Torah per sempre/Divisi da una Scrittura comune: differenze tra le versioni

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[[File:Libro de Tora.jpg|190px|left|Libro della Torah]] ''[[:en:w:Etz Hayim Humash|Etz Hayim]]'', una produzione curata della [[:en:w:Rabbinical Assembly|Rabbinical Assembly]] [[:en:w:United Synagogue of Conservative Judaism|of the American United Synagogue]], sviluppa la teologia dell'[[w:Ebraismo conservatore|Ebraismo conservatore]]. Questo movimento ebraico fu concepito quando Zacharias Frankel se ne andò dalla ''Conferenza degli Ebrei Riformati di Francoforte'' nel 1845 e fondò nel 1854 il [[:en:w:Jewish Theological Seminary of Breslau|Seminario Teologico Ebraico di Breslavia]] ([[w:Breslavia|Wrocław]]) onde promuovere quello che fu noto per lungo tempo come l'"ebraismo storico-positivo"; si consolidò come movimento distinto solo negli Stati Uniti, in reazione alla radicale [[:en:w:Pittsburgh Platform|Piattaforma della Riforma di Pittsburgh]]. Gli ebrei conservatori affermavano l'emencipazione ebraica, l'acculturazione occidentale e la separazione di chiesa e stato; approvavano cambiamenti nella vita religiosa e rituale come reputavano consistenti con l'interpretazione "storica" delle fonti; erano pronti ad accettare le scoperte della critica storica in merito alla composizione dei documenti biblici e di altre fonti e consedevano una posizione centrale all'Halakhah.
 
[[File:BHS-cover.jpg|190px|left|Biblia Hebraica Stuttgartensia]] ''Etz Hayim'' comprende il testo ebraico basato sulla '''[[w:Biblia Hebraica Stuttgartensia|Biblia Hebraica Stuttgartensia]]''', la più recente traduzione in inglese della [[w:Jewish Publication Society|Jewish Publication Society]], un commentario ''peshat'' (letterale) compilato da [[w:Chaim Potok|Chaim Potok]], un commentario ''derash'' (omiletico) redatto da [[w:Harold Kushner|Harold Kushner]] e un commentario halakhico di [[:en:w:Elliot N. Dorff|Elliot Dorff]] e [[:en:w:Beth Shalom Congregation (Columbia, Maryland)#Spiritual leaders|Susan Grossman]]; il commentario delle ''[[w:Haftarah|haftarot]]'' è opera del rinomato studioso biblico [[:en:w:Michael Fishbane|Michael Fishbane]].
 
Come si confronta con le Torah riformate e ortodosse che l'hanno preceduta? [[:en:w:David Lieber|David Lieber]] apre la sua introduzione al volume in maniera magniloquente:
{{q|La Torah è il testo sacro fondativo dell'ebraismo; lo studio delle sue parole e del loro significato è al centro dell'esperienza religiosa ebraica... Gli ebrei considerano la Torah quale insegnamento par excellence del rapporto di Dio col mondo e col popolo ebraico, dell'alleanza di Dio col popolo di Israele e delle leggi con cui devono vivere cosicché possano essere un "popolo santo".<ref>''Etz Hayim'', p. xvii.</ref>}}
A questo tutti noi, riformati e anche ortodossi, rispondiamo Amen! Cioè fin quando leggiamo il sottotesto. "al centro dell'esperienza religiosa ebraica" scosta l'opera dall'archetipica ortodossa; significa "Non siamo fondamentalisti,. Tratteremo il testo come indicasse la profonda esperienza del popolo ebraico, non come un pezzo di dettato divino." "[quale insegnamento] delle leggi con cui devono vivere" stabilisce il confine tra conservatori e archetipici riformati; significa "Per noi l'Halakhah è sacra. Possiamo interpretarla e modificarla in base alla constualizzazione storica, ma rimane un'espressione quintessenziale e vincolante dell'ebraismo."
 
Le funzioni dei tre commentari in ''Etz Hayim'' sono esposte consistentemente in base a questa ideologia. Il commentario ''peshat'' è reverenziale piuttosto che apologetico; non cerca di razionalizzare istituzioni come lo schiavismo o di giustificare lo sterminio dei Cananei; tali passi devono essere "reinterpretati da generazioni successive alla luce dei prin cipi di equità, giustizia e compassione che sono centrali alla Torah", una frase che forse differenzia l'approccio conservatore da quello dei riformatori, che vogliono poter dire apertamente che Dio non parla mediante tali versetti. Archeologia, filologia e antropologia contribuiscono alla nostra comprensione del testo.<ref>''Etz Hayim'', p. xix.</ref>
 
