Torah per sempre/Quattro difese della Fede tradizionale: differenze tra le versioni

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Sebbene Ross rifiuti il "formalismo", o "positivismo", di Soloveitchik,<ref>[https://books.google.co.uk/books/about/Expanding_the_Palace_of_Torah.html?id=vkvNNioH--4C&redir_esc=y T. Ross, ''Expanding the Palace of Torah''], cap. 5, pagg. 71-99.</ref> adotta una posizione che potrebbe ben essere descritta come "cognizione che si evolve attraverso la storia". Chiama tale concetto "rivelazione cumulativa" e afferma che sia una sorta di "restaurazionismo teologico". Il concetto si basa su tre presupposti:
# "La rivelazione è un processo cumulativo: un dispiegarsi dinamico della Torah originale trasmessa al Sinai."
# ...
# La voce di Dio viene udita tramite l'esposizione rabbinica dei testi.
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# "Sebbene udienze successive della Torah di Dio a volte ''appaiano'' contraddire il Suo messaggio originale, tale messaggio non è mai sostituito."<ref>''Expanding the Palace of Torah'', 197-8.</ref>
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Questi presupposti non sono molto distanti dall'esposizione di molte autorità tradizionali sullo sviluppo della Torah Orale e Ross giustamente fa riferimento al resoconto di Shalom Rosenberg in merito ai tre modi in cui tali autorità hanno compreso come il significato della Torah Scritta venga rivelato gradualmente: Tora come sorgente, accettazione da parte della nazione e processo halakhico.<ref>Rosenberg, "Continuous Revelation: Three Directions" (in ebr.).</ref> Ross cita la tradizione del commentario rabbinico, sottolineandone il suo carattere innovativo.
 
Quello che la "rivelazione cumulativa" aggiunge a questo, dice, "è soltanto la convinzione che se queste interpretazioni libere della Torah si sono evolute in un certo modo, quasi sicuramente c'è qualcosa di importante da derivare da tale particolare evoluzione".<ref>Ross, ''Expanding the Palace of Torah'', 199.</ref>
 
Ora, le autorità citate da Ross avrebbero demarcato limiti alquanto stretti sull'innovazione halakhica e sarebbe stato utile che Ross fosse stata più chiara su dove tali demarcazioni dovevano essere poste. Assegna una condizione rivelatoria al femminismo: "Una visione cumulativa della rivelazione ci permette di intrattenere il pensiero che alcune interpretazioni femministe riflettano sensibilità più raffinate che dovrebbero maturare sul modello religioso originale e persino alterarne il significato". Ma in termini pratici cosa implica questo? Non molto, a quanto pare, nel qui e ora, sebbene dia adito alla ''possibilità'' che possano avvenire sviluppi più radicali e, se ciò accadesse e venissero accettati nell'ambito della comunità (quale comunità?), sarebbero ricevuti come Torah autentica.
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Viene in mente un cardinale cattolico a cui venne chiesto se la Chiesa avrebbe mai ordinato le donne. Rispose: "Non lo so; al momento sembra improbabile. Ma se dovesse mai accadere, l'enciclica in cui verrebbe proclamato comincerebbe con le parole ''Come la Chiesa ha sempre insegnato''....".<ref>N. Salomon, ''The Reconstruction of Faith'', 269.</ref> E Ross infatti scrive: "Se la moralità femminile è più di un capriccio passeggero, è probabile che la tradizione interpretativa scopra che alcuni dei valori espressi dalle femministe siano proprio quelli della Torah e debbano essere perseguiti di conseguenza."<ref>Ross, ''Expanding the Palace of Torah'', 222.</ref>
 
[[File:Abraham Isaac Kook 1924.jpg|100px|left|Abraham Isaac Kook, Gerusalemme, 1924]] Allora qual è la differenza tra "rivelazione cumulativa" e "rivelazione progressiva" del tipo riformato, che permetta la revisione completa delle norme tradizionali alla luce delle nuove intuizioni morali come quelle del femminismo e lo permetta ora? Ross, che si sente in gran debito verso '''[[w:Abraham Isaac Kook|Abraham Isaac Kook]]''' (1865-1935), cita la sua corrispondenza con uno studente sul tema della schiavitù. Quando Kook asserì che le leggi della Torah sulla schiavitù erano un accorgimento educativo per sottrarre completamente le persone a tale istituzione, lo studente osservò che tale argomentazione era simile alla posizione riformista sulla rivelazione progressiva. Kook insistette che esisteva una distinzione essenziale tra il suo concetto e le revisioni arbitrarie dei Riformatori. Come riassume Ross:
{{q|Postulando una Torah superna e lo svolgersi successivo di quella Torah come rivelazione progressiva di un ideale preesistente, Rabbi Kook conclude che, se certe idee o norme senza precedenti vengono assorbite all'interno della tradizione, è una buona indicazione del funzionamento della divina provvidenza. Tale provvidenza è in sintonia con le nostre sensibilità spirituali gradualmente maturanti.<ref>Ross, ''Expanding the Palace of Torah'', 205.</ref>}}
Ora, Formstecher e altri riformatori dei primi tempi, non considerarono arbitrarie le loro revisioni, né gli ebrei riformati o conservatori che oggi sostengono la parità dei sessi accettano che le loro revisioni siano arbitrarie. Da un punto di vista intellettuale è molto difficile fare una distinzione tra ciò che è arbitrario e ciò che è "nell'ambito della tradizione"; i primi riformatori, per esempio, si consideravano assolutamente nell'ambito della tradizione ebraica, sebbene definissero tale tradizione come la tradizione profetica di Israele. Kook e Ross al suo seguito, identificano la tradizione come la Torah Orale sviluppata dai rabbini; ma se quello è come si deve comprendere la "tradizione", la questione dei limiti deve essere esaminata attentamente, poiché molto di quello che richiedono le sensibilità morali moderne sta direttamente all'opposto di quello che hanno detto veramente i rabbini.
 
Sembra che per Ross il limite sia determinato da quello che viene accettato dalla comunità e dalla sue autorità halakhiche. Questo è un processo sociale piuttosto che intellettuale e ha senso teologico solo nell'ipotesi che la comunità dei fedeli sia guidata dal ''[[w:Ruach haQodesh|ruaḥ hakodesh]]'', lo spirito santo.
 
==Punti di Forza dei Quattro Approcci==