attualmente) prevarrà, sebbene di certo qualunque forma infine prevarrà si ''proclamerà'' autentica, assumendosi l'autorità della tradizione e cercando di controllare la comunità.
 
I capi della comunità si preoccupano primariamente della conservazione della comunità, che sia per sostenere la propria posizione o per motivi altruistici. In entrambi i casi, cercheranno di incoraggiare quelle forme di ebraismo che a loro sembrano rafforzare il senso di unità e incoraggiare la fertilità; tuttavia, non saranno necessariamente seguiti da ricchi benefattori che, distribuendo la propria ricchezza influenzano la crescita o meno delle tendenze religiose.
 
Le persone potrebbero percepire il proprio interesse nella conservazione della comunità e quindi seguire i leader. In una società democratica e individualista, individui ben intenzionati si preoccuperanno maggiormente della ricerca della verità e di ciò che percepiscono come virtù e pertanto potrebbero allontanarsi dalle norme comunitarie, o anche dalla comunità stessa; all'altra estremità, individui egoisti potrebbero allontanarsi dalla comunità nel ricercare il proprio vantaggio e tornaconto personale.
 
Non posso prevedere ciò che accadrà, ma per mio interesse, quello della mia famiglia e delle persone come me, spero vivamente che la comunità ebraica accolga sempre in mezzo a sé autentici ricercatori della verità, dovessero anche essere scomodi e anticonformisti.
 
Desidero quindi concludere questo mio ultimo capitolo con una bella e interessante lettera del poeta e drammaturgo austriaco [[w:Rainer Maria Rilke|Rainer Maria Rilke]] all'amica Ilse Erdman:
{{q|''Cara Ilse,<br/>[...] Al di fuori di una poesia, di un quadro, di una metafora, di una architettura o di una musica, la sicurezza si può raggiungere forse solo a costo di una ben precisa limitazione di sé, chiudendosi nel recinto di una porzione di mondo che si conosce e si è scelta, in un ambiente che ci è noto e comprensibile, nel quale sia possibile disporre di sé in modo efficace e immediato. Ma possiamo davvero desiderare una condizione del genere? La nostra sicurezza deve invece in qualche modo trasformarsi in una relazione con il tutto, con il mondo nel suo complesso; essere sicuri per noi significa conoscere l'innocenza del torto e accettare la capacità del dolore di tramutarsi in forma; significa rifiutare i nomi per onorare, come fossero nostri ospiti, i singoli collegamenti e legami che il destino nasconde dietro ogni nome; significa nutrimento e rinuncia fino a sprofondare nello spirito, [...] significa non sospettare di nulla, non tenere nulla a distanza, non considerare nulla come un Altro irriducibile, significa spingersi oltre ogni concetto di proprietà e vivere di acquisizioni spirituali e mai di possessi reali [...]. Questa sicurezza tutta da osare accomuna le ascese e le cadute della nostra vita e in questo modo dona loro un senso. Accogliere la vastità dell'insicurezza: in un'infinita insicurezza anche la sicurezza diviene infinita. [...].<ref>R.M. Rilke, ''La vita comincia ogni giorno'', L'orma, 2017, p. 53.</ref>}}
 
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[[Categoria:Torah per sempre|Demografia contro ragione: il futuro della religione ebraica]]