Il commentario ''derash'' "contiene approfondimenti selezionati da più di 2000 anni di studio della Torah".<ref>''Etz Hayim'', p. xx.</ref> L'enfasi qui deve porsi su "selezionati", poiché "in linea con il nostro impegno per l'ebraismo conservatore, abbiamo cercato di imparare dalla Torah piuttosto che giudicarla." Ma evidentemente la ''giudichiamo'', dato che il commentario esprime inquietudine in merito al trattamento dei non-israeliti e alla condizione legale e sociale delle donne nell'antico Israele; se, come asserisce Lieber, tale inquitudine sorge da "una coscienza informata dai valori della Torah", allora sicuramente stiamo selezionando ''quali'' valori della Torah devono prevalere. I fondamentalisti, dopo tutto, considerano valori della Torah la denigrazione degli [[w:Amaleciti|Amaleciti]] e lo stato secondario delle donne; se dobbiamo privilegiare altri valori della Torah escludendo questi, o anche rifiutarli a nome di altri valori della Torah, allora stiamo applicando una forma di giudizio.
 
Il commentario ''halakhah lema`aseh'' (legge in pratica) "non è un codice di legge ebraica. Descrive invece la pratica ebraica e dimostra il ruolo della pratica ebraica nella nostra ricerca di Dio."<ref>''Etz Hayim'', p. xx.</ref> È molto difficile capire come un assemblamento di promulgazioni normative differisca da un codice di legge, eccetto che nel senso banale di non essere organizzato sistematicamente. Se invece le promulgazioni sono semplicemente descrittive e non normative, allora ci si chiede cosa rimanga della qualità vincolante che di certo definisce la natura dell'Halakhah. Questa indecisione riflette la problematica del tentativo conservatore di definirsi tra Ortodossia e Riforma e sottende l'intrepido sebben inconcludente tentativo di Elliot Dorff di stabilire cosa costituisca il "moderno", cioè l'Halakhah conservatrice: "Sebbene il Movimento Conservatore non abbia ufficialmente adottato molti standard, esistono molte comunanze in come le congregazioni conservatrici osservano la legge ebraica, la quale in gran parte si è generata da usanze e percezioni condivise dal movimento."<ref>''Etz Hayim'', p. 1479.</ref> Ci si chiede se le "usanze e percezioni condivise" provengano dall'Halakhah tradizionale, o piuttosto dai circoli borghesi e politicamente corretti con cui in maggioranza si identificano gli ebrei conservatori americani.
 
La sezione finale del volume comprende una serie di saggi specialistici, molti di ottima qualità, su quattro temi principali: "Biblical Life and Perspectives (Vita e prospettive bibliche)", "Biblical Religion and Law (Religione e legge bibliche)", "Worship, Ritual and Halakhah (Culto, Rituale e Halakhah)" (incluso il saggio di Dorff) e "Text and Context (Testo e contesto)". Il tutto viene concluso con utili mappe, diagrammi, tabelle e un indice, insieme ad una lista dei segni musicali incorporati nel testo della Torah, ma senza notazione musicale.
 
Come funzionano gli obiettivi dei commentari in rapporto ai nostri topoi prescelti?
 
Introducendo la storia del Diluvio, il commentario ''peshat'' promette di dimostrare come la storia biblica differisca da altre storie di diluvio dell'antico Vicino Oriente. Un esempio dovrebbe essere il commento di Genesi {{passo biblico|Gen|6,14}}, dove si specifica che Noè viene istruito di costruire un vascello tipo cassone, senza nessuno strumento di navigazione, mentre nella storia mesopotamica l'eroe costruisce una nave regolare. Viene però persa l'opportunità di far seguito a questa osservazione con una spiegazione sull'importanza teologica del fatto che Noè, nel suo scatolone galleggiante, deve affidarsi totalmente a Dio, mentre Utnapishtim, su una nave con equipaggio e strumenti di navigazione, riusciva a superare in austuzia un dio seguendo i consigli di un altro dio che lo favoriva. Per la frase "Il Signore lo chiuse dentro" (Gen. {{passo biblico|Gen|7,16}}), tuttavia, il commentario sottolinea che, in contrasto coi sopravvissuti mesopotamici che chiusero i boccaporti e si salvarono, la salvezza di Noè è dovuta interamente alla volontà di Dio. Numerose parole e frasi sono chiarite ricorrendo a paralleli linguistici, anche quando ciò risulta in una traduzione in conflitto con la tradizione; ''kinim'' (Gen. {{passo biblico|Gen|6,14}}), parola generalmente resa con "scompartimenti", viene interpretata sulla base dell'accadico "canne". Non si commenta la storicità del Diluvio; dal saggio di [[:en:w:Robert Wexler (rabbi)|Robert Wexler]] sulla mitologia dell'Antico Vicino Oriente alla fine del libro, sembra che si debba interpretarlo come un rimaneggaimento religioso di un mito che proviene dalla stessa tradizione letteraria dell'[[w:Epopea di Gilgameš|Epopea di Gilgameš]].<ref>''Etz Hayim'', p. 1344.</ref>
 
==Confronto delle Confessioni==