Torah per sempre/Cosa è la verità: differenze tra le versioni

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==Consistenza e "duplice verità"==
La teoria della coerenza della verità dipende più ovviamente di qualsiasi altra dalla consistenza. Tuttavia, troppa enfasi sulla consistenza può in realtà far dipartire dalla verità. A volte dobbiamo sopportare l'inconsistenza per poter mantenere un controllo sulla verità.
 
I fisici hanno discusso per oltre due secoli se la luce consistesse di onde o particelle. Alcuni esperimenti si addattavano ad un modello, altri ad un altro; non si ottenne una spiegazione coerente fino alla teoria della [[w:Meccanica quantistica|meccanica quantistica]] nel ventesimo secolo. Ciò che sarebbe stato sbagliato fare mentre il dibattito impazzava, sarebbe stato di negare, in nome della consistenza, la validità dei dati sperimentali di entrambe le parti; a volte bisogna sopportare di vivere con l'inconsistenza. Un fisico cristiano ebbe a dire: "Lunedì, mercoledì e venerdì trattiamo la luce come onde; martedì, giovedì e sabato la trattiamo come particelle; la domenica preghiamo." (Si devono cambiare solo i giorni per rendere questa battuta ebraica o mussulmana.)
 
Dilemmi simili avvengono in teologia. Da una parte (si asserisce), Dio è infinitamente potente e buono; dall'altra, esiste il male. Queste due affermazioni sono incompatibili ''prima facie''. Ma ciò non significa che sarebbe giusto negare una delle due in nome della consistenza, anche se molti hanno seguito questa alternativa. Gli atei hanno negato Dio, alcuni teisti hanno limitato i suoi poteri, lasciando quindi spazio logico all'esistenza del male; pensatori religiosi come Agostino e Maimonide hanno negato l'esistenza del male (il male è ''privatio boni'', assenza del bene, e ci appare come male solo a causa della nostra prospettiva limitata—posizione completamente rovesciata da Schopenhauer<ref>Schopenhauer, "On the Suffering of the World", 41-3.</ref>), lasciando quindi spazio logico ad un Dio onnipotente e benevolente. Entrambe le posizioni sono mal fondate, poiché ciascuna nega un aspetto ben attestato dell'esperienza umana.
 
Consistenza logica è desiderabile ed è la caratteristica della verità, ma data l'imperfezione della comprensione umana, non è sempre disponibile. Nel mondo reale viviamo nella confusione; se l'evidenza punta in direzioni contrarie non dobbiamo arbitrariamente rifiutarne la metà, ma rimanere semplicemente perplessi a meno e fintanto che non riusciamo a risolvere la contraddizione.
 
La ricerca di consistenza ha spesso portato i filosofi a tentare di eludere la legge del mezzo escluso, cioè il principio che ogni proposizione è vera o falsa. Insieme alle altre due leggi tradizionali del pensiero — la legge di identità (quello che è è) e la legge della contraddizione (niente può essere e non essere) — questa legge pone un grosso ostacolo per coloro che vorrebbero "avere tutta la torta e mangiarsela pure", per esempio asserendo la verità delle affermazioni sia della scienza (nel Medioevo, la filosofia) sia della religione, quando stanno in forte contraddizione tra loro. (Oggigiorno è di moda parlare di "andar oltre la logica binaria"; logiche multivalori hanno sì il loro posto, ma non in questo caso.)
 
[[File:Pietro Pomponazzi.jpg|110px|left|Pietro Pomponazzi, XVI sec.]] Il 7 marzo 1277, [[w:Étienne Tempier|Étienne Tempier]], vescovo di Parigi, promulgò una condanna di 219 idee eterodosse. Nella sua introduzione dichiarò che [[w:Sigieri da Brabante|Sigieri da Brabante]], [[w:Boezio di Dacia|Boezio di Dacia]] e altri Maestri delle arti presso l'università di Parigi "sostengono che certe cose sono vere secondo la filosofia ma non secondo la fede cattolica, come se ci fossero due verità contrarie e come se, in contraddizione con la verità della Sacra Scrittura, ci sia una verità nelle dottrine dei maledetti pagani".<ref>Tradotto da ''Chartularium universitatis pariensus'', 543.</ref> Questa è il primo riferimento chiaro alla dottrina della doppia verità, associata particolarmente al nome di '''[[w:Pietro Pomponazzi|Pietro Pomponazzi]]''' (1462-1525). A volte si dice che il mussulmano [[w:Averroè|Ibn Rushd (Averroè, 1126-1198)]] sia stato l'originatore di tale dottrina, ma non è certo che sia stato lui, o il suo seguace cristiano [[w:Giovanni di Jandun|Giovanni di Jandun (1285-1328)]], o altri a cui fu attribuita tale dottrina, sostenessero che i contrari siano entrambi veri; potrebbero avere nascosto il loro scetticismo, o semplicemente preferito non portare le questioni alla loro conclusione logica.
 
[[File:Elia del Medigo 2.jpg|110px|left|Elijah del Medigo]] Numerosi studiosi hanno attribuito la teoria della "doppia verità" al filosofo ebreo spagnolo del tredicesimo secolo [[:en:w:Isaac Albalag|Isaac Albalag]], che tentò di difendere la filosofia dagli attacchi dei tradizionalisti.<ref>Albalag, introd. a ''Tikun hade`ot'', la sua traduzione in ebraico con note di Al-Ghazzali, ''Magasid al-falasifa''.</ref> Albalag, che affermava la teoria dell'eternità dell'universo, sostiene che la filosofia, lungi dall'essere una minaccia per la religione, condivide le sua convinzioni fondamentali.<ref>Albalag, ''Tikun hade`ot'', 2.</ref> Dio ha reso la verità gradevole per la gente comune trasmettendola in termini materiali che possano essere compresi, ma la verità è soltanto completamente esprimibile in termini filosofici; ci sono anche verità profetiche nascoste nella Torah che non possono essere apprese mediante speculazione.<ref>Albalag, ''Tikun hade`ot'', 4. Vedi anche Sirat, ''History'', 238-43.</ref> Tuttavia rimane incerto se Albalag, o '''[[w:Elia del Medigo|Elijah del Medigo]]''' (ca.1458-1493) dopo di lui, sostenessero effettivamente che i contrari possano essere veri simultaneamente.<ref>Si veda J.J. Ross, "Elijah del Medigo", nr. 4.</ref>
 
==In quale senso è vera la "Torah dal Cielo"?==