Torah per sempre/Quattro difese della Fede tradizionale: differenze tra le versioni

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Ora, Formstecher e altri riformatori dei primi tempi, non considerarono arbitrarie le loro revisioni, né gli ebrei riformati o conservatori che oggi sostengono la parità dei sessi accettano che le loro revisioni siano arbitrarie. Da un punto di vista intellettuale è molto difficile fare una distinzione tra ciò che è arbitrario e ciò che è "nell'ambito della tradizione"; i primi riformatori, per esempio, si consideravano assolutamente nell'ambito della tradizione ebraica, sebbene definissero tale tradizione come la tradizione profetica di Israele. Kook e Ross al suo seguito, identificano la tradizione come la Torah Orale sviluppata dai rabbini; ma se quello è come si deve comprendere la "tradizione", la questione dei limiti deve essere esaminata attentamente, poiché molto di quello che richiedono le sensibilità morali moderne sta direttamente all'opposto di quello che hanno detto veramente i rabbini.
 
Sembra che per Ross il limite sia determinato da quello che viene accettato dalla comunità e dalla sue autorità halakhiche. Questo è un processo sociale piuttosto che intellettuale e ha senso teologico solo nell'ipotesi che la comunità dei fedeli sia guidata dal ''[[w:Ruach haQodesh|ruaḥ hakodesh]]'', lo spirito santo. Questa idea ha forti antecedenti ebraici ed è analoga alla dottrina islamica di ''ijma'' (consenso comunitario), o all'insegnamento cattolico sulla guida della Chiesa da parte dello spirito santo. Il problema è identificare quale delle molte comunità ebraiche costituisce la "comunità dei fedeli". È facile cascare in ragionamenti circolari del tipo: Qual è la comunità dei fedeli? È quella che rispetta il consenso halakhico. Cosa è il consenso halakhico? È il consenso a cui arriva la comunità dei fedeli.<ref>In PARTE V.4 tratteremo dell'"autenticità" e del potenziale di sopravvivenza delle comunità.</ref>
 
Infine, al centro della "rivelazione cumulativa" sta un forte relativismo culturale. Possiamo parlare di "Torah superna" solo se accettiamo che in una società sia espressa in termini patriarcali e nell'altra in termini femministi; in una società è giusto avere schiavi, in un'altra è grave peccato deprivare un altro essere umano della sua libertà. Ciò potrebbe essere corretto; è concepibile che ci siano valori "eterni" che trascendono l'ordinamento particolare di una società. Ma se questo è vero, allora propone una revisione alquanto radicale del sistema di ''mitzvot'' che Ross non è disposta ad affrontare. Sicuramente sarebbe moralmente indifendibile, in una società in cui la libertà individuale è valorizzata, accettare un'interpretazione della Torah che era "giusta" nella società schiavista della Bibbia e del Talmud dominata dgli uomini, mentre aspettiamo indefinitamente che qualche "autorità" dichiari che dopotutto non era quello che intendevano realmente la Bibbia e il Talmud, e che la legge dovrebbe essere modificata di conseguenza; tuttavia questa sembra essere la situazione in cui ci troveremmo se accettassimo l'Halakhah rabbinica convenzionale su base provvisoria, in attesa di una risoluzione da parte della comunità e delle sue autorità halakhiche dell'ultima rivelazione cumulativa.
 
==Punti di Forza dei Quattro Approcci==
Nessuna delle opere esaminate fornisce una difesa del tutto soddisfacente della fede ebraica come viene espressa dalle fonti tradizionali. Ciononostante i rispettivi autori hanno portato alla luce la storia e lo sviluppo della fede ebraica e dato nuovo impeto all'impresa di riformulare l'ebraismo tradizionale. Halivni ha sottolineato numerosi testi rabbinici che possono essere presi come indicatori della possibilità di un approccio più flessibile al concetto di "testo sacro rivelato"; Jacobs ha reso chiaro ciò che è di valore duraturo nella visione ortodossa; Kellner ha dimostrato la pertinenza dei dibattiti medievali; Ross ha indicato le linee su cui la Torah può "accumularsi" in risposta a nuove interpretazioni guidate divinamente. Tutto ciò è ben lontano dall'ostilità ''ḥaredi'' contemporanea contro la modernità e probabilmente più vicino alla realtà della tradizione ebraica.
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I teologi salvaguardano la continuità della comunità di fede consentendo ai fedeli di utilizzare le forme tradizionali di espressione, modificando, allo stesso tempo, il loro significato alla luce delle mutevoli prospettive sociali e intellettuali. Alcuni possono considerare questo come progresso, altri come sovversione. In ogni modo, tutti e quattro gli autori hanno contribuito al suo risultato. In particolare, possiamo portare avanti le seguenti idee:
* Da Halivni prendiamo l'enfasi sul concetto di un testo imperfetto che cionondimeno è sacrosanto.
* Da Jacobs impariamo il valore di una presentazione razionale della Torah.
* Da Kellner scopriamo che la Torah non deve essere presentata come un corpo di dottrina ostica.
* Da Ross acquisiamo la nozione di una "rivelazione cumulativa" dipendente dal consenso della comunità e delle sue autorità halakhiche.
 
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