Torah per sempre/Cosa è la verità: differenze tra le versioni

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Dove ''Torah min hashamayim'' entra veramente nel suo è il ''mito delle origini''. Miti delle origini sono importanti, persino vitali, per creare un senso di identità. Poeti, predicatori e politici li usano a tale scopo. Incapsulano avvenimenti particolari del nostro passato, insieme alla saggezza accumulatasi nei tempi, e li proclamano in maniera succinta e accessibile. Tuttavia, sono ''interpretazioni'' del passato, non storie scientifiche. "Dio ha rivelato la Torah a Israele nel Sinai" non è una semplice affermazione storica. Per prima cosa, è metafisica e non aperta a una qualsiasi verifica scientifica; inoltre, la sua funzione primaria è religiosa e non storica. ''Interpreta'' il nostro passato, concentrandosi su episodi e sviluppi che lo storico vede come eventi disparati sparsi attraverso i secoli ma che, da una prospettiva religiosa ebraica, formano un tutto autorevole, potente, eterno.
 
I miti servono come simboli, "formulazioni tangibili di nozioni, astrazioni dell'esperienza fissate in forme percettibili, realizzazioni concrete di idee, comportamenti, gidizigiudizi, desideri, o credenze".<ref>Geertz, ''Interpretations of Cultures'', 91.</ref> "Torah dal Cielo" come mito fa parte del modello culturale dell'ebraismo, ''qualsiasi'' forma di ebraismo. È ciò che [[w:Clifford Geertz|Clifford Geertz]] chiama una "fonte estrinseca di informazione", vale a dire, quello che sta "al di fuori dei confini dell'organismo individuale... in quel mondo intersoggetivo delle comprensioni comuni in cui sono nati tutti gli individui umani, in cui [tali individui] perseguono le proprie carriere separate e che lasciano persistentemente dietro di loro quando muoiono. [Fornisce] una mappa o modello in termini di quali processi esterni possano acquisire una forma definita."<ref>Geertz, ''Interpretations of Cultures'', 92.</ref> Questa è una funzione vitale. Aiuta la società e l'individuo a dare un senso e quindi confrontare il caos e la sofferenza. Mentre la scienza e la storia procedono grazie all'osservazione empirica e sono guidate dall'esperienza, il mito religioso ''confronta'' l'esperienza e la trasforma alla luce di un'autorità precedente; in tal modo guarda avanti e guarda indietro.
 
"Torah dal Cielo" è ''mythos'', non ''logos''; poesia, non prosa; ''romans'' piuttosto che storia. Modalità ben nota ai Saggi; le loro storie dell'"ascesa" di Mosè per ricevere la Torah, citate in PARTE I.2, sono chiaramente ''mythos'' (sebbene non avrebbero mai negato l'accuratezza storica della narrazione di Esodo). Parimenti, quando i cabbalisti "elevarono" la Torah a simbolo mitico (PARTE I.3) non abbandonarono mai la fede nella sua perfezione e accuratezza storica. Il mondo "spirituale" di Israele propugnato da Maharal (PARTE V.2) e la Torah ''a priori'' di Soloveitchick (PARTE IV.2) pongono la Torah stessa, o la vita sul piano spirituale, oltre le coercizioni della storia, sebbene nessuno dei due metta in dubbio l'accuratezza storica del suo contenuto. Non è l<nowiki>'</nowiki>''asserzione'' della natura mitica della storia della Torah dal Cielo che disturba i tradizionalisti, ma la ''negazione'' delle sue affermazioni storiche.