La religione greca/Le religioni dei misteri/Il Dionisismo: differenze tra le versioni
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Rammentando la testimonianza di Diodoro Siculo<ref>Cfr. ''Bibliotheca historica'' V, 75, 4 e III, 65, 6.</ref> sulla esistenza dei Misteri dionisiaci e sul fatto che questi, a partire dal V secolo a.C., avessero acquisito delle influenze orfiche, Mircea Eliade così si avvia a concludere:
{{quote|Più ancora degli altri dèi greci, Dioniso sorprende per la molteplicità e la novità delle sue epifanie, per la varietà delle sue trasformazioni. È in perenne movimento; penetra ovunque, in tutti i paesi, presso tutti i popoli, in tutte le religioni, pronto ad associarsi a divinità diverse, anzi perfino antagoniste (per esempio Demetra, Apollo). È, senza dubbio, l'unico dio greco che, rivelandosi sotto aspetti differenti, affascina e attrae tanto i contadini che le ''
La presenza del dio Dioniso, quindi il differente stato di coscienza che provocava tale estasi (Βακχεία), da una parte consentiva ai ''mýstai'' di profetizzare in modo del tutto differente da quello "omerico" dove, in quest'ultimo caso, la profezia nasceva dalle interpretazioni di segni causali esterni mentre nell'"orgia" bacchica sorgeva invece dall'"entusiasmo", ovvero dalla possessione divina; dall'altra forniva il supporto a credenze secondo le quali la ''psyché'' liberatasi del corpo si univa alla divinità acquisendo così uno stato "superiore" all'ordinario<ref>Cfr. Erwin Rohde. ''Op.cit.'' pp. 291 e sgg.</ref>.
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