Torah per sempre/Critiche femministe: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Riga 50:
La lingua, usando il genere maschile per le forme collettive, sembra perpetuare l'"invisibilità", o l'"alterità", delle donne e subordinarla agli uomini.
 
L'[[ebraico]], come l'[[italiano]] (e l'[[inglese]]), separa i suoi pronomi per genere. Come nell'[[arabo]] e molte altre lingue, tutti i nomi, pronomi e aggettivi hanno il genere e gran parte delle forme variano a seconda del genere. È linguisticamente impossibile parlare di Dio in ebraico o arabo senza dargli un genere. Anche certi accorgimenti nell'utilizzare un linguaggio "inclusivo" o evitando pronomi o coniando neologismi, non funzionano.
 
In lingue "mature" il genere grammaticale, qualunque sia la sua origine, non ha niente a che fare col sesso, quindi usare il genere maschile per Dio non implica che egli sia "maschio". Purtuttavia, l'uso costante e consistente del genere maschile per Dio rinforza il concetto della superiorità maschile e della dominanza maschile nella società. Anche se fosse desiderabile che tutte le lingue divenissero neutre nel genere, sarebbe irrealistico aspettarsi che ciò possa accadere nel prossimo futuro. E anche se le lingue correnti venissero cambiate, cosa potremmo fare per le fonti più antiche che sono state scritte in una lingua ricca di generi?