Torah per sempre/Ricostruzioni non-ortodosse: differenze tra le versioni

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==Abraham Joshua Heschel (1907-1972): Passione dei Profeti==
[[File:Heschel2.jpg|190px|left|Abraham Joshua Heschel]] Il contributo più prezioso di [[w:Abraham Joshua Heschel|Heschel]] per la comprensione della rivelazione fu la sua interpretazione degli scritti dei profeti in modo tale da presentare un quadro di un Dio vivente, interessato, in rapporto intimo con un'umanità fragile ma nobile. Era un filosofo "personalista", in razionereazione conscia contro quella che considerava un'"astrazione" eccessiva dei filosofi ebrei medievali come Maimonide, o la filosofia sistematica di Hermann Cohen. "Quale resoconto della rivelazione, la Bibbia stessa è Midrash", scrisse Hschel.<ref>A. J. Heschel, ''God in Search of Man'', 185. Tutta la Parte II della sua opera è dedicata al tema della rivelazione.</ref> Neil Gillman spiega:
{{q|Caratterizzare l'intera Torah come un midrash vuol dire che, nella sua interezza, è l'intendimento umano di un "testo" che, nella sua forma pura, originale, va oltre la consapevolezza umana... È un documento "culturale" perché conserva la comprensione da parte di una comunità umana della presenza e volontà di Dio per quella comunità e tale percezione inevitabilmente riflette le condizioni culturali in cui fu formulata originalmente. Ma rimane "divina" perché è la presnza e volontà di Dio che la comunità insiste di star percepire.<ref>Gillman, ''The Death of Death'' 32.</ref>}}
Sebbene nella sua opera ''Die Prophetie''<ref>''Die Prophetie'', The Polish Academy of Sciences, Cracow 1936; ''The Prophets'', Harper and Row, New York 1962; ''Il Messaggio dei Profeti'', Borla, Roma 1981.</ref> Heschel decidesse di ignorare, o piuttosto eludere, l'interpretazione biblica moderna, una dichiarazione come quella appena citata dimostra che accettava in linea di massima le conclusioni della critica storica e abbandonava l'affermazione di ispirazione verbale. Come il suo amico [[w:Paul Tillich|Paul Tillich]], definiva la religione come interesse per le questioni "ultime"; "coinvolgimento" nell'esperienza in esame era ciò che contava, non l'indagine storica dei testi; Heschel scrive come teologo, non come studioso biblico.