Torah per sempre/Divisi da una Scrittura comune: differenze tra le versioni

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Non c'è commentario ''halakhah lema`aseh'' della storia. Il commentario ''derash'' moralizza su corruzione, libero arbitrio e l'ambivalenza del carattere di Noè. Commenti tipici includono: "Noè doveva decidere che tipo di persona era veramente" (su Gen. {{passo biblico|Gen|6,9}}); "Una società corrotta, senza legge, porta alla distruzione tutti i suoi cittadini, innocenti e colpevoli, e la loro terra, il loro ambiente" (su Gen. {{passo biblico|Gen|6,17}}). Più fantasioso è il commento di [[w:Avivah Gottlieb Zornberg|Aviva Zornberg]], citato in merito a Genesi {{passo biblico|Gen|8,15}}, che Noè "era desideroso di lasciare l'arca e di essere sollevato dalla responsabilità di così tante persone e animali"; ma come fa Zornberg a saperlo?
 
Il commentario ''peshat'' sulla nascita di Giacobbe ed Esaù chiaramente articola il significato semplice della storia nel suo contesto dell'Antico Vicino Oriente. I movimenti fetali di Rebecca "sono spasmodici e teme di abortire spontaneamente"; "[per essere guidati divinamente] si usava andare ad un santuario specifico o da qualche personaggio carismatico di riconosciuta autorità" (l'"Accademia di Sem ed Eber" non viene citata); "Nell'Antico Vicino Oriente, un erede poteva barattare la propria eredità." Particolari filologici vengono chiariti sulla base della ricerca moderna; molti lettori saranno sorpresi di apprendere che il nome ebraico ''ya`akov'' proviene da un verbo semitico che significa "proteggere", pertanto "il nome Giacobbe è una richiesta di protezione divina per il neonato"; la derivazione propria della Bibbia (Gen. {{passo biblico|Gen|25,26}}) viene scartata come "etimologia popolare".
 
==Confronto delle Confessioni